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Da milano.corriere.it:
Il dibattito. L’assessore: riflessione sul tunnel Linate-Expo, no alla cancellazione Urbanistica, il Pd «apre» al dialogo Il Pdl: passo avanti, ora il confronto Il centrosinistra: ecco le 15 condizioni per il via libera al Piano di governo del territorio MILANO - Prove di disgelo sul Pgt. Il Pd scopre le carte e mette sul tavolo le condizioni per poter aprire il confronto con il centrodestra: 15 punti, molti dei quali stravolgono il documento di piano. La maggioranza incassa e con molta prudenza apre uno spiraglio. «È stato fatto un passo avanti - attacca l’assessore all’Urbanistica, Carlo Masseroli - le proposte sono tutte approfondibili. Ci lavoreremo insieme alla maggioranza ». Apre anche il capogruppo del Pdl, Giulio Gallera: «Riteniamo che le proposte del Pd sono serie. Alcune condivisibili, altre no. Ma approviamo l’atteggiamento». Il varco è stretto. Ma la volontà c’è. Perché l’alternativa è restare bloccati in aula mesi e mesi. Ieri sono stati esaminati solo 6 emendamenti, poi la seduta è saltata per mancanza di numero legale. Si riparte questo pomeriggio. I primi abboccamenti sono timidi. Anche perché le richieste del Pd sono tante. Riassumibili in una battuta del capogruppo Pierfrancesco Majorino e dal segretario Roberto Cornelli: «Il sindaco dica se è un piano blindato da discutere solo con Berlusconi o il piano della città e quindi oggetto di confronto e di modifica. Noi vogliamo una città dove sia il pubblico a dare l’indirizzo, non il privato». Una filosofia radicalmente opposta allo spirito del Pgt che elimina vincoli e si affida alla «responsabilità » del privato per lo sviluppo della città. Ma, comunque ci si prova. Passo su passo. L’irrinunciabile del Pd passa attraverso una lunga lista. A partire dall’eliminazione del tunnel Linate-Expo. «Un pericolo ambientale » sottolinea Majorino. È il primo scoglio. Forse, quello più grande: «Se mi si chiede di fare una riflessione su ciò che accade intorno al tunnel va bene - replica Masseroli - Ma chiedermi di eliminare una grande infrastruttura come il tunnel tout court non lo capisco e mi sentirei irresponsabile nei confronti della città». La possibile mediazione potrebbe arrivare con l’emendamento presentato dal Verde, Enrico Fedrighini che chiede di stralciare il tunnel dal Pgt, studiare tutto quello che riguarda il suolo e il sottosuolo e poi ridiscuterne: «Mantenere nel Pgt il tunnel, senza che nello stesso Pgt vi sia traccia alcuna su funzione, utilità e impatto dell'opera nel sistema di mobilità urbana, rappresenta una forzatura ideologica incomprensibile. Credo che non vada incluso nel Piano almeno finché quel tratto di matita non si trasformerà in un reale progetto i cui impatti e benefici siano pubblicamente valutabili dalla città». Ecco gli altri punti irrinunciabili. Dalla proposta di un grande parco che occupi tutta l'area dello scalo Farini al divieto che nel Parco Sud si esercitino diritti edificatori, dall'affidamento del controllo sulla perequazione a un ente pubblico terzo, all’incentivazione degli affitti a prezzo calmierato tramite l’abolizione dell’Ici, alla contrarietà sul trasloco di Palazzo di Giustizia. Oggi nuova seduta. Si saggerà la resistenza e la voglia di apertura. Tutti pronti a fare mezzanotte. Maurizio Giannattasio 21 gennaio 2010 Da milano.corriere.it: l'intervista Milly Moratti: questo Pgt è una resa. Lotterò fino alla fine La consigliera indipendente: «Porterò avanti gli emendamenti scritti con la società civile» MILANO - «È una resa». Milly Moratti, consigliera ambientalista, sfoglia il librone da 370 pagine del Piano di governo di territorio e sospira. «Argomentazioni oziose fino a pagina 350. Poi tutto ciò che conta è espresso in 10 paginette». Insieme ai colleghi d’opposizione Giuseppe Landonio e Patrizia Quartieri ha presentato 640 emendamenti e intende difenderli fino all’ultimo. «Alcuni sono già stati approvati», dice soddisfatta. Il Pgt una resa? Prego? «Questo documento segna l’incapacità del Comune di dare alla città un piano urbanistico. Non c’è il coraggio di proporre un progetto organico. Da dopo tangentopoli siamo andati avanti con piccoli arrangiamenti: l’amministrazione dava le risposte di fronte alle singole domande degli operatori, di volta in volta. Ora questo metodo diventa una regola. Ma si rischia la deregulation completa». |
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