.: Discussione: Il rilancio di Letizia Moratti: pronta alla candidatura bis come Sindaco
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Da milano.corriere.it:
Folla per la chiusura della kermesse organizzata dal ministro La Russa. Moratti: ricandidarmi? Amo la mia città e sto bene nel Pdl Il sindaco alla Festa della libertà con Berlusconi. «Ho rifiutato tutti gli incarichi offerti dal centrosinistra» MILANO - Allora sindaco, si ricandida nel 2011?». Letizia Moratti è sul palco del Lido con i colleghi di Roma, Gianni Alemanno, di Varese, Attilio Fontana, di Reggio Calabria, Giuseppe Scopelliti. Risponde sorridendo, quasi emozionandosi: «Non ipoteco il mio futuro. Amo profondamente la mia città e sento una grandissima sintonia con la maggioranza». E, in più, «ho sempre rifiutato gli incarichi che mi sono stati offerti dal centrosinistra ». Una porta aperta verso il Moratti bis. Con due sostenitori eccellenti: il ministro Mariastella Gelmini («Letizia è la candidata naturale per Milano») e, ieri, il titolare della Difesa, Ignazio La Russa: «Un sindaco si giudica in dieci anni, non in cinque». Festa della Libertà, ultimo giorno, migliaia di persone in attesa del discorso di Silvio Berlusconi, cori e applausi. Mattinata con il viceministro Ferruccio Fazio e l’assessore lombardo alla Sanità Luigi Bresciani per discutere di influenza A, poi le letture di Giorgio Albertazzi e, intorno alle 16.30, «I Sindaci d’Italia orgoglio d’Europa». Si parla di amministrazione, di criminalità (Scopelliti: «Non esiste solo al Sud»), di identità locali e nazionali (Alemanno: «Devono fare pace»), di tradizioni (Fontana: «Siamo orgogliosi delle nostre, come Tornatore lo è delle sue»). Letizia Moratti insiste su merito e responsabilità, racconta il suo peggiore momento da sindaco (l’esplosione in via Lomellina) e, a fine dibattito, dichiara il suo amore per Milano: «È la mia casa, la mia città, finché potrò le darò tutte le mie energie ». Occhi lucidi, poi le parole conclusive: «Io, con questa maggioranza di governo, sento di avere gli stessi valori di libertà, di democrazia. E, consentitemi, anche quelli dell’allegria e della fiducia. Insomma, non si può pensare sempre negativo». Applaudono tutti. La prima fila (il vicesindaco Riccardo De Corato, ringraziato pubblicamente dal palco, l’assessore Mariolina Moioli, il presidente della Provincia, Guido Podestà, Manfredi Palmeri, Carlo Fidanza) e tutto il Lido. Ce ne saranno altri, di applausi (ovazione all’arrivo di Vittorio Feltri, direttore de Il Giornale ). E grida, voci fuori dal coro, discussioni. Come quella sull’immigrazione, con La Russa pronto a dire: «Penso che abbia ragione Calderoli, il voto va dato a chi è cittadino italiano. Poi si tratta di decidere chi è cittadino italiano». Dunque sì al dibattito, e «percorsi agevolati a chi è nato in Italia e vi ha concluso un ciclo di studi, ma per gli stranieri adulti il termine dei 10 anni va bene». E ancora: «Non si deve usare il tema della cittadinanza come una clava». Ultimi interventi, sale l’attesa. Silvio Berlusconi arriva al Lido intorno alle 18. Parla a braccio per un’ora, ricorda la sua discesa in campo, fa battute, parla di politica nazionale e internazionale, degli alleati e dei nemici politici di sempre «che hanno cambiato nome ma non mentalità e vogliono rimettere l’Ici» (tagliare l’imposta fu una delle battaglie di Letizia Moratti). E anche se il premier non cita mai Milano, la folla è entusiasta, tutti cantano in coro l’inno del Popolo della Libertà, alla fine sono solo abbracci e strette di mano. Spetterà a Ignazio La Russa, organizzatore della quattro giorni targata Pdl, fare un bilancio: «Abbiamo dimostrato che questo partito ha un’anima. La platea non è mai stata vuota, c’è voglia di dialogo e confronto. È uscito anche che le decisioni dovranno passare dai dibattiti e dagli organi di partito». Infine un’analisi su Letizia Moratti: «Un sindaco del Pdl si giudica nell’arco di dieci anni. Chi lo valuta su tre sbaglia. E poi insomma, l’amore tra la Moratti e Milano non si discute. Non lo può negare nessuno». Annachiara Sacchi 28 settembre 2009 |
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