Questo sito utilizza cookie anche di terze parti. Per avere maggiori informazioni e per negare il tuo consenso all'utilizzo dei cookie clicca qui. Se prosegui la navigazione acconsenti all'utilizzo dei cookie.OK
L’assessore Beretta: non abbiamo fondi. Costretti ad aprire mutui
Bilancio, il Comune sfida il governo
La giunta: o cambia il patto di stabilità o non lo rispettiamo. Slitta l'approvazione dei conti
MILANO - Il cappio del patto di stabilità rischia di strangolare Milano. «O lo si cambia o noi non saremo in grado di rispettarlo», l’aut aut che arriva dall’assessore al Bilancio Giacomo Beretta. In ballo ci sono 380 milioni di euro che il Comune di Milano sarebbe chiamato a risparmiare nel prossimo triennio. Un quadro finanziario delicatissimo che si aggiunge ai «dolori» che arrivano dalle società controllate. A2A, in prima battuta, con i suoi 80 milioni di euro di dividendi bloccati dalla stangata del governo sulle ex municipalizzate. A Palazzo Marino si aspettano risposte da Roma, insomma. L’incertezza è tale che per la prima volta nell’era Moratti il bilancio preventivo 2010 non sarà approvato entro il 31 dicembre. L’esercizio provvisorio è molto più che un’ipotesi.
È praticamente certo, anzi, che in Consiglio arriverà prima la discussione sul Pgt e poi, col nuovo anno, il documento contabile. «La condizione perché si possa approvare un bilancio di previsione — ha spiegato ieri l’assessore al Bilancio davanti ai consiglieri di Palazzo Marino — è di avere certezza sulle regole». «Nella nostra condizione si trova l’80% dei Comuni italiani» assicura comunque Beretta. Col governo la trattativa è avviata. Sul tavolo dell’Anci (l’associazione che riunisce i Comuni italiani) Milano ha depositato una nuova proposta. Tutto si gioca sui trasferimenti statali. Milano — questo è il senso della richiesta — non dovrebbe essere considerata una città da un milione e trecentomila residenti.
«Milano è una metropoli con tre milioni di city users quotidiani e che spende in servizi il doppio rispetto alla sua effettiva popolazione residente. Dobbiamo pretendere che i trasferimenti da Roma siano corretti, all’insù ovviamente, in rapporto a questo parametro». Milano rischia di avere tanti quattrini in meno da spendere. «Eventi, promozioni, iniziative. Taglieremo lì» dice Beretta. Sperando che basti. Anche perché collegato al tema bilancio c’è quello dei finanziamenti per le nuove linee del metrò. Si attende (da mesi) la riunione del Cipe che dovrà liberare i fondi governativi. Ma se e quando arriveranno i soldi «romani», il Comune dovrà comunque coprire la sua parte. Centosessanta milioni per il primo tratto della linea 4 e 130 per il secondo della 5. «Ma i soldi accantonati dai maxidividendi Sea ai tempi di Albertini sono stati impiegati nel rimborso del prestito obbligazionario Aem per mantenere il controllo della società nella fusione con Brescia» racconta Fabrizio Spirolazzi del Pd.
Il Comune dovrà allora rivolgersi al credito e chiedere uno o più mutui. Ma bisogna farlo in fretta, entro la fine dell’anno, perché poi la scure del patto di stabilità si abbatterebbe anche sulla capacità d’indebitamento del Comune. A2A, ma non solo. I dolori che arrivano dalle società controllate sono diffusi. C’è il caso di Sea, per esempio, alle prese con il nuovo piano di sviluppo industriale dopo la crisi Alitalia. «Ma se la società darà utili — dice Beretta — preleveremo i dividendi ». E poi la questione delle società in perenne difficoltà finanziaria. Da Sogemi (ci sarebbe un buco da ripianare di quasi 10 milioni di euro) a Milano Ristorazione, con l’eterno problema delle rette per i pasti non pagati da almeno una famiglia su cinque (il deficit è di nove milioni di euro). Pressing su Roma, dunque. Anche — dice Beretta — con l’aiuto dei parlamentari del Pd. La lobby Milano è bipartisan.
Andrea Senesi 28 ottobre 2009
In risposta al messaggio di Oliverio Gentile inserito il 15 Ott 2009 - 14:01