sono considerazioni che condivido in toto: Una logica da laissez faire finanziario (v. i debiti del Comune in tema di derivati) applicata all’edilizia. Il Comune di Milano si mostra in tutta la sua DEBOLEZZA: rinuncia a perseguire una propria visione di città, da offrire al confronto con i cittadini, ossia al "governo del territorio", e lascia al privato (ai pochi privati che "contano") la definizione dello sviluppo urbanistico della città... e i servizi?
Cordiali saluti a tutte/i Antonella Fachin Consigliera di Zona 3 Capogruppo Uniti con Dario Fo per Milano Facebook: Antonella Fachin -----------------------------------------------
IL MENO PEGGIO NON BASTA Benché emendato dagli aspetti più disastrosi il Pgt rimane un’ipoteca disastrosa sul futuro di Milano
La lunga trattativa tra maggioranza e opposizioni sul Piano di governo del territorio ha portato indubbiamente a qualche passo avanti, o meglio, ha corretto gli aspetti più disastrosi di quello che in realtà è tutt’altro che un piano di governo quanto, piuttosto, una deregulation che imbandisce Milano come tavola assai ghiotta per la speculazione. Infatti, l’impianto del Pgt non è cambiato sebbene si siano limitati gli indici edificatori negli Ambiti di trasformazione urbana, sia stata aumentata la percentuale di housing sociale e si sia praticamente detto addio all’irrealizzabile tunnel Linate-Rho.
Il piano di governo del territorio, infatti, continua a non proporsi l’obiettivo di governare lo sviluppo della città –sviluppo che non può essere inteso solo nell’accezione edilizia– ma si pone semplicemente l’obiettivo di creare volumetrie, incrementare indici edificatori, in poche parole, di lasciare spazio al cemento.
Non è un caso che sull’attribuzione degli indici edificatori ai terreni agricoli del Parco sud la maggioranza e l’Assessore Masseroli non abbiano voluto fare alcun passo indietro. Si tratta dell’architrave del Pgt e l’esempio più chiaro degli intenti reali che lo animano. Questa trovata –a detta di molti illegittima– crea dal nulla delle volumetrie che potranno essere spalmate sul resto della città attraverso il meccanismo, ancora alquanto oscuro, della perequazione. Infatti i terreni del Parco sud rimarranno agricoli, ma come per incanto genereranno indici edificatori che potranno essere acquistati, scambiati, contrattati e “utilizzati” sul territorio urbano.
Una logica da laissez faire finanziario applicata all’edilizia. Infatti, con il Piano di governo del territorio non scompare solo la destinazione d’uso e viene affidata al privato la definizione dello sviluppo urbanistico della città, ma lo stesso virus che ha devastato l’economia negli ultimi due anni, viene inoculato nel tessuto urbanistico di Milano con una trovata non meno assurda di quella che avrebbe potuto attribuire ad ogni cittadino milanese tanti metri cubi edificabili per quanti ne ha d’atmosfera sulla propria testa incoraggiandolo a venderli al miglior offerente.
In risposta al messaggio di Oliverio Gentile inserito il 1 Giu 2010 - 10:34