.: Discussione: Via padova, integrazione fallita - I residenti: traditi dal Comune
Opzioni visualizzazione messaggi
Seleziona la visualizzazione dei messaggi che preferisci e premi "Aggiorna visualizzazione" per attivare i cambiamenti.
:Info Utente:
![]()
:Info Messaggio:
Punteggio: 0
Num.Votanti: 0 Quanto condividi questo messaggio?
|
![]()
accedi per inviare commenti
|
Cordiali saluti a tutte/i
Antonella Fachin Consigliera di Zona 3 Capogruppo Uniti con Dario Fo per Milano Facebook: Antonella Fachin ---------------------------------------------------- facciamo le cose giuste MAI PIÙ VIOLENZA! COSTRUIAMO CONVIVENZA, SULLA BASE DI DIRITTI E DOVERI UGUALI PER TUTTI La tragica morte di Ahmed Mamoud El Fayed Adou ci addolora infinitamente e ci impone di rivolgere a tutti un appello affinché si ragioni e si reagisca facendo le cose giuste. Esprimiamo, in primo luogo, la nostra solidarietà ai familiari e agli amici di Ahmed, vittima di una violenza omicida assurda e inaccettabile. Nessuna violenza è accettabile, ancora meno lo è quella che stronca una giovane vita. Chi si è macchiato di questo crimine deve essere giustamente punito secondo la legge, che dovrebbe essere uguale per tutti, ma soprattutto deve riflettere sulla gravità irreparabile del suo gesto. Chi ha reagito a questa orribile morte scatenando ulteriori violenze, pensando di farsi giustizia da sé, deve fermarsi subito e rendersi conto che questa è una strada che porta solo a ulteriori sofferenze, per tutti. Chi, come i politici che governano questa città e questo paese, stanno già strumentalizzando quanto avvenuto in via Padova per invocare la caccia agli immigrati deve solo vergognarsi e tacere. Noi proponiamo una riflessione opposta a quella di chi sostiene che “gli immigrati sono troppi” e che ora minacciano di organizzare espulsioni “casa per casa”. Le responsabilità per la morte di Ahmed e per le violenze che ne sono scaturite sono personali: la responsabilità di ogni gesto appartiene a chi lo compie. D’altra parte, vi sono responsabilità politiche e morali per la situazione di tensione, di insicurezza, di rabbia e di frustrazione che si è accumulata in questi anni in via Padova: queste responsabilità sono dei governanti locali e nazionali che, pur conoscendo le grandi difficoltà di questo quartiere, non hanno fatto nulla di efficace per proteggere i cittadini, per favorire l’integrazione sociale e promuovere la convivenza civile. Per questo ci rivolgiamo a tutte le persone di buona volontà che vivono in via Padova. Sappiamo che sono la maggioranza, tra gli arabi e tra i latinoamericani, tra gli immigrati e tra gli italiani. Dobbiamo cercare di parlare e ragionare insieme. Tutti vorremmo vivere in tranquillità e serenità. Sappiamo che le promesse dei governanti per garantire maggiore sicurezza erano solo bugie: l’utilizzo dell’esercito non è servito ai cittadini onesti e pacifici, ha soltanto fatto crescere la tensione, la paura, la divisione Solo il rispetto, la solidarietà e l’aiuto reciproco tra tutti noi, tra tutte le comunità immigrate, tra immigrati e autoctoni, possono garantire più sicurezza a tutti. Solo in questo modo possiamo isolare chi conduce attività criminali, favorendo davvero una migliore qualità della vita nel quartiere e respingendo ogni strumentalizzazione razzista, ogni ulteriore tentativo di dividere ulteriormente e mettere gli uni contro gli altri gli abitanti del quartiere. Non è una strada facile, quella della convivenza tra persone di origine, lingua e cultura diverse, ma è l’unica che vale la pena percorrere. È lo stesso cammino che abbiamo intrapreso cominciando a preparare la giornata del Primo Marzo. Vorremmo che quella giornata di protesta pacifica e non violenta per l’affermazione di uguali diritti e responsabilità per tutti i cittadini che vivono in Italia, qualunque sia la loro origine, possa contribuire - almeno un po’ - anche ad affrontare i problemi di convivenza che sono esplosi in maniera così drammatica nel quartiere di Via Padova. Associazione Todo Cambia; Aria Civile; Convergenza delle Culture - Milano; Arci Metromondo, Comitato Primo Marzo Milano; Rete Scuole Senza Permesso
|
|
![]() ![]() |
|