Condivido totalmente il messaggio di Francesca Zajczyk.
Lettera di Bezzecchi:
"Sono passati sessant'anni dalla promulgazione delle leggi razziali e dalla pubblicazione della rivista "La difesa della razza" di Guido Landra e dei primi rastrellamenti che sfociarono dopo un breve periodo di tempo in un ordine esplicito di "internamento degli zingari italiani" in campi di concentramento (Circ.Bocchini 27/04/41), quei "campi del Duce" di cui in Italia si è preferito perdere la memoria. > > >
"RICORDARE PER NON DIMENTICARE" > > >
Sono passati sessant'anni, ma le preoccupazioni, la percezione del pericolo, I PROVVEDIMENTI PUBBLICI SONO GLI STESSI DI OGGI. > > >
E' agghiacciante quello che sta avvenendo oggi sotto i nostri occhi, a Milano. > > >
Rimanere in SILENZIO oggi vuol dire essere responsabili dei disastri di domani. > > >
NESSUNA collaborazione di Enti o Associazioni è giustificata ( VERGOGNA)........ > > >
Mi appello alla società civile,chiedo un sostegno per le comunità di rom e sinti Milanesi.............voci dal silenzio........ > > >
Ricordo che domani sarà schedato anche mio padre,CITTADINO ITALIANO, che ha patito la persecuzione nazifascista con l'internamento in campo concentrazionale italiano (Tossicia).................mio nonno deportato a Birkenau e uscito dal camino................VERGOGNA > > >
MI VERGOGNO,IN QUESTO MOMENTO, DI ESSRE CITTADINO ITALIANO E CRISTIANO................. > > >
Chiedo in questo momento tragico per la democrazia e la cultura a Milano ed in Italia ,di URLARE il proprio dissenso per questa politica razzista,incivile > e becera. > > >
RICORDO E NON DIMENTICO che oggi siamo noi e domani.............................. > >
Milano,05/06/2008 > > Rag. Giorgio Bezzecchi ( Rom-medaglia d'oro al valor civico) "
Siamo in una situazione drammatica e sembra che non ce ne rendiamo conto. Qualcuno però si indigna.
Oltre a indignarci, che fare?
La famosa poesia di Bertold Brecht e del pastore Niemoller dice: Vennero a prendere gli zingari e io fui contento... e alla fine 'vennero a prendere me ma non era più rimasto nessuno'.
Che fare?
jole Garuti