.: Discussione: Annunci e buone intenzioni non moltiplicano le biciclette
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Ottime domande... purtroppo da anni senza risposte!
Qualche ulteriore elemento di riflessione dalla lettura dell'articolo pubblicato sul notiziario ChiamaMilano di oggi: l'amministrazione comunale soffre di una mentalità che relega la mobilità ciclabile all’ultimo gradino della scala dei mezzi di trasporto. Tuttavia è difficile voler APPARIRE moderni, quando si E' mentalmente arretrati e ancora succubi dell'industrialismo non post-fordista (sarebbe già un pregresso!), ma ancora fordista (altro che 1 auto per ogni famiglia americana, qui si vorrebbe 2 auto per ogni cittadino milanese!) Quando vi sarà tolleranza ZERO per le auto in divieto di sosta sulle piste ciclabili: quando la polizia locale ritornerà a far rispettare il codice della strada, invece di sgomberare famiglie rom in pieno inverno, sotto la neve e la pioggia perchè "le legge non conosce stagioni"... ma come al solito per alcuni è sempre inverno e per altri invece è sempre primavera! Cordiali saluti a tutte/i Antonella Fachin Consigliera di Zona 3 Capogruppo Uniti con Dario Fo per Milano Facebook: Antonella Fachin ----------------------------------------- PISTA RI-CICLABILE Marciapiede e parcheggio occasionale: i molti usi della ciclabile di via San Marco ![]() L’ennesimo esempio è, come ci viene segnalato da uno dei nostri lettori, una delle piste ciclabili più storiche della città, quella che corre lungo via San Marco e si collega da un lato a Melchiorre Gioia e dall’altro prosegue verso via Ancona. Se è poco grave che il tratto della pista in zona via Ancona venga occasionalmente affittato per la collocazione di banchetti e gazebo per raccolte fondi, è più grave che spesso venga usato come parcheggio, più o meno provvisorio, da automobilisti, motociclisti e addirittura camioncini per carico e scarico merci. ![]() Ma del resto è difficile veder sfrecciare ad alta velocità i ciclisti a Milano, dato che la bicicletta viene considerata per lo più come mezzo da passeggio che come mezzo di trasporto alternativo all’automobile o ai mezzi pubblici, e lo dimostra anche il fatto che di solito non c'è alcun tipo di segnalazione intelligente ed intelligibile, orizzontale o verticale che sia. Ad esempio all’incrocio con via Montebello il semaforo c’è per tutti, auto e pedoni ma non per i ciclisti. Nell’altro senso, invece, sbucando su via Legnano, la pista scompare e si è costretti a incanalarsi nel traffico che porta verso Piazzale Biancamano. La pista in questione è usata ad altri scopi, compreso il mercato settimanale, oppure abbandonata a se stessa, tanto che spesso i cassonetti della spazzatura trovano alloggio proprio sulla ciclabile, nello specifico una pista ciclabile centralissima e non per questo meno ignorata dall’amministrazione. Spostandosi poi sul tratto Melchiorre Gioia, tanto per completare il discorso, la solfa non cambia, nonostante la via sia tra le più ampie e lineari di Milano: anche qui parcheggio selvaggio (e nessuno prende la multa), bancarelle di ambulanti, cassonetti che ingombrano. Meglio fare un’altra pista, in occasione dell’Expo e dei suoi raggi verdi: nello specifico il primo raggio per cui in teoria verrebbe rivisto il percorso in modo che da via San Marco attraversi un tratto del parco di Garibaldi-Repubblica, sbuchi in piazza Carbonari e prosegua verso la Martesana. Invece di sistemare una cosa che c’è già e che potrebbe funzionare, meglio farne una nuova: tanto ci sono tutto il tempo e soprattutto le risorse... Antiniska Pozzi |
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