.: Discussione: Carovana Antimafia parte da Milano dal Circolo ARCI50
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Inserito da Antonella Fachin il 10 Lug 2010 - 13:24
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Il tema continua ad essere di drammatica attualità, ma solo il sindaco e la Giunta Moratti negano l'evidenza: come mai?!?!?
Da ChiamaMilano di venerdì 9 luglio u.s. Cordiali saluti a tutte/i Antonella Fachin Consigliera di Zona 3 Lista civica Uniti con Dario Fo per Milano Facebook: Antonella Fachin ------------------------------------------ SOPPRESSATA E COMPUTER L’evoluzione della ‘ndrangheta ai tempi di Expo Nella Lombardia dell’Expo e grandi opere sono stati registrati 855 reati contro l’ambiente nel 2009, di cui 153 nel ciclo dei rifiuti e 254 in quello del cemento: ma i numeri non rendono conto di una situazione complessa che ha due nodi cruciali da mettere in rilievo, la mutazione della forza criminale che opera queste crimini, e cioè la ‘ndrangheta, e l’indifferenza al fenomeno mafioso in un territorio che tende a sentirsi escluso e protetto da questo genere di attività. Come emerge dalle analisi delle diverse operazioni condotte dalle forze dell’ordine in materia di crimini ambientali (facciamo riferimento al Rapporto Ecomafia 2010 redatto da Legambiente), queste attività si inseriscono in un ciclo completo di illegalità di stampo mafioso che parte dall’ingente flusso di denaro proveniente dal traffico di stupefacenti e si autoalimenta entrando in mercati tradizionalmente estranei come quelli economico e finanziario. “Oggi abbiamo a che fare non più con le vecchia mafia, ma con una mafia imprenditrice che è a diretto contatto col mondo della finanza, col mondo bancario, con le lobby politico-affaristiche” spiega Alberto Nobili (ascolta l'intervista), magistrato della Procura della Repubblica di Milano da tempo impegnato sul fronte delle indagini sulla criminalità organizzata. Una ‘ndrangheta che ha un piede nella tradizione e uno nella modernità, che ha la sua forza proprio nel non aver abbandonato quella cultura originaria di attaccamento alle proprie origini e il rispetto dei vincoli familiari nonostante si sia evoluta riuscendo oggi ad adoperare le nuove tecnologie e avendo intessuto rapporti con il mondo della finanza globale. “Soppressata e computer” suggerisce Nobili rifancendosi ad una battuta contenuta nel libro Mafia export di Francesco Forgione. E la penetrazione di questo tipo di mafia è ben al di là di ogni previsione, incalza. Come è emerso bene dall’Operazione Parco Sud, iniziata lo scorso novembre 2009, il legame dei boss calabresi col mondo imprenditoriale milanese e lombardo è strettissimo. Se il capitale primario deriva dal mercato della droga, è grazie ad attività imprenditoriali legali che esso viene riciclato, e il settore prediletto dalle cosche è quello del movimento terra, edilizia e mercato immobiliare, che consente un duplice risultato: ulteriori profitti che si ricavano dalla vendita della terra ‘mista’ e smaltimento illecito di rifiuti tossici e terre inquinate. E’ evidente che il territorio lombardo costituisce una ghiotta opportunità per le organizzazioni criminali, e il fatto che nei contratti d’appalto manchi la voce sul movimento terra è il punto debole che favorisce l’infiltrazione mafiosa. Oltre a questo, ciò che favorisce l’ingresso delle cosche negli appalti è anche l’indifferenza della politica nei confronti del fenomeno mafioso: “Questa nuova ‘ndrangheta richiederebbe davvero un grosso e consistente impegno nelle attività di contrasto che purtroppo non ci vede in campo con le forze adeguate” continua Nobili “qui al Nord purtroppo c’è ancora troppa distrazione nei cfr fdella mafia, è sciocco e deviante che ancora oggi qualcuno anche autorevole continui a sostenere che la mafia è un problema del Sud”. A questo proposito giova ricordare che poco più di un anno fa il Comune di Milano abrogava la Commissione antimafia istituita su proposta dell’opposizione all’inizio dello stesso anno. Una “distrazione” grave, soprattutto considerato che, in uno scenario come quello che emerge dai rapporti e dalle indagini a riguardo, l’Expo di Milano 2015 è sicuramente uno dei contesti di appalto pubblico più