.: Discussione: Circa i Rom al Rubattino
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Due articoli interessanti
Cordiali saluti a tutte/i Antonella Fachin Consigliera di Zona 3 Lista civica "Uniti con Dario Fo per Milano" Facebook: Antonella Fachin ------------------------------------------- Metro, 05/07/2010 (in allegato) Grazie al quartiere la nuova vita di Marcu Forse Marcu- 39 anni, romeno, quattro figli vivi,una quinta gli è annegata in una roggia,quando stavano nel campo di Chiaravalle - non se ne rende ben conto, ma incarna una svolta epocale nella storia dei rapporti tra la città e i rom. Vederlo lì a lavorare insieme agli altri muratori che stanno rimettendo in sesto la bellissima Cascina Cuccagna fa pensare a un “miracolo a Milano”, non fosse che i miracoli vengono dal cielo, mentre questo - che sta letteralmente togliendo un'ottantina di persone dalla strada, dall'accattonaggio, dai reati, da una vita nell'immondizia - è un miracolo terreno e civile, che ha visto muoversi insieme il quartiere attorno a via Rubattino, le scuole, le famiglie, la comunità di Sant'Egidio, le Acli e i Gruppi di Acquisto Solidale. Con Marcu lavorano altri due rom, Sandu e Christian. Sono nel cantiere della Cuccagna con borse-lavoro o tirocini: stanno imparando il mestiere, e probabilmente per loro alla fine ci sarà un'assunzione. È una bella storia, la loro, che parte nel 2007, quando un gruppo di rom romeni arriva in via Rubattino, nell'area dell'ex Enel. Li segue la Comunità di Sant'Egidio, che fa sì che i bambini vengano iscritti nelle scuole di zona (il distretto Pini). All'inizio è il terrore, per maestre e genitori. Ma si fanno assemblee, riunioni, si prepara il terreno:e l'inserimento è un successo. L'anno dopo gli iscritti a scuola sono 36. La prima bambina rom viene invitata alla festicciola di una compagna: la mamma piange per la felicità. Il 19 novembre 2009 c'è il grande sgombero di Rubattino - uno dei tanti,costosissimi sgomberi criticati dall'Onu e dall'Unione Europea: sono stati oltre 100, nel milanese, negli ultimi mesi - i rom vengono dispersi nella provincia, come continuare ad andare a scuola? Ed è qui che il quartiere insorge: non vogliono che l'integrazione di questi bambini si fermi. Alcune famiglie ospitano in casa i rom, un gruppo di mamme si attiva e si produce un vino - il rosso R.O.M- che si vende tramite i Gas e finanzia le borse lavoro. I bambini stanno continuando a studiare, i padri e le madri imparano un mestiere, qualcuno è già uscito dai campi: una piccola, enorme vittoria. MARINA MORPURGO -------------------------- Avvenire, 04/07/2010 In via Rubattino la sfida delle mamme-maestre DI DANIELA FASSINI Una baraccopoli, nascosta alla vista degli automobilisti che si recano a Linate o verso le campagne dell’hinterland oltre la tangenziale est. Lì c’è un’area, che alcuni architetti dal piglio artistico potrebbero definire post-industriale, completamente abbandonata e degradata, occupata dagli stabilimenti della ex Innocenti. Qui, fra le colonne di cemento armato e le tettoie che non esistono più vivono 200 persone, sono rom di etnia romena. Gli stessi che erano stati sgomberati il 19 novembre 2009 dall’ex- area Enel, 100 metri più avanti e lungo la stessa via. Allora erano 300. Oggi, a distanza di 7 mesi, l’insediamento 'irregolare' di via Rubattino ne conta 200. Dove sono finite le restanti 80, 100 persone che mancano all’appello? «Vivono in una casa, il capofamiglia ha un lavoro, i figli più piccoli continuano ad andare a scuola, in via Cima o in via Feltre mentre i più grandi frequentano i corsi professionali per imparare un mestiere, come idraulico ma anche, molti, nel settore edile per bonificare l’amianto. In tutto 14 famiglie» racconta Elisa, volontaria della Comunità di Sant’Egidio che ha seguito il percorso e l’integrazione delle famiglie sgomberate da via Rubattino nell’autunno scorso. «L’integrazione di queste famiglie – prosegue Elisa – è il risultato dell’impegno di scout, della nostra Comunità, dei Padri Somaschi e della parrocchia di San Crisostomo ma anche della mobilitazaione di un intero quartiere ». Sin da novembre, infatti, le mamme e le maestre del quartiere Feltre e Rubattino si sono date subito da fare: con iniziative spontanee di solidarietà. E così c’è la mamma Anna che, il giorno stesso dello sgombero ospita la bambina rom, compagna di classe di sua figlia per poterle garantire la continuità della frequenza a scuola e dello studio, anche nei giorni di 'trasloco' dell’intera famiglia. C’è la mamma di Chiara che domani partirà in vacanza con Cristina, l’amichetta rom della figlia. Poi c’è la maestra Flaviana che si è preoccupata delle pratiche burocratiche del trasferimento, causa sgombero, di una sua alunna alla scuola più vicina al nuovo insediamento. Poi ci sono merende, cene e domeniche trascorse tutti insieme. «Non è stato un fuoco di paglia – continua a raccontare Elisa – ma una mobilitazione continua che include una cinquantina di 'volontari' laici e semplici abitanti del quartiere che fino al giorno prima possedevano loro stessi profondi pregiudizi nei confronti di queste popolazioni ma che in sette mesi si sono inventati di tutto, anche 'il vino rom' per raccogliere fondi da destinare a borse di studio e lavoro». Ma sono soprattutto le donne, mamme di famiglia e maestre ad essersi rimboccate le maniche: «Grazie a un inquilino italiano che ha dato il nominativo come garante, siamo riusciti a dare in affitto un appartamento a una famiglia che non avrebbe potuto dare garanzie» racconta in una lettera Assunta Vincenti, che si firma 'una mamma di Rubattino'. Si, perchè qui, tutti si sentono un po’ 'mamme di Rubattino'. |
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