.: Discussione: Migranti: le facce della nuova Milano per favorire l'integrazione
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Da milano.corriere.it:
i tre Si sono conosciuti in un palazzo di via Civitali, il «covo» era in via Gulli Quella «cellula» nata in un cortile Israfel, Kol e Game pregavano nella moschea di viale Jenner. L’ipotesi che puntassero ad altre caserme MILANO — Una «cellula» terroristica da cortile. Là, in giardino, si incontravano Mohamed e Mahmoud. L’elettricista libico e l’idraulico egiziano. Il vecchio e il giovane del gruppo. Due storie parallele, di famiglie ai margini, che trovano una casa diroccata dove andare a vivere, nella periferia più anonima e caotica delle case popolari milanesi. Mohamed Game ha 34 anni, 4 figli e abita in trenta metri quadri. I due letti a castello dei bambini sono in una stanza stretta come una cella. Appartamento occupato nel maggio 2003. Mahmoud Kol, 52 anni: anche lui quattro figli, anche lui occupante abusivo, con mesi e mesi d’affitto non pagato. La loro amicizia è nata sotto la facciata rosa sbiadito di due palazzine gemelle che cadono a pezzi. S’incontravano e parlottavano. I deliri islamisti li sfogavano però in un’altra casa, distante meno di due chilometri, un altro «buco» al terzo piano di un palazzo-alveare. Occupato solo da stranieri. Senza regole e senza contratti. Senza finestre e senza riscaldamento. Qui sono arrivati gli investigatori della Digos e del Ros seguendo il terzo complice, il libico Israfel. Il «covo» è in via Gulli, il cortile popolare in via Civitali, e la caserma «Santa Barbara» proprio nel mezzo: tutto racchiuso nel raggio di un paio di chilometri, vicino allo stadio di San Siro. Una distanza che l'idraulico Mahmoud, l’altra mattina, avrebbe percorso con la sua macchina per accompagnare l’elettricista Mohamed a farsi saltare in aria. Indagare sull’attentato di lunedì mattina vuol dire scandagliare le dinamiche psicologiche di questi tre uomini. Con una certezza: l’elettricista libico, che si ritrova con una mano mozzata e gli occhi distrutti dall’esplosione, era l’anello debole. Reduce da un tracollo economico. Ridotto in miseria. Inseguito e minacciato dagli operai non pagati. Diabetico e operato al cuore all’inizio dell’anno. Chi ha scavato nel terreno del suo morale a terra? L’amico Israfel è un religioso, ma con la passione degli abiti ben curati e dei capelli impomatati di brillantina. Aspirazioni da furbetto: lunedì s’è mescolato ai cronisti, di fronte a casa del kamikaze, e ha provato a scaricare addosso a lui tutta la responsabilità dell’attentato: «Per i tanti guai che aveva — ha raccontato — era uno che poteva ammazzarsi anche per conto suo». Il più anziano del gruppo, l’idraulico, sembra invece avere una personalità più dura. Di fronte agli investigatori parla poco. Esibisce uno scuro callo della preghiera sulla fronte. La moschea l’ha sempre frequentata e durante l’ultimo Ramadan (per la prima volta nella sua vita) anche l’elettricista bombarolo ha rispettato i precetti dell’islam. E forse proprio in quel cortile, non più di un anno fa, qualcuno ha parlato di jihad a quel ragazzo. La presenza assidua al centro islamico di viale Jenner, nei mesi scorsi, sarebbe solo il risultato di quella nuova amicizia, stretta tra i giardini delle case popolari. Terroristi mimetizzati da artigiani. Nella cantina di Kol sono stati trovati fili, interruttori, pezzi di tubo. Arnesi per due mestieri: quello nei cantieri e quello per l’attentato. La professione è una buona copertura. I palazzoni sporchi e degradi di Milano Ovest il terreno in cui muoversi passando inosservati. A dare spessore a questa cellula di periferia, più di ogni altra cosa è il covo: «Una casa nella disponibilità di Kol», dicono gli inquirenti. Due stanze chiuse a chiave in una piccola casbah, palazzo di proprietà di un avvocato milanese che da anni non viene ristrutturato. E dove la polizia si presenta di continuo per spaccio, risse, occupazioni. La «cellula» l’aveva scelto come luogo per le riunioni «operative». «Si vedeva qualcuno entrare e uscire, ma molto di rado», racconta qualche vicino. Là dentro gli investigatori hanno trovato materiale «molto interessante». Primo: la certezza che i tre avevano fatto degli esperimenti prima di confezionare l’ordigno per la caserma. Tentativi di amalgama della miscela esplosiva e di innesco, probabilmente. Più i segnali che gli obiettivi (soprattutto altre caserme militari) fossero di più. Obiettivi per nuove bombe, o ipotesi di attacco vagliate negli ultimi mesi e poi scartate. Nel covo di via Gulli è stato trovato anche molto fertilizzante, circa 40 chili dello stesso nitrato di ammonio usato per l’ordigno. Potenzialmente, il materiale per altre sette-otto bombe. Ma su questo punto c’è uno dei tanti misteri di questa storia. Per spiegarlo, bisogna risalire a una settimana fa. Mohamed Game si presenta al Consorzio agricolo di Corbetta, piccolo centro dell’hinterland di Milano. Game viene accompagnato da un uomo in macchina. «Cerchiamo del nitrato di ammonio — chiedono — concentrazione del 34 per cento». Quella varietà di concime non c’è, il consorzio non lo vende più, perché la legge ne impone la conservazione come se si trattasse di bombole di gas. Game e il suo complice vorrebbero la miscela più esplosiva. Non si sa chi gli abbia indicato quel rivenditore fuori mano, conosciuto solo dagli addetti ai lavori. Comunque, devono accontentarsi di una concentrazione al 26 per cento. Con poco meno di 50 euro (e ripresi dalle telecamere dell’azienda), portano via tre sacchi, per un totale di 120 chili di nitrato. Gli inquirenti, lunedì notte, ne hanno trovato solo un terzo. Che fine hanno fatto gli altri due sacchi? Sono ancora nascosti o si trovano nelle mani di altri? Domande a cui gli investigatori sperano di rispondere attraverso l’analisi dei telefoni, dei computer, delle mail. Per capire quali fossero i contatti della «cellula del cortile» di via Civitali. Dove i bambini dell’idraulico Mahmoud, ieri, non si sono fatti vedere. E dove la moglie dell’elettricista Mohamed ha avuto solo la forza di sussurrare: «Non credevo che mio marito potesse arrivare a questo». Gianni Santucci 14 ottobre 2009 Notizie correlate: Libico con bomba artigianale si fa esplodere in caserma Fermati due presunti complici di Game |
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