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Alla faccia di chi continua a dire che, sui Navigli, l'estate 2009 è stata un successo e si attende solo, finalmente, l'isola pedonale permanente. Dal Corriere di oggi, lunedì 16 novembre 2009 Lettera con 60 firme al Comune. I residenti: no all’isola pedonale permanente Navigli, artigiani in rivolta «Schiacciati dalla movida». Pittori e rigattieri: troppi danni, costretti a chiudere MILANO - «Il Naviglio è un pezzo di storia milanese e tra gli angoli più belli della nostra città: questa zona merita più rispetto...». Alla lettera sono allegati i timbri e le firme di sessanta negozianti dell’Alzaia e della Ripa, le botteghe sul canal grande della città. La petizione inviata al Comune esprime una richiesta «semplice »: «Chiediamo la possibilità di esistere e lavorare anche noi, esercizi commerciali che non sono solo happy hour , gelaterie e ristoranti». Il quartiere-paese si ribella all’isola della movida. L’appello viene dai rigattieri e dagli antiquari, dai pittori e dai fumettisti, dagli artisti e dagli orefici. Quelli che vivono il dolce Naviglio di giorno e si sentono «schiacciati» dalla chiassosa Milano di notte. Dicono: «La visibilità delle nostre vetrine è negata da sedie, tavoli e ombrelloni dei vari bar e ristoranti che occupano totalmente i marciapiedi, per noi vitali, e buona parte della sede stradale». Lamentano: «Subiamo danni ingenti». E avvertono: «Se va avanti così, saremo costretti a chiudere».
Dai trani ai wine bar, nelle case di ringhiera. Ieri la ligera, oggi la musica lounge . Ma chi «dà ancora a queste strade un’atmosfera caratteristica», dicono, sono le vecchie attività artigianali: «Chiediamo il rispetto delle regole, annunciate e promulgate, ma purtroppo spesso disattese». Così Alba Degani, dell’Ottica omonima sulla Ripa: «Durante l’isola pedonale estiva le strade sono invase, i mezzi di soccorso hanno difficoltà di accesso». Un’analisi estesa al progetto di blocco permanente al traffico annunciato da Palazzo Marino per il 2010: «Potrebbe trasformarsi in un incubo se, come temiamo, saranno installati fuori dai locali gazebo e verande». Ai bottegai, si legge ancora nella petizione, «preme salvaguardare il carattere di vivibilità e servizi per tutti». A partire dai residenti, dalle famiglie, dagli anziani. Quelli che vivono il quartiere-paese. Ci sono tutti. Hanno firmato, tra gli altri, il pittore Matteo Laganà, l’intagliatore di legno, Galdino De Franceschi, e il rigattiere Federico Favezzari. Condividono i parrucchieri e le agenzie di viaggio, i tabaccai e i negozi d’abbigliamento: «Purtroppo, questo quartiere ha cambiato fisionomia, diventando un’area di soli divertimenti serali». E loro, i commercianti diurni? «Abbiamo il pregio di diversificare la tipologia di negozi e servizi utili ai cittadini e tipici per i turisti. La nostra presenza è meno oppressiva e più discreta. E pertanto molto più gradita ai residenti». Vediamo. Ana Brala è la portavoce del comitato Ripa di Porta Ticinese: «Molti commercianti sono con noi nella causa contro il Comune, siamo tutti vittime del rumore, del caos, del degrado». La lettera dei bottegai al vicesindaco Riccardo De Corato e agli assessori si conclude così: «Ci auguriamo che dimostrerete di amare questa zona come noi». Auguri. Armando Stella
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