Expo, per accelerare i progetti Stanca punta a una legge speciale «Va imitato il modello Torino». Gli architetti: tavolo di due chilometri per l’area
MILANO - Auspica una legge speciale. Sul modello dei giochi invernali di Torino del 2006. Per evitare che intoppi e ritardi blocchino il cammino di Expo. Nuovo cda, orfano del consigliere della Provincia, Enrico Corali. «Mi auguro che Podestà ci ripensi» attacca Leonardo Carioni, consigliere in quota Lega. «Manifesto un sincero e autentico apprezzamento per Corali. La sua assenza rappresenta per una significativa mancanza», dice Beniamino Lo Presti, componente del collegio sindacale. E Guido Podestà? «Non ho detto niente di rivoluzionario, non escludo una riconferma».
Due i temi sul tappeto. L’ufficializzazione del Comitato scientifico e le linee guida del masterplan per il sito. Ma, Lucio Stanca, amministratore della società, ha voluto guardare oltre l’ordine del giorno. E ha tracciato un possibile scenario futuro. Quello che riguarda la realizzazione del sito. I tempi sono stretti e gli iter burocratici complicati. Stanca non disdegnerebbe affatto che, come per Torino, venga varata una legge speciale per l’Expo di Milano. «Altre città e altri grandi eventi - avrebbe detto l’ad agli altri consiglieri - hanno potuto usufruire di una legge speciale». Perché non Milano? Stanca potrebbe farsene promotore in Parlamento. «Seduta positiva» esclama Carioni. Anche se non sono mancati i momenti di tensione. A partire dal milione e 250mila euro per il Comitato scientifico. A chiedere un contenimento delle spese è stato il rappresentante della Regione, Paolo Alli, coadiuvato da Carioni. Alla fine si è deciso di tagliare gli stanziamenti e di rinunciare alla segreteria tecnica (spesa, 500mila euro). La segreteria sarà affidata direttamente alla Soge.
Ma «l’approvazione della costituzione del Comitato scientifico» ha creato qualche attrito con il sindaco Letizia Moratti. Rimarca che il Comitato è nato su suo impulso e «confermato nell'ambito delle prerogative a me assegnate come Commissario». E non senza malizia aggiunge: «Ricordo infatti la gradita sorpresa con la quale molti delegati dei Paesi riuniti nel Bie hanno accolto la presentazione di un Comitato Scientifico a supporto del nostro progetto in occasione della nostra prima presentazione pubblica a Parigi il 19 dicembre 2006». Altro capitolo: il sito. Ieri, l’architetto Stefano Boeri è volato a Parigi per un incontro con il Bie. Polivalenza, flessibilità, aderenza al tema. E l’idea di realizzare un «tavolo» lungo due chilometri sul boulevard principale - un percorso sensoriale ed esperenziale - imbandito con tutti i gusti del mondo e le colture dei vari paesi. Sul boulevard si affacceranno i padiglioni, in parte coperti e in parte scoperti.
Maurizio Giannattasio 25 giugno 2009 (ultima modifica: 26 giugno 2009)
il viceministro sull'evento del 2015: troppi problemi e intoppi, i tempi sono stretti
L'attacco di Castelli: «Expo, basta ritardi o nomineremo i commissari» Scontro sulla decisione di Podestà di allontanare Corali dal cda: il disappunto della Lega e della Regione
«Se ci saranno ritardi nomineremo dei commissari». Un altro fulmine si abbatte su Expo. Alla vigilia del cda della Soge, slittato a dopo le elezioni, il viceministro alle Infrastrutture, Roberto Castelli lancia la bomba durante l’audizione della Commissione Lavori pubblici del Senato. «I tempi sono stretti, strettissimi. Il 2015 è domani — attacca Castelli — Se vediamo che ci sono problemi e intoppi negli iter approvativi e burocratici, ci dobbiamo porre il problema della nomina dei commissari. I commissari non si nominano a priori, come pensa qualcuno che parla di ritardi nelle nomine. È una questione che, evidentemente, valuteremo caso per caso». Per mesi è stata un mormorio sottotraccia. «Arriva Bertolaso, arriva Bertolaso». Ieri, l’ipotesi di un commissariamento dell’Expo ha preso forma e corpo con le parole di un rappresentante del governo.
«Ma perché stupirsi tanto — spiega Castelli —. Ci siamo prefigurati questo strumento nel decreto legge 185 e abbiamo previsto la figura del commissario perché abbiamo ereditato un programma (quello dell’Expo, ndr)) dalla precedente legislatura. Con gran parte dei progetti allo stato preliminare o allo studio di fattibilità. Ci siamo voluti premunire con questo strumento». Resta l’accelerazione improvvisa. Determinata da cosa? Uno dei fattori scatenanti potrebbe essere stato l’invito lanciato dal neopresidente di Palazzo Isimbardi, Guido Podestà al rappresentante della «vecchia» Provincia, di abbandonare il posto di consigliere nella Soge. Un invito rivolto a tutti i rappresentanti nominati da Penati nei vari cda e società partecipate da Palazzo Isimbardi.
Enrico Corali non ha fatto un plisset, da galantuomo ha alzato il telefono e ha chiamato Podestà rimettendo nelle mani del neopresidente il mandato. Ma questo ha indispettito la Lega e soprattutto Umberto Bossi. Quella di Podestà, per gli uomini del Carroccio è una decisione non condivisa. Anche perché l’asse Lega-Penati in consiglio d’amministrazione è sempre stata solida. «Ho una grande stima professionale e personale per Corali — attacca Leonardo Carioni, consigliere in quota alla Lega — Chiaramente il presidente della Provincia ha titolo per avere persone di propria fiducia. Ma non mi aspettavo che fosse una decisione così veloce. Non vorrei che qualcuno la utilizzasse per scaricare le responsabilità su Corali. Corali ha lavorato bene e ha dato un supporto costruttivo». Castelli si limita a una battuta: «Vuol dire che Podestà mette in cima ai suoi pensieri l’Expo. È positivo».
Ma non è solo il Carroccio a mostrare disappunto per la fretta di liberare le poltrone. Anche dalla Regione governata da Roberto Formigoni, filtra un forte malumore per l’accelerazione imposta dal neopresidente della Provincia. Quello di giovedì sarà dunque un cda a quattro. Senza il delegato della Provincia. Vicenda che sicuramente creerà tensione nel board della Soge. Due i temi all’ordine del giorno. Lo stanziamento di 1 milione e 250mila euro per il Comitato scientifico di Expo e le linee guida del nuovo masterplan del sito a Pero-Rho. Ma gli occhi sono puntati anche alla seduta del Cipe di domani a Roma. Un appuntamento cruciale per capire se arriveranno i soldi per le opere infrastrutturali. La speranza di Milano è che il Cipe approvi l’elenco delle opere con i relativi finanziamenti. Dentro ci sono la linea 4 e la linea 5 del metrò. Un passaggio fondamentale. A quel punto ci sarebbe la sicurezza che nella seduta del Cipe di fine luglio arriverà l’approvazione tecnica e finanziaria.