.: Discussione: Piano di Governo del Territorio (PGT) on line: osservazioni ed emendamenti
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Da ChiamaMilano di venerdì 7 novembre riporto questo articolo e quello pubblicato in precedenza.
Cordiali saluti a tutte/i Antonella Fachin Consigliere di Zona 3 Capogruppo Uniti con Dario Fo per Milano ------------------------------------------ CEMENTO NONOSTANTE TUTTO Il nuovo PGT prevede 300.000 nuovi Milanesi che non ci saranno mai ![]() Su queste cifre è stata articolata l’offerta di cemento del nuovo Pgt che manda in soffitta il Piano regolatore e segna la liberalizzazione urbanistica. Via libera quindi a cubature per un aumento di circa il 25% della popolazione in meno di vent’anni. Una cifra da migrazione di massa. Un’ “invasione” da capogiro se fossero numeri previsti e prevedibili. Ma possiamo stare tranquilli poiché a meno di sconvolgimenti epocali non ci sarà nessuna invasione. Secondo i dati dell’Ufficio statistica del Comune di Milano nei prossimi quindici anni l’aumento massimo della popolazione milanese sarà attorno alle 55.000 unità, sempre che si verifichino le condizioni (migratorie e di fertilità) più favorevoli, altrimenti i circa 1.305.000 abitanti di oggi potrebbero anche diminuire. Del resto il tasso di fertilità delle donne milanesi rimane ben al di sotto del tasso di riproduzione della popolazione (2,1 figli per donna) e si attesta ad appena 1,35, considerando anche le straniere, poiché quello delle milanesi di nazionalità italiana è di appena 1,1. Anche la piramide delle età dimostra che a Milano è più conveniente investire in residenze per anziani che in appartamenti. Se confrontiamo il Capoluogo lombardo con metropoli in forte espansione e nelle quali il business dell’edilizia, complice anche la bolla speculativa, è stato una vera e propria turbina, vediamo come non si spieghi questa presunta necessità di nuova edilizia residenziale. Milano ha una popolazione molto più anziana di quelle di Londra, New York e Shangai: molti meno bambini e molti meno giovani che tra dieci o vent’anni cercheranno casa. Ma ciò a chi ha deciso di disegnare il futuro di Milano all’insegna del cemento sembra non interessare, nonostante la demografia e soprattutto nonostante l’economia. Chi è in grado di ipotizzare una domanda di edilizia residenziale per almeno 300.000 persone nel prossimo ventennio quando il mercato immobiliare ha subito nel 2008 una contrazione del 10% e per quest’anno è previsto un ulteriore calo del 27%? Cemento nonostante tutto? Nonostante il flop Santa Giulia, dove le banche sono impegnate a scongiurare il fallimento del Gruppo Zunino? Nonostante non ci sia la ressa per acquistare le nuove case di City life, il nuovo quartiere di lusso costruito sulle ceneri della Fiera e impreziosito dai grattacieli sghembi delle archistar planetarie? Cemento nonostante tutto. Poiché sembre essere questo l’unico destino possibile di Milano, l’unico processo di crescita economica che interessa coloro che decidono il destino della città. B.P. |
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