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Il Pd: accordo sul Pgt. Ma in cambio subito la commissione antimafia
Maggioranza in difficoltà. La proposta di Majorino
MILANO - Un piccolo spiraglio. Per chiudere la pratica infinita del Piano del Governo del territorio. Che ieri ha conosciuto l’ennesima battuta d’arresto. Solo 26 consiglieri in aula. La maggioranza, ancora una volta, non è riuscita a mantenere il numero legale nonostante il giorno prima avesse mostrato i muscoli nominando il nuovo presidente della Commissione Urbanistica contro il volere dell’opposizione.
Ma ieri, l’opposizione ci ha riprovato durante la riunione dei capigruppo. Mettendo sul tavolo le condizioni per un possibile accordo. «O la maggioranza accetta i nostri 15 punti di riforma del Pgt—ha detto il capogruppo Pierfrancesco Majorino—o il sindaco Moratti ritira tutti i consiglieri comunali dai consigli di amministrazione delle società del Comune ». Strade impercorribili. La prima, perché stravolgerebbe il piano di governo del territorio. La seconda, perché farebbe scoppiare la rivolta tra i tanti consiglieri di maggioranza che hanno un doppio incarico. Ma in realtà, c’è una terza opzione che non è stata formalizzata ufficialmente sul tavolo dei capigruppo, ma che è arrivata sul tavolo del sindaco. Più praticabile e realistica dal punto di vista politico.
L’opposizione chiede che venga istituita la Commissione antimafia bloccata sul nascere da un intervento del prefetto Gian Valerio Lombardi e che la presidenza venga affidata al Pd. Il prefetto aveva stoppato la commissione che aveva il compito di indagare sul rischio di infiltrazioni criminali (anche) in vista dell' Expo, perché «la competenza specifica in materia di sicurezza è dello Stato e non dei comuni » e che «conseguentemente non risulta ipotizzabile la costituzione di una commissione consigliare in tale materia con la partecipazione di magistrati e funzionari delle forze dell'ordine ». Ma secondo il Pd non sarebbe difficile modificare quella parte del testo che riguarda «i membri permanenti» della commissione. E la Moratti non aveva mai fatto mistero, prima dell’intervento prefettizio, di gradire l’istituzione della commissione. Mentre, una grande fetta del Pdl, aveva sempre rigettato la creazione della commissione ad hoc al punto da annullare la delibera di costituzione con un voto in aula.
La porta è stretta. Ma all’orizzonte non si intravedono altre soluzioni. Sul tavolo restano oltre 1200 emendamenti. E neanche sedute fiume per tutto il mese di marzo, garantirebbero il voto sul Pgt. Soprattutto vista la tenuta del centrodestra. Ieri sono mancati o arrivati in ritardo in 10. Il sindaco Moratti, il leghista Matteo Salvini, i pidiellini Giulio Gallera, Alberto Garocchio, Vincenzo Giudice, Marco Osnato, Giovanni Bozzetti, Alessandro Fede Pellone, Lorenzo Malagola e l'indipendente Giancarlo Pagliarini