.: Discussione: Se non ora quando? - Appello per commissione antimafia
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Da milano.corriere.it:
l'avvertimento di Vincenzo Macrì: «Milano è la vera capitale delle cosche» E il Comune «cancella» la Commissione Antimafia Toni incandescenti durante e dopo il voto. L'opposizione abbandona l’aula. Manfredi Palmeri si astiene MILANO - Affossata, e questa volta in via definitiva, la Commissione Antimafia. La delibera voluta dal centrodestra per cancellare l’organismo nato con il compito di indagare sul rischio di infiltrazioni criminali (anche) in vista dell’Expo ha ottenuto il via libera del Consiglio comunale con 29 sì (tutto il centrodestra), 24 no (l’opposizione) e un’astensione (il presidente dell’aula Manfredi Palmeri, secondo cui «la Commissione era utile e legittima»). Toni incandescenti, durante e dopo il voto. «Dopo l’omicidio di Quarto Oggiaro, che sicuramente segnala la presenza della criminalità organizzata e a due giorni dalla commemorazione di Giovanni Falcone, questo atto del Consiglio è un insulto», attacca il capogruppo pd Pierfrancesco Majorino. «Citano nomi e fatti in maniera strumentale», la replica di Giulio Gallera (Pdl): «Questa è una mistificazione e gli elettori ne sono consapevoli. Il Pd fa demagogia e la reazione di oggi dimostra che voleva usare le parole mafia e antimafia come semplice merce di attacco politico». Urla, caos, proteste. Nel frattempo l'opposizione abbandona l’aula e il numero legale cade. Tutti a casa tra le polemiche. L’esperienza della Commissione antimafia è durata giusto tre mesi e un paio di sedute. Vita breve e tormentata. «Milano è la vera capitale delle cosche», l’avvertimento lanciato dal sostituto procuratore della Direzione nazionale antimafia, Vincenzo Macrì, nel giugno scorso. Nacque da lì il dibattito sull’opportunità di un organismo per investigare sulla presenza dei clan in città e provincia. Dopo una prima bocciatura, scese in campo il sindaco Moratti per dire che sì, la Commissione d’inchiesta poteva anche essere strumento conoscitivo utile. Il cinque marzo arriva il via libera del Consiglio: tutti d’accordo, da destra a sinistra. A scompaginare il tutto arriva però l’intervento del prefetto Gian Valerio Lombardi, che pochi giorni dopo prende carta e penna e scrive al sindaco Moratti: l’organismo è illegittimo, non potrà avere un reale potere d’indagine. Il centrodestra a questo punto si sfila, passa la linea del boicottaggio. Il Pdl spiega: «Abbiamo incontrato, prefetto, questore e magistrati: ci hanno confermato che non avrebbero partecipato alle sedute. Senza contributi esterni la Commissione diventa inutile, un luogo dove discutere d’aria fritta». Poche settimane dopo, arriva anche la delibera killer, quella che della Commissione chiede la definitiva chiusura. Ieri, il colpo finale. Andrea Senesi 26 maggio 2009 |
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