.: Discussione: Un parco all'ex scalo Farini.
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http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=342086 martedì 07 aprile 2009, 10:10 "Un nuovo quartiere all’ex scalo Farini" di Marco Guidi Sotto ai piedi, erbacce e sassi. In faccia, i granelli di polvere alzati dal vento. Sarà anche per il solleone inatteso di aprile, ma più che a Milano sembra di essere in un film western. Invece siamo all’ex scalo ferroviario di via Farini, a pochi chilometri dal Duomo. Uno dei tanti luoghi fantasma della città. Un tempo qui era un via vai continuo di treni carichi di merci. Oggi restano invece circa 60 ettari di sterpaglie, binari in disuso e capannoni abbandonati. Un’immensa buca che taglia Milano in due tronconi. Ciò che oggi divide potrebbe però un giorno unire. Lo sa bene Carlo Masseroli, assessore allo Sviluppo del Territorio, che ha visitato ieri l’ex scalo. «Siamo in una posizione strategica. Qui a due passi ci sono Garibaldi e Repubblica, mentre a nord arriviamo al confine con la Bovisa. Senza dimenticare che l’area Expo e il parco di Quarto Oggiaro sono vicinissimi. Occorre investire sullo sviluppo dell’area per collegare tutta la città». Non esiste ancora un progetto definito, ma gli intenti sono chiari. Metà dell’ex scalo sarà destinato a spazi pubblici. In pratica, un grande parco immerso nel verde. Una pista ciclo-pedonale attraverserà l’area e unirà così il Parco Nord con il centro della città. E poi ci sono i piani d’edilizia per le fasce più deboli. «Almeno un terzo delle case che saranno costruite qui saranno destinate a progetti di housing sociale», promette Masseroli. Da convincere ci sono i proprietari dell’area. Ferrovie dello Stato, Agenzia delle Dogane e Poste Italiane su tutti. L’assessore lavora per trovare un accordo tra le parti e far decollare la riqualificazione dell’ex scalo Farini. La tempistica è già nella sua mente. «Conto di presentare l’accordo di programma in giunta a cavallo di quest’estate - dice Masseroli -. Nel frattempo, grazie alla collaborazione della facoltà di Architettura del campus Bovisa, raccoglieremo tutte le idee possibili per il progetto. Poi, dopo l’approvazione del consiglio, inizierà la fase progettuale, che penso durerà circa un anno». L’obiettivo è trovare investitori privati in fretta e completare così l’opera in tempo per l’appuntamento dell’Expo. «Entro il 2015 deve essere tutto pronto». L’accordo con le Fs sembra già cosa fatta, così come per gli altri scali fantasma della città. «Per noi - spiega l’amministratore delegato di Fs Sistemi Urbani, Carlo De Vito - progetti come questo significano la possibilità di creare un plus valore non indifferente. Su tutti gli ex scali milanesi ci sono in ballo centinaia di milioni di euro che potremmo reinvestire nel potenziamento del sistema ferroviario». Intanto l’assessore Masseroli ha rassicurato chi abita in affitto nelle due palazzine delle Fs site all’interno dell’ex scalo. Si tratta di ex dipendenti delle ferrovie. In tutto 17 famiglie, che dopo aver ricevuto nel 2006 la proposta per l’acquisto degli appartamenti, si sono visti recapitare lo scorso gennaio (in previsione della vendita dei terreni?) l’avviso di sfratto. «Questa gente non perderà la casa - chiarisce Masseroli -. All’interno del progetto studieremo soluzioni per offrire loro una sistemazione in loco». Da milano.corriere.it: Parte il recupero delle aree ferroviarie dismesse. Variante urbanistica entro l’estate Verde, uffici, case e negozi Farini, rivive lo scalo in rovina Progