Anche questo ragionamento e’ assurdo. Infatti la liberta’ di espressione non coincide con la promozione da parte dell’ Ente Pubblico, che invece riguarda semmai solo certe cose particolari. Sarebbe censura vietare “tout court” certe cose. Ma non “non promuoverle” come Ente Pubblico.
In un certo senso e’ piu’ vero il contrario. Sono le cose portate avanti dalle istituzioni “culturali” pubbliche a puzzare di Minculpop. La cultura di regime (decisa da qualche assessore) fa sempre schifo, sia quando viene impedita, sia quando viene promossa.
Se e’ fascista impedire una mostra fotografica perche’ ritenuta oscena, altrettanto fascista e’ patrocinare questa cosa da parte delle istituzioni, dando implicitamente ad un assessore la patente di “censore” che decide cosa e’ “bello” e “culturale”.
La confusione fra cose non-autorizzate e cose vietate.
Un altro capolavoro di confusione mentale sgarbiana e’ la dichiarazione post-imbrattamento della fonrana di Trevi.
Sgarbi diceva “il coloratore della fontana ha un’ unica colpa... non essere stato autorizzato... ma chi ha detto che tutto deve essere autorizzato?”.
Sembra un ragionamento serio. Invece e’ una idiozia. Buona solo per confondere le idee e difendere l’ indifendibile.
Infatti e’ vero che le cose non devono essere per forza “autorizzate” per essere lecite.
Se io mi gratto il naso o starnutisco, non ho chiesto il permesso per farlo, e non per questo devo essere considerato un abusuvo o un criminale.
Ma cie’ vale solo per certe cose.
Per altre cose, invece, l’ autorizzazione e’ necessaria. Ad esempio, se enteo in casa di un altro senza “autorizzazione” rischio la denuncia, o magari una fucilata. A meno che lo Sgarbi, colto da sacro furore libertario, venga a difendere il violatore contro l’ ingiusta persecuzione...
Chi ha gettato colore nella fontana pubblica e’ allo stesso livello di chi entra in casa altrui senza permesso. Magari sporca e basta. Roba che puo’ essere “lavata” nel giro di poche ore.... ma rischia lo stesso la querela o la fucilata.
Il motivo e’ semplice: gettare colore nella fontana non solo e’ una cosa “non autorizzata”, ma e’ anche una cosa “vietata”.
Ma evidentemente il famoso critico d’ arte non capisce una differenza cosi’ banale, che pure i bambini dell’ asilo capiscono.
Il Leoncavallo non e’ piu’ abusivo delle porcherie urbanistiche di Milano...”
Anche qui il “critico” tenta di fare confusione fra piani e concetti completamente diversi.
Che una cosa sia brutta, o fatta male, o frutto di politiche urbanistiche sbagliate... e’ un conto.
Se una cosa e’ abusiva e in stato di illegalita’... e’ un altro conto.
Pensare di benedire occupazioni abusive o illgalita’, e scaglairsi invece contro cose legittime, e’ veramente demenziale.
Non solo, ma e’ il tipico atteggiamento da tiranni e dittatori, i quali, come noto, si giustificano sempre in questo preciso modo.
Pure Bin Laden afferma che le sue azioni sono la “vera” moralita’ e sono la legalita’ “reale” ... e che i veri assassino sono i capitalisti, i crociati e gli americani...
Pure le Brigate Rosse affrmano di fare giustizia contro l’ ingiustizia “reale”.
E, appunto, i centri sociali” rubano edifici... ma non sarebbero veri ladri... perche’ i ladri sono gli altri.
Un modo di ragionare del genere e’ la cosa che piu’ distrugge al fiducia della gente.
Ora, Sgarbi rischia di tornare assessore di Milano... E la sfiducia della gente nelle istituzioni aumenta sempre piu’.
I cittadini di Milano non si meritano di essere amministrati da mine vaganti..
Vorrebbero gente di cui avere fiducia e che difende il proprio senso di giustizia e dignita’ invece che lavorare per le minoranze provocatrici e per il senso del paradosso.