Il Pd: Milano merita di più Valorizzare il bene comune
Fedrighini (Verdi): la politica deve essere al servizio della città. Majorino: dobbiamo costruire un futuro per tutti
MILANO - C’è chi aderisce al Manifesto. Senza se e senza ma. Come i Verdi milanesi con Enrico Fedrighini «perché il Manifesto indica la strada della politica come servizio civico». E chi prende spunto dal Manifesto per elaborare cinque sì e cinque no. Come Pierfrancesco Majorino, capogruppo del Pd a Palazzo Marino. Un pentalogo per un cambiamento della città. Il sì e il no. Il Manifesto chiama in causa i politici. Li interroga. Ha parlato il centrodestra.
Tocca al centrosinistra. Majorino stila i punti. I sì: a Milano serve un cambiamento pubblico. A Milano serve una rivoluzione ambientale. Milano va guardata con gli occhi dei bambini. A Milano bisogna riavvicinare la cosa pubblica ai cittadini. A Milano serve un futuro per tutti. Pensieri che vanno declinati nella realtà. La parola d’ordine è: cambiamento. Anzi cambiamento radicale. «A Milano serve un cambiamento radicale... — attacca Majorino —. Il tema della città pubblica, della riscoperta del valore del bene comune, deve contraddistinguere la proposta politica del nuovo centrosinistra». Con una accentuazione: «Sono convinto che Milano sia molto più vitale di quanto si percepisca nella sua dimensione pubblica. Lo dico da tempo... Milano sotto la cenere è molto più dinamica di quanto si creda. Ma per l’appunto, la cenere va tolta».
Tanti anche i no. No, alla politica tra pochi, No alla contrapposizione politica-società civile, No all’ossessione dell’avversario, No alle discussioni inutili, No alle decisioni romane. Non è questione di appartenenze per il Verde, Fedrighini. Anzi, il Manifesto è lo spunto per liberarsi dalle lobby della politica. «La risposta non può che essere quella di partire su basi civiche, dare espressione a quel formidabile laboratorio civico che è la società. È una politica nobile che non c’entra niente con i partiti ». Guarda alla trasversalità Fedrighini. E le sue parole non sono opportunismo. Su Ecopass, provvedimento che riteneva coraggioso e innovativo, si è battuto con più forza del sindaco Letizia Moratti. «La domanda che noi ci poniamo ogni volta è: serve o non serve alla città? Deve prevalere il bene comune rispetto alla fedeltà politica». Conclusione tutta politica: «Noi Verdi siamo pronti a entrare in una rappresentanza civica al di là degli schieramenti ».