.: Discussione: Basmetto contro inquinamento e rumore
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Da milano.repubblica.it:
IL CASO Basmetto, quartiere fuori controllo "Facciamo collezione di denunce" Furti, vandalismi e rapine a raffica, i residenti esasperati: "Portiamo tutti i verbali in Comune" Pronto un dossier sulla microcriminalità che impera e controlla l'unico ponte per Gratosoglio di LUCA DE VITO Aggressioni, rapine, atti di vandalismo. E poi ancora incendi dei citofoni, aggressioni sul pianerottolo di casa, box svaligiati. Esasperati dal micro crimine che funesta le strade del quartiere, alcuni residenti del quartiere Basmetto - una manciata di palazzoni nella profonda periferia sud della città - ha escogitato una nuova strategia per attirare l’attenzione: raccogliere i certificati delle denunce sui fatti accaduti nelle strade del quartiere e portarli a Palazzo Marino. Una vera e propria “collezione” di decine di documenti che, nero su bianco, testimoniano l’abbandono a cui gli abitanti sono stati lasciati. Documenti che hanno raggiunto una massa critica e che tra qualche giorno, dopo essere stati catalogati in un archivio, verranno consegnati nelle mani del vice sindaco Riccardo De Corato, alla polizia e al consiglio di zona 5. "Insieme ai certificati raccolti porteremo anche delle proposte concrete - spiega il portavoce del comitato di quartiere Massimo Caboni - perché da qualche tempo a questa parte la situazione è diventata davvero insostenibile". Gli eventi criminali documentati in questo modo sono circa una trentina e riguardano i reati più svariati. Il più grave di questi, è l’aggressione a scopo di rapina subita recentemente da un commerciante, proprio sul pianerottolo di casa. Ma non bisogna dimenticare i furti nelle case, i danneggiamenti alle auto, lo spaccio di droga, le incursioni vandaliche di gente estranea al quartiere. Un incubo che al Basmetto denunciano ormai da anni ma a cui nessuno ha mai dato una risposta. "Siamo entrati in contatto col Comune un sacco di volte - hanno spiegato dal comitato - e sono state fatte decine e decine di segnalazioni. Mai ascoltate. Abbiamo provato a proporre un progetto di riqualificazione delle aree più a rischio e anche in occasione del Pgt abbiamo rilanciato la questione, ma la risposta non è stata accolta e hanno rimandato per l’ennesima volta. Cosa aspettano a fare qualcosa? Deve per forza accadere una disgrazia prima che decidano di muoversi?". Nel piccolo quartiere pattuglie di polizia se ne vedono poche e gli abitanti hanno ormai imparato a convivere con l’insicurezza. E dire che basterebbero davvero pochi accorgimenti, in certi casi, per migliorare la situazione. Due esempi sono il camminatoio lungo il canale del fiume Lambro e il ponte che collega alle strade con negozi: zone troppo isolate e non sorvegliate - oltre che insicure - che mettono a repentaglio i passanti. "Quel ponte collega il Basmetto al Gratosoglio e ci passano a tutte le ore mamme e nonne che portano i bambini a scuola o che vanno a fare la spesa in quartiere - spiega il portavoce -. È pericolosissimo. L’area del camminatoio poi è circondata da reti di recinzione che vengono sistematicamente divelte e la zona diventa facile nascondiglio per malintenzionati o per il deposito di refurtiva varia". La battaglia più difficile che combattono quotidianamente queste trecento famiglie, comunque, è quella contro l’indifferenza delle istituzioni. "Il Basmetto non ha la stessa visibilità di altri quartieri, ci sentiamo abbandonati. Vogliamo aiuto, ma abbiamo anche delle proposte concrete per chi vorrà ascoltarci". La raccolta delle denunce, forse, li aiuterà ad avere qualche risposta. (01 marzo 2011) |
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