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più posti auto del previsto, o posti auto edificati su un’area diversa da quella stabilita Box «fuorilegge», arriva la sanatoria MILANO - L’operazione del Comune è spiegata nell’intestazione del documento: «Parcheggio oggetto di sanatoria». Segue elenco dei quattro box interrati «residenziali » che non rispettano le indicazioni del Piano urbano parcheggi (Pup) perché realizzati con «numero di posti auto » superiore e su «un’area diversa da quella prevista» (le varianti ai progetti sono sempre per eccesso). Accertate le incongruenze, l’assessorato ai Lavori pubblici ha chiesto all’Avvocatura un parere sulla possibilità di condonare gli autosilos di via Lucerna, via Riccione, via Valsesia Est e Ovest. Una risposta positiva di massima è arrivata in un vertice tra assessori: ora va definito il passaggio amministrativo (in consiglio, in giunta o con atto dirigenziale). Insorge l’opposizione: «Perché i Comitati di vigilanza non si sono accorti di nulla?». Il consigliere dei Verdi, Enrico Fedrighini, presenta oggi un’interrogazione all’assessore Bruno Simini: «Un’eventuale procedura di condono o sanatoria costituisce un precedente in grado di incidere negativamente sulla credibilità e la sostanziale trasparenza » delle procedure. Dunque? «Fermiamoci. E apriamo una commissione sui box». Allegato O della richiesta di sanatoria, sesta colonna. Titolo: «Coerenza con Pup della variante». È il nodo. La «coerenza» tra quanto stabilisce il Piano e le caratteristiche modificate e ora definitive dell’autosilo. Primo caso, via Lucerna: la superficie è passata da 2.605 a 3.369 metri quadri e i 174 parcheggi iniziali sono diventati 226, nonostante il documento d’inquadramento prevedeva un’area «meno estesa» e 200 posti al massimo. Lo stesso discorso vale per i box in via Valsesia Est e Ovest (da 121 a 200, invece di 150) e via Riccione (da 98 a 238 posti grazie un ritocco della convenzione che ha concesso due piani in più). E la coerenza? «I dati di variante — si legge nel documento — sono coerenti con lo studio aggiornato del fabbisogno di posti» fatto dall’Agenzia per la Mobilità. In tutti e quattro i casi. In sostanza, Milano ha più fame di box oggi rispetto all’epoca Albertini. È la tesi che giustifica il condono: i parcheggi sono più grandi del previsto, ma servono così. Il business dei box sotterranei (un giro d’affari da un miliardo e mezzo di euro per costruire 60 mila posti auto) venne sbloccato dall’ex sindaco e commissario straordinario Gabriele Albertini. La città è stata disseminata di crateri prima e di contenziosi poi: ci sono cantieri che hanno danneggiato i palazzi, prezzi lievitati tra inizio e fine dei lavori, rogiti bloccati. Un caos edile e burocratico. Scoppiato nonostante ogni autosilo sia stato controllato da un Comitato di vigilanza composto da due dipendenti scelti dal Comune tra i tecnici del settore Parcheggi: indicati da Palazzo Marino, sì, ma pagati «direttamente» dai costruttori, senza alcun filtro amministrativo. Il sistema delle verifiche ha funzionato così fino al dicembre 2006, quando la giunta Moratti ha «sospeso» le nomine secondo le regole di Albertini. Ora è arrivata un’altra stretta. Gli indirizzi per la nomina dei Comitati sono stati approvati in giunta il 31 luglio e la delibera risolve i «profili problematici» individuati nella precedente gestione: i nuovi componenti non saranno più scelti nel settore Parcheggi ma presi — a rotazione — tra tutti i dipendenti iscritti a un albo istituito nel settore Risorse umane; l’onorario non sarà versato dai concessionari nei conti in banca dei custodi, ma transiterà prima nelle casse di Palazzo Marino (eccolo, il filtro). E, infine, il compenso sarà «fisso e invariabile», calcolato «al momento dell’affidamento dell’incarico». Viene precisato perché ogni variante al progetto, in passato, faceva lievitare lo stipendio del controllore. Curioso, no? Un bonus per ogni box aggiunto. Sarà un caso, ma i posti sono aumentati. Conclude il consigliere Fedrighini: «La giunta faccia definitivamente chiarezza e pubblichi l’elenco del personale che ha fatto parte dei Comitati tra il 2001 e il 2006. Indichi emolumenti, varianti approvate ed eventuali modifiche progettuali non autorizzate». Armando Stella |
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