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A mio parere ricorre spesso un equivoco riguardo all'utilità di una biblioteca nell' "era digitale". Il formato cartaceo è comunque più confortevole, sia per leggere testi letterari che saggi, credo che nessuno preferisca leggere testi interi oppure studi sullo schermo di un computer. Il formato digitale è comodo soprattutto per la consultazione o per acquisire conoscenze generali, per una ricerca scolastica, più che per un approfondita ricerca universitaria o per un attività professionale. Inoltre perchè qualcuno possa disporre online di documenti per fare ricerche , occorre che ci sia un luogo fisico dove questi siano conservati e persone fisiche che li trasferiscano in digitale, e che facciano un lavoro di catalogazione per permetterne la consultabilità, cioè occorrono delle biblioteche. Averla a Milano una biblioteca importante e magari all'avanguardia nell'integrazione tra tecnologia digitale e conservazione del formato cartaceo avrebbe un impatto equivalente ad avere un centro di ricerca scientifica: finanziare la cultura significa dare un apporto all'economia cittadina in settori altamente qualificati, e supportare la creatività in tutti i campi. La biblioteca è anche un luogo di studio, le sale di lettura delle biblioteche esistenti mi pare siano sempre affollate, quindi anche per questo serve una grande biblioteca. Non ci vado da 2 o 3 anni (non risiedo a Milano ma in Brianza), ma alla Sormani per accedere alla sala lettura si doveva fare la coda, quindi evidentemente la richiesta e l'esigenza da parte degli studenti c'è di un posto dedicato allo studio. Riguardo al progetto in Porta Vittoria, avevo espresso dei dubbi nel post http://www.partecipami.it/?q=node/4580&single=1 , visto che, in effetti, si parla da molto di un trasferimento del tribunale e se si facesse davvero si libererebbe una collocazione più adatta per fare una biblioteca. Sottolineavo come forse sarebbe stato meglio integrare le due esigenze (utilizzo di una struttura esistente e creazione della nuova funzione). L'importante è avere le idee chiare e rendersi conto che i soldi spesi (purchè con criterio) in cultura sono investimenti in competitività e in benessere. Quanto alla grande Brera, citata come opera ormai decisa, francamente non lo darei per scontato, anche perchè da quello che ho letto in questo caso le idee sono tutt'altro che chiare. Certo che avendo avuto un piano in mente dall'inizio su come amministrare la città la biblioteca europea, la stessa Grande Brera e il museo di arte contemporanea sarebbero stati degli obiettivi utili , sui quali convogliare gli investimenti pubblici e statali, molto più di una expo dedicata al settore agricolo, decisamente marginale a Milano il cui indotto (economico ma anche culturale o scientifico) risulta ancora poco chiaro. |
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