La questione dei graffiti è molto utili per capire la differenza tra 'spazio' ed 'effetto' pubblico. Hanno un effetto pubblico proprio perché si mostrano a tutti, ma non solo: producono reazioni contrastanti: c'è chi li apprezza e chi li detesta. Al Barrio's (il Centro sociale di Comunità Nuova alla Barona) abbiamo spesso promosso delle giornate dedicate ai writers (che hanno scuole, stili, gruppi, leader, ecc.: molti di loro sono dei veri artisti): è stato sufficiente chiedere il permesso ad una fabbrica dal lungo muro di cinta e al Comune di Milano per i muri del Barrio's (la prima edizione fu addirittura sponsorittata dall'IBM che si fece fare degli enormi pannelli da esporre nella sede di Segrate). Quando dipingono con lo scopo di esibire la propria arte fanno composizioni veramente belle. Altra faccenda è la mania di 'taggare' (mettere ovunque la propria firma stilizzata), la volgia di segnare il territorio... Io però non mi limiterei a dare loro uno 'sfogo legale', penserei invece a delle forme di promozione e di incoraggiamento vero e proprio, ovviamente con spazi e regole stabilite e concordate. Credo che la maggior parte di loro sia in grado di farci vedere cose molto più belle delle 'opere' dei pubblicitari milanesi (opere alle quali viene concesso molto spazio - mi sono persino ritrovato dentro un jumbo tram che sembrava un sarcofago, a causa della poca luce che filtrava attraverso il drappo adesivo con il quale era stato vestito). Inoltre, tanto per essere provocatorio, vorrei che molti politici locali, pronti a difendere il lindore dei muri milanesi, evitassero di appiccicare i propri manifesti fuori dagli spazi consentiti...
In risposta al messaggio di Paolo Ramella inserito il 14 Apr 2006 - 11:27