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Da ViviMilano - caso del giorno: http://www.corriere.it/vivimilano/caso_del_giorno/articoli/2008/10_Ottobre/10/caso.shtml Il caso del giorno Manette davanti al figlio, regole e buonsenso A chi non è mai capitato di commettere un'infrazione per la fretta, l'urgenza, la necessità di arrivare prima dell'ultima campanella? Caro Schiavi riassumiamo i fatti: Milano, piazza Gerusalemme, ore 8,20. Genitori numerosi con figli alla mano si recano presso la scuola elementare. Le auto sono in sosta precaria in questi 5-10 minuti di consegna veloce prima di correre al lavoro. Un padre, di colore, lascia l'auto in doppia fila. I vigili, numerosi, del Comando Sempione gli fanno segno di spostarla. Gli chiedono la patente, vogliono ritirarla. Il padre si riprende la patente dalle mani dei vigili. Francesca Gatti Cara Francesca, e se invece di Diop Mussa fosse stato uno di noi, uno dei tanti papà acrobati che ogni mattina depositano il figlio davanti al portone della scuola e si piegano giù per ricevere un bacio, che cosa avremmo detto, o scritto, il giorno dopo quelle orribili manette sventolate davanti a un bambino? Come ci saremmo sentiti con la faccia per terra e gli schiavettoni ai polsi tra gli altri genitori e i compagni di classe di nostro figlio? Umiliati, svergognati, calpestati anche noi, sicuro: a chi non è mai capitato di commettere un'infrazione per la fretta, l'urgenza, la necessità di arrivare un secondo prima dell'ultima campanella? Non parliamo di razzismo, no. E non mettiamo in discussione il lavoro dei vigili: la doppia fila, la cintura di sicurezza slacciata, il telefonino all'orecchio mentre si guida, vanno puniti. Ma un conto è applicare la legge, un altro è l'eccesso di zelo. Se Diop Mussa ha sbagliato a non fermarsi, i vigili hanno sbagliato a usare le manette: non siamo in un telefilm americano. Quel papà senegalese potevano multarlo, togliergli i punti della patente, seguirlo mentre accompagnava il figlio a scuola e aspettarlo all'uscita. Più che allo stato di diritto, cara Francesca, penso al buonsenso che alcuni ghisa (non tutti per fortuna) stanno perdendo. E penso all'indignazione che prese molti di noi quando l'immagine di un uomo in manette arrivò in redazione, ai tempi di Mani Pulite: si chiamava Enzo Carra; oggi è un parlamentare. Mettiamo le manette ai banditi, ai delinquenti, ai mafiosi: usiamo un po' di cautela con un padre che accompagna il figlio a scuola.
Giangiacomo Schiavi
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