Questo sito utilizza cookie anche di terze parti. Per avere maggiori informazioni e per negare il tuo consenso all'utilizzo dei cookie clicca qui. Se prosegui la navigazione acconsenti all'utilizzo dei cookie.OK
Riporto qui di seguito un articolo apparso su ChiamaMilano di oggi 31 ottobre 2008. Il problema è annoso e il Comune, proprietario delle "casette" di via Crescenzago, continua a prendere tempo e a posticipare gli interventi. Sembra proprio che ci siano due metri e due misure nel valutare i rischi per la sdalute delle persone: se sei un privato devi attivarti subito se sei un ente pubblico puoi rinviare e rinviare e rinviare...! ... e le autorità di controllo che fanno?
Il Comune forse aspetta che gli abitanti facciano un esposto alla Procura della Repubblica?
Cordiali saluti a tutti/e Antonella Fachin Consigliere Zona 3 Capogruppo Uniti con Dario Fo per Milano ---------------------------------------------
ANCORA UN ANNO DI AMIANTO Programmata la bonifica delle “casette” di Crescenzago…tra quattordici mesi
Di amianto ci si ammala, di amianto si muore. Il toccante monologo di Felicetti ce lo ricorda; certe cose non andrebbero dimenticate. Nemmeno a Milano, nemmeno a Crescenzaogo. Crescenzago e la sua storia infinita. Eterna, come l’eternit. Le casette sono sempre lì, tali e quali a un anno fa. L’amianto ricopre ancora i tetti di via Castano, via Corato, via Molfetta, via Andrea Bregno, via Rovato. Centodiciassette famiglie aspettano da anni la bonifica promessa. Dopo il sopralluogo dello scorso maggio effettuato da una squadra di tecnici comunali, ora si sta redigendo il progetto definitivo. Un milione e settecentomila euro è la cifra già stanziata per coprire le spese di rimozione dell’amianto. La patata bollente è di fatto passata dall’Assessorato alla Casa a quello dei Lavori Pubblici. I cantieri, assicurano dallo staff di Simini, inizieranno entro la fine del 2009. Ovvero tra quattordici mesi. Dal settore Casa invece fanno sapere che al momento non è in ballo alcun piano di mobilità: l’intervento di bonifica, infatti, non sarebbe così invasivo da richiedere lo spostamento degli inquilini dalle proprie abitazioni. Un ostacolo in meno, dunque, conoscendo le tempistiche che questo tipo di procedure generalmente richiede (vedi la lentezza nel ricollocare in appartamenti funzionali ed adeguati gli inquilini delle Torri di via Tofano o delle “White” di via Feltrinelli). Tutto potrebbe filare liscio. Eppure in passato la questione è stata troppe volte rimandata, archiviata nella categoria degli interventi da fare ma non subito, delle questioni urgenti ma non prioritarie. Tra più di un anno, forse, le cose cambieranno. L’amianto, per almeno per altri dodici mesi, rimarrà sulla testa di centodiciassette famiglie.