Da milano.corriere.it:

La Regione: se sa qualcosa faccia i nomi. Castelli: parole sconcertanti

L'antimafia: Expo a rischio 'ndrangheta

Il pm Ingroia: gli amministratori del Nord sottovalutano e convivono con la criminalità organizzata

MILANO - La premessa è in un rapporto della Direzione distrettuale antimafia. La 'ndrangheta è già al lavoro su Expo 2015. Confermato dalle notizie di cronaca delle ultime settimane. La domanda posta da Klaus Davi al pm antimafia di Palermo, Antonio Ingroia è semplice. «Gli amministratori del Nord sono mai venuti da lei per chiederle consigli a chiedere che strumenti adottare per evitare queste situazioni?». La risposta di Ingroia è secca: «No. Mi pare piuttosto che l'approccio degli amministratori del Nord sia, come al solito, di sottovalutazione e convivenza: sottovalutazione, nel senso che si pensa che le organizzazioni e la criminalità organizzata siano fronteggiabili con l'azione della sola magistratura, senza il sostegno della pubblica amministrazione; convivenza, perché si pensa che un' eventuale presenza di interessi mafiosi sia compatibile con il sistema, senza capire che più tolleri la presenza della mafia e più la mafia ti toglie spazio e ti trasforma in suo strumento».



Sottovalutazione e convivenza. E anche se Ingroia smentisce seccamente di aver indicato nomi e cognomi di amministratori del Nord (leggi, Letizia Moratti e Roberto Formigoni, ndr), la situazione non cambia. Expo, Milano, Lombardia, infiltrazioni mafiose. E provoca la durissima reazione del sottosegretario leghista, con delega Expo, Roberto Castelli: «Le parole di Ingroia sono offensive e sconcertanti. In qualità di lombardo e di sottosegretario alle infrastrutture, mi sento toccato dalle affermazioni di questo magistrato». E aggiunge. «Nessuno in Lombardia sottovaluta il fenomeno della mafia e della 'ndrangheta. Anzi, siamo angosciati da questo cancro che ci è stato "regalato" da una irresponsabile politica del confino». Ciliegina sulla torta. «Da ex Ministro della Giustizia - conclude Castelli - ricordo al dottor Ingroia, che da semplice procuratore aggiunto, non ha titolo per ritenere che debba essere interpellato dagli amministratori milanesi. Ricordo che competenti su Milano sono la Direzione nazionale antimafia, la locale sezione distrettuale antimafia e la Procura milanese».

Attacca anche la Regione. Non direttamente Formigoni, ma fonti vicino alla presidenza. «Se Ingroia sa qualcosa faccia nomi e cognomi. È suo dovere istituzionale segnalare reati o ipotesi di reato che possono eventualmente non essere conosciute da noi oppure possono anche esserlo. Ma ci sembra che non dimostri una sufficiente conoscenza della realtà delle istituzioni lombarde né del loro costante e forte impegno contro ogni forma di illegalità». Carlo Sangalli, presidente della Camera di Commercio prende più sul serio l'allarme di Ingroia: «L'Expo 2015 è una grande sfida, un grande impegno che deve avere anche una dimensione etica nel rispetto delle regole. In questo quadro le istituzioni sul nostro territorio hanno già attivato una serie di procedure, e altre sono in programma, per favorire la trasparenza, la conoscenza delle imprese, l'onestà del loro operato». Va giù duro, Pierfrancesco Majorino del Pd: «Le nostre preoccupazioni erano fondate. Bisogna subito convocare la commissione antimafia. Sulla criminalità organizzata c'è un sonno allarmante del Comune. Se non ci sarà la Commissione faremo da soli».

Maurizio Giannattasio

26 marzo 2009