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L’annuncio dell’assessore Masseroli all’Ambrosianeum «Il parco per i bimbi si farà» Vicino a via Novara. La delibera firmata entro l’estate. L'ideatore Fulvio Scaparro: ottima scelta MILANO - Immaginiamo che. Si comincia sempre così. Un progetto, un’idea, un sogno. Un parco. Aulì ulè, per esempio. Il grande spazio verde pensato solo per i bambini, si farà. Un sogno con le gambe che ha camminato fino a qui. Ad Ovest della città, vicino a via Novara. Tra il parco Trenno, Bosco in Città e il parco della Cave, accanto a via Cascina Bellaria. Dove, appunto, sorgerà Aulì ulè. «Adesso non ci resta che presentare la delibera » spiega l’assessore allo Sviluppo e al Territorio, Carlo Masseroli. «Mi piace molto. Non abbiamo alibi. Ora tocca a noi» commenta soddisfatto l’anima del progetto, Fulvio Scaparro. Sessantamila metri quadrati. Con la passerella dei Mondiali del ’90 come ponte per collegare Aulì ulè agli altri parchi circostanti. La delibera, che avrà la firma di Masseroli e dell’assessore al Verde Maurizio Cadeo, è stata promessa prima dell’estate. Del resto Milano aveva giocato proprio la carta dell’ambiente per vincere la partita dell’Expo contro Smirne. E preso come testimonial l’ex vicepresidente Usa Al Gore, premio Nobel grazie alle sue battaglie in difesa del verde. Un’Expo finora quasi tutto al verticale (grattacieli, torri storte) e che adesso recupera una sua dimensione orizzontale. Ce n’era bisogno. Aulì ulè sarà un parco senza fronzoli. «Un grande prato, circondato da file di alberi» lo racconta anche con gli occhi Scaparro «E poi la sorgente e la rosa dei venti. E piazzole, certo, con panchine, tavoli, fontanelle, infermeria e servizi igienici». Rigorosamente off limits per chi ha più di undici anni. A meno che non sia «accompagnato» da un bambino. Nessun intento didattico, nessun «maestro» a spiegarti quanto è bella quest’aria di campagna e in città invece lo smog... «Solo la libertà dei grandi spazi, l’aria pulita, verde dove muoversi» continua Scaparro. Perché un bambino guarda dove noi non vediamo. Ci vorrebbe la fantasia di un attore. Maurizio Nichetti ci prova: «Ti guardano stupiti quando spieghi che il verde può diventare un mestiere». Aulì ulè ci ha messo poco ad arrivare. Giusto un anno o poco più. Con la spinta, il sostegno, il tifo di tante associazioni che ci hanno creduto. «La qualità dell’abitare a Milano e il futuro da vivere e da immaginare anche attraverso gli occhi dei bambini sono tra le preoccupazioni principiali di una fondazione culturale come la nostra» ha detto Marco Garzonio, presidente di Ambrosianeum che, ieri, ha ospitato il convegno, aperto al contributo della città, per sostenere il progetto. «Quella che sta prendendo corpo è un’iniziativa trasversale - - ha proseguito Garzonio - non legata a logiche di partito né a scopi personali, ma al desiderio di lasciare un bene concreto alle generazioni future». Per questo «Aulì Ulè è un progetto importante, che mette al centro i bambini e deve servire a cambiare mentalità a una città nella quale spesso ai bambini è vietato anche di giocare nel cortile sotto casa» denuncia la scrittrice Bianca Pitzorno. Il verde che non basta che c’è ma bisogna che ci si possa stare dentro. Passeggiarci e viverci, sottolinea l’assessore Masseroli. E, quindi, ben vengano le iniziative di questi ultimi anni. I raggi verdi dal centro alla periferia a cui lavora da cinque anni architetto Andreas Kipar. Il verde che già c’è, c’era ma chissà perché, o anzi la risposta la sanno tutti, è diventato 'grigio' e brutto. «Penso al parco Trotter» chiosa Rosellina Archinto «e ai suoi nove bellissimi edifici degli anni Venti. Lasciati andare nel degrado e nell’abbandono». Carlo Baroni 21 maggio 2009 Notizie correlate: |
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