.: Discussione: Il Liceo Gandhi deve essere difeso: solidarietà con i ragazzi
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Lo sgombero è avvenuto da parte delle forze dell'ordine in tenuta antisommossa al Liceo Gandhi. Il TAR aveva nella sentenza emessa a settembre su ricorso di insegnanti e studenti del civico liceo espresso chiaramente che l'assessore Moioli doveva come amministratrice della città aprire le classi e dare avvio ai corsi anche se gli iscritti risultavano non inferiori alle 8 unità, come assicura il caso. La questione riguarda le scuole civiche di Milano e non rientra nelle direttive ministeriali sul numero minimo per l'avvio di corsi e formazione di classi. E' stato questo il pretesto utilizzato dall'assessore Moioli per non attivare conseguentemente il normale svolgimento delle lezioni per l'anno scolastico in corso. Diversi ragazzi rischiano di perdere, così, un anno di studi grazie all'inadempienza grave dell'assessorato circa le disposizioni espresse ed emesse dalla Magistratura giudicante. Il sindaco rimane assente nella questione, nonostante, durante una sua performance canora tenuta a MITO, avesse assicurato alle studentesse e agli studenti di trattare la problematica attraverso un incontro, mai indetto, con le parti interessate. L'unica risposta pervenuta dal governo della città riguardo alla necessità di riconoscere un diritto allo studio e di accesso ai saperi decretato dal TAR è stato lo sgombero forzato della struttura del liceo, l'irruzione delle forze dell'ordine in tenuta antisommossa in un corteo presso Porta Ticinese nella giornata del 13 novembre, città in pieno assetto militare si può dire, e un dispiegamento di corpi della digos inviati presso le abitazioni di alcuni studenti per perquisirli e destinare a loro mandati di cattura. La città soffre di un macrocriminalità mafiosa organizzata, il centro è l'epicentro di interessi finanziari delle 'ndrine che si annidano nel tessuto economico della metropoli in attesa di forti profitti in occasione delle gare d'appalto per l'EXPO e, nonostante questa emergenza, l'amministrazione usa la forza dell'ordine per reprimere giuste e concepibili mobilitazioni studentesche in nome del diritto allo studio. La volontà è chiara: affossare il diritto universalmente sancito, distogliere l'attenzione della cittadinanza sui gravi problemi che affliggono una città sempre più insicura. 4 ragazzi si trovano, per ora, agli arresti domiciliari mentre uno è stato tradotto a San Vittore. Le motivazioni del mandato sono alquanto discutibili: rapina aggravata solo per avere stampato 400 volantini presso le fotocopiatrici della CUSL, cooperativa studentesca interna e organica a Comunione e Librazione, da cui è scattata l'accusa. Le modalità con cui sono avvenuti gli interventi delle forze dell'ordine sono state alquanto violente: diverse contusioni riportate sui corpi delle ragazze e dei ragazzi in manifestazione apportate dopo gli scontri avvenuti in Porta Ticinese. Non è con la forza verso chi rivendica un diritto che si amministra una città: diventa un atto intollerabile e irricevibile in una metropoli laica e che si professa essere europea. L'amministrazione risponda a quanto avvenuto, spiegando le modalità di intervento, il motivo di un dispiegamento simile di forze dell'ordine, le direttive e le loro fonti, nonchè le prospettive che riguardano l'attivazione dei corsi presso i licei civici serali, come disposto da un sentenza del TAR. Contravvenire a un atto della Magistratura è una grave inadempienza conseguente a un comportamento illecito e illegittimo.
Alessandro Rizzo Capogruppo La Sinistra -Uniti con Dario Fo Consiglio di Zona 4 Milano |
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