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Palazzo Isimbardi: decideremo in 15 giorni un eventuale provvedimento Comune e Provincia, duello sul mattone Il gruppo Ligresti ha chiesto il via libera ai cantieri. Ora Palazzo Marino rischia il commissariamento MILANO - Sono tre società direttamente o indirettamente riconducibili al gruppo Ligresti quelle che hanno depositato ieri in Provincia, come anticipato dal Corriere della Sera, altrettante richieste di commissariamento ad acta del Comune di Milano per questioni urbanistiche aperte da vent’anni. Si tratta infatti di Altair e Imco, società controllate da Sinergia, holding di partecipazioni della famiglia Ligresti e di Zero sgr, società che gestisce un fondo immobiliare in cui il gruppo ha investito insieme ad altri sottoscrittori del fondo stesso. I progetti per i quali viene chiesto il commissariamento riguardano la zona di Trenno-Osma-Sant’Elia-Natta; via Maconago; un’area di Bruzzano. Gli uffici comunali dell’Urbanistica, che non hanno ancora ricevuto comunicazioni ufficiali da parte della Provincia, stanno cercando di capire di che cosa si tratti. Da quanto ricostruito fin qui, risulta che per via Natta c’erano state molte contestazioni anche dagli abitanti del circondario, visto che si tratterebbe di realizzare palazzi molto alti in una zona di palazzine basse vicine al QT8. Più complessa la situazione di via Maconago anche perché siamo nel Parco Sud e nei pressi del Cerba: fra l’altro c’è una diatriba aperta sulla necessità o meno di avere anche un’approvazione del Piano di cintura. Infine, per quanto riguarda Bruzzano, si tratta di un progetto che farebbe parte, insieme ad altri per terreni più a sud, del Piano casa firmato a metà degli anni ’80 e finito al centro dell’inchiesta sulle cosiddette 'Aree d’oro'. Fin qui, il tema del contendere. La questione ora avrà una fase puramente amministrativa, come precisano in Provincia: il settore Pianificazione di Palazzo Isimbardi entro 15 giorni deve mandare una comunicazione ufficiale agli uffici omologhi di via Pirelli. Il Comune, a sua volta, avrà 30 giorni di tempo per rispondere chiudendo i procedimenti contestati. Nel frattempo, però sarà la politica a cercare una soluzione alternativa, anche per evitare ad una giunta di centrodestra di dover commissariare un’altra giunta di centrodestra e al presidente Guido Podestà di mettersi, all’inizio del suo mandato, di traverso alla collega Letizia Moratti. E qualora si trovasse una via alternativa, gradita anche all’operatore privato, cadrebbe di fatto la richiesta di commissariamento. Nel frattempo, l’opposizione sollecita chiarimenti. In Provincia, il tema è stato posto dal consigliere Enrico Marcora (Udc) che ha chiesto chiarimenti anche all’assessore all’Urbanistica Fabio Altitonante. In Comune, il consigliere Basilio Rizzo (Lista Fo) si chiede se questo sia «un modo perché dall’esterno, tramite commissariamento, si possa ottenere ciò che dall’istituzione competente, in cui è possibile un controllo democratico dei consiglieri, non è possibile avere». Ne approfitta, Rizzo, per chiedere al sindaco «se è possibile verificare il rispetto di tutte le convenzioni tra società riconducibili a Ligresti e il Comune». Il capogruppo del Pd, Pierfrancesco Majorino, chiede un dibattito in consiglio comunale e in commissione Urbanistica perché «l’interesse della città va difeso da qualsiasi tentativo poco trasparente di tutela degli interessi di chicchessia». Enrico Fedrighini (Prc) dà atto all’assessore che «sta gestendo bene una partita delicata e gli chiediamo insieme a tutti i milanesi di resistere. Non faccia retromarcia». Notizie correlate: |
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