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E' la data-chiave perfetta perchè l'Italia trovi uno scatto d'orgoglio. Dopo le liti stiamo lavorando pancia a terra
MILANO — Più che a Londra 2012, Lucio Stanca guarda a Barcellona ’92. Quell’Olimpiade fu il simbolo della rinascita spagnola e ora, dice l’amministratore delegato dell’Expo 2015, dovrebbe diventare il modello per un’Italia in cerca di date-chiave per uno scatto d’orgoglio. «Trovo di grande interesse la proposta dell’editoriale di Mario Monti sul Corriere di domenica — osserva Stanca —. Il nostro Paese ha bisogno di una scadenza in modo da concentrare le proprie forze».
Crede che questa scadenza possa diventare l’Expo 2015?
«Sì, per un semplice motivo: è di gran lunga l’evento più importante che abbia l’Italia. Pesa dieci volte più di un’Olimpiade, perché i giochi durano diciotto giorni ma l’Expo 180. E un’Olimpiade è un evento sportivo, questo invece tocca la nutrizione, lo sviluppo sostenibile, l’ambiente, l’agricoltura, la ricerca. Secondo uno studio della Bocconi, creerebbe 70 mila posti e la Camera di commercio valuta un ritorno di 44 miliardi di euro».
Monti però nota difficoltà, «per problemi interni alle forze di maggioranza». La politica saprà cogliere l’occasione? «Osservazione pertinente. La mia prima risposta, è che un successo dell’Expo farà benissimo al prestigio dell’Italia ma anche alla fiducia in noi stessi».
Ma non c’è stato qualche ritardo e qualche lite di troppo fra politici? «Non sta a me giudicare l’anno che è passato. Ora ci siamo messi pancia a terra e se ci sono stati ritardi sono recuperabili, ma dobbiamo essere più bravi».
Più bravi in cosa? «Nel dare più forza alla politica nel suo ruolo di indirizzo e nel depurare il momento tecnico ed esecutivo dalla politica stessa. L’impegno del centrodestra e del centrosinistra ci ha consentito di vincere l’Expo e ci dà forza. Purché si limiti appunto alla fase di indirizzo, perché quando entra nella dimensione del fare diventa un problema».
Lei davvero è convinto che l’Expo possa segnare una svolta per tutto il Paese? O solo per il Nord? «Lo sarà per tutti se attireremo milioni di persone che poi vorranno vedere il resto del Paese. Ma qui tolgo il cappello del manager e vorrei indicare certe condizioni di cornice».
Vuole dire che nemmeno il potenziale dell’Expo si può sfruttare in pieno senza riforme più generali dell’economia? «La modernizzazione del Paese resta fondamentale, ad esempio le liberalizzazioni dei servizi pubblici. Lo stesso welfare troppo spesso da noi è clientelare: si continua a proteggere chi è già protetto e penalizzare chi non lo è».
Insomma lei è d’accordo con Barack Obama: una crisi è un’occasione da non sprecare. «È un’occasione irripetibile: aumenta l’esigenza di recuperare risorse, oggi e per il futuro».
Il governo dice che non è il momento di creare tensioni. «Deve bilanciare equilibrio e coesione, ma nel governo nessuno nega l’esigenza di queste riforme. E quando si tratta di recuperare efficienza, prima si agisce e meglio è: sprecare tempo e risorse non è una politica sociale».
Federico Fubini 30 giugno 2009
In risposta al messaggio di Oliverio Gentile inserito il 20 Mar 2009 - 12:02