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Non ho certo la foto di Sgarbi nel portafoglio, ma mi sembra che il discorso di Angelo Mandelli sia una congerie di luoghi comuni, simile a quel che sembra intendere debba essere l'arte. Certo, l'arte contemporanea raramente riesce ad andare oltre l'arredamento o installazioni estemporanee. Sgarbi ha cercato di valorizzare (con luci ed ombre) quegli artisti che mantengono una carica trasgressiva e un punto di vista fuori dal comune. Alcuni mi sembra con scarsissimo successo, altri più capaci. Ma perché dovremmo sciropparci arte di "senso comune", di "buon senso" e di supporto allo sforzo educativo (magari poi capire quale, visti i risultati che certo non sono influenzati dalle attività di Sgarbi&co)? Il senso comune lo trovo al bar, non al museo. E l'emergenza educativa l'affido a me, genitore, e a tutti coloro che con i giovani ci hanno a che fare (insegnanti in testa, così distanti dai loro alunni perché ormai così simili a loro...). L'arte educa a scoprire nuovi punti di vista e non a confermare il senso comune. O, in alternativa, a nutrire il mercato insulso delle opere d'arte con quadri banali e di senso comune. Sgarbi, verso il quale nutro una sana antipatia, ha avuto coraggio. Uno degli artisti che ha portato a Milano, Witkins, lo vidi 15 anni fa al Museo di Arte contemporanea di Torino, a Rivoli. Fu una grande scoperta, una visione per certi versi raccapricciante dell'umanità, ma profondamente vera e sconvolgente. Non ricordo sit-in di protesta da parte delle mamme torinesi. Poi, chissà cos'altro è successo a Palazzo Marino. Crederete mica che lì dentro girino chissà quali pruderie nei confronti dell'arte? Quella è gente che bada al so(l)do. C'è del marcio in Danimarca. Pierfilippo pozzi. |
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