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Per gestire i rapporti con i partiti richiama l’ex city manager Borghini Il rilancio di Letizia Moratti: pronta Il sindaco di Milano punta tutto sullo «sviluppo della città nella trasparenza, nelle regole e nell’armonia» MILANO — Prove tecniche di (ri)candidatura. Letizia Moratti è sempre più vicina all’annuncio ufficiale e sta mettendo a punto i dettagli della strategia che la porterà a tentare il bis a Palazzo Marino. Già prima delle vacanze si era confrontata su questa prospettiva con i collaboratori più stretti e con alcuni assessori, insieme ai quali aveva anche cercato di definire i temi amministrativi più stringenti in vista di un rilancio dell’attività comunale. Pochi giorni fa, poi, alla Festa milanese della Lega si era lasciata andare: «Credo di essere sostenuta da una maggioranza che sento come la mia maggioranza, e quindi non vedo perché il percorso per il 2011 debba essere diverso». Un mattone dopo l’altro, insomma, la candidatura prende forma. Forse anche per questo la Moratti ha deciso di richiamare nel suo staff l’ex sindaco Piero Borghini, che aveva guidato la sua Lista civica, era stato nominato City Manager e si era dimesso a luglio del 2008 («Gli fanno pagare la vicenda derivati», aveva accusato il centrosinistra alludendo all’inchiesta che nel frattempo aveva coinvolto l’amministrazione comunale): a Borghini, che vanta una lunghissima militanza nei partiti e nelle amministrazioni, verrà affidato il compito di gestire i rapporti politici. Tema, questo, su cui forse la Moratti si sente più scoperta soprattutto da quando non può più contare su relazioni ed esperienza del suo ex braccio destro, Paolo Glisenti. La spinta alla ricandidatura segue, non a caso, la presentazione del masterplan di Expo: come spiegano i collaboratori del sindaco, chiuso un capitolo che ha tormentato la Moratti per un anno condito di polemiche, si sono a questo punto meglio definiti i due ruoli di commissario dell’Esposizione e di vertice amministrativo. E, chiuso appunto un capitolo, la Moratti ha deciso di tornare a mettere la testa principalmente sui problemi della città, anche per dare un segnale a chi le sollecita maggiore presenza e maggiore incisività. La cosa non è sempre stata scontata. C’era stata una fase in cui, in realtà, l’ex ministro all’Istruzione sembrava più propensa a costruirsi un ruolo a livello internazionale, forte anche dei rapporti intrecciati organizzando la candidatura di Expo nei cinque continenti. Ma il vento è cambiato, i rapporti con i partiti si sarebbero rasserenati e anche la Moratti si sarebbe convinta a tentare la sfida sulla città proprio per dimostrare che Milano che nel 2015 ospiterà Expo può essere una metropoli moderna e al passo con i tempi. La testa su Milano, insomma. In quest’ottica andrebbe letta anche la durissima presa di posizione sulla vicenda dell’urbanistica, che pure le ha creato qualche problema nei confronti di alcuni costruttori, a cominciare da Salvatore Ligresti. Il costruttore nelle scorse settimane è addirittura andato in Provincia a chiedere il commissariamento del Comune per ottenere l’applicazione dei propri diritti edificatori. In questa delicata partita, seguita a distanza dalle forze di maggioranza, la Moratti ha segnato la linea della «trasparenza, delle regole e dell’armonia nello sviluppo della città», che dovrebbe diventare anche la bussola per le prossime scelte. Certo, le perplessità intorno al suo operato continuano a circolare e anche all’interno della maggioranza di Governo non tutti la vedono di buon’occhio. Ma è altrettanto chiaro che a decidere su una eventuale candidatura, alla fine non sarà questo o quel ministro. La parola andrà a Berlusconi: che in realtà agli Stati Generali organizzati dal presidente Roberto Formigoni, ultima uscita pubblica milanese del premier, si era rivolto al sindaco solo per sollecitarla a tenere la città più pulita. Berlusconi torna a Milano domenica, per concludere al festa nazionale del Pdl. Ad ascoltarlo ci sarà anche Letizia Moratti. E in molti si chiedono se ci saranno parole buone per lei. Elisabetta Soglio |
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