vulnerabili e a rischio di infiltrazioni criminali. Milano, una città peraltro che già deve fare i conti con l’eredità di un periodo di sviluppo economico in ambito chimico-industriale in cui tutto era permesso: dove saranno finite tutte le scorie di Milano, quelle dei grandi interventi di demolizione degli ultimi anni? si chiede il rapporto Ecomafia 2010. E quelle dei cantieri Expo, dove finiranno? La sottovalutazione del rischio dell’infiltrazione di criminalità organizzata nella catena degli appalti è già un dato di fatto. Antiniska Pozzi ------------------------------------ NON C’E’ CRISI NEL SETTORE ECOMAFIE I dati del Rapporto “Ecomafie in Lombardia” 2010 di Legambiente Ci sono imprese che vanno benissimo anche in tempi di crisi: è il caso delle Ecomafie, i cui numeri dovrebbero far impallidire e poi riflettere chi pensa che si tratti di fenomeni lontani. Se c’è un elemento che spicca nel sedicesimo “Rapporto Ecomafia” firmato dall’Osservatorio nazionale ambiente e legalità di Legambiente che aderisce all’associazione Libera-Contro le mafie, è questo: il ruolo sempre più presente della Lombardia nell’ambito della criminalità ambientale. Bastano pochi numeri per darne un’idea: 855 infrazioni contro l’ambiente nel 2009, 340 sequestri, 865 persone denunciate e un “ruolo da protagonista” nel 34 per cento delle grandi inchieste italiane sui traffici illeciti di rifiuti. Nono posto della classifica nazionale, prima fra le regioni del Nord: la Lombardia sembra puntare ad essere la locomotiva d’Italia anche negli ambiti peggiori. Com’era evidente anche nel rapporto 2009, i due ambiti prediletti in cui la regione Lombardia svolge un ruolo chiave è il ciclo dei rifiuti, insieme a quello del cemento e dell’abusivismo edilizio. Solo quello dei rifiuti è un affare da sette miliardi di euro: mille arresti e più di seicento aziende indagate in otto anni, e secondo il rapporto, in Lombardia sono in aumento le illegalità accertate nella gestione dei rifiuti che nel 2009 hanno raggiunto quota 153. È Brescia a detenere il numero maggiore di infrazioni (31), seguita da Pavia (28) e Cremona (23). “Questa regione è direttamente o indirettamente la più esposta” ha spiegato Enrico Fontana di Legambiente. “Pochi lo sanno, ma qui c’è anche un traffico al contrario: i rifiuti oltre a partire per essere portati all’estero in paesi come la Cina, arrivano dalle regioni del sud Italia come la Campania”. Il fenomeno non accenna ad arrestarsi: la Lombardia è diventata una delle regioni italiane maggiormente coinvolte nei grandi traffici di rifiuti. Anche per quanto riguarda il ciclo illegale del cemento la Lombardia non si fa comunque mancare nulla: 254 infrazioni accertate nel 2009, con 312 denunce e 23 sequestri che spaziano all’abusivismo edilizio agli appalti pubblici truccati, alle escavazioni illegali nei fiumi. “Il fatto è che però rifiuti e cemento tendono a diventare sempre di più un ciclo unico” ha spiegato Sergio Cannavò, co-presidente Centri di Azione Giuridica di Legambiente. Ed è ciò che emerge anche da alcune operazioni come quella nel Parco del Ticino, condotta dagli agenti coordinati dalla Procura di Busto Arsizio, che nel 2009 hanno sventato un giro di escavazioni abusive destinate alla realizzazione della TAV Milano Torino. Tra le provincie lombarde con più infrazioni accertate spicca quella di Sondrio con ben 81 casi, seguono Bergamo con 42 e Brescia con 36. Dalla denuncia all’azione: il rapporto di Legambiente contiene anche una parte di proposte, una sorta di “patto contro le ecomafie” in cui si chiede al governo di recepire entro dicembre 2010, come fissato dall’Unione europea, il delitto contro l’ambiente nel codice penale. Legambiente propone anche di inserire i delitti ambientali commessi nell’ambito delle attività imprenditoriali tra quelli previsti dal decreto legislativo 231 del 2001 che sanziona i soggetti giuridici, ovvero le aziende. Agli imprenditori e in particolare a Confindustria si chiede di espellere tutti coloro che figurano come protagonisti o complici. Antiniska Pozzi |
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In risposta al messaggio di
Alessandro Rizzo inserito il 6 Nov 2009 - 02:29
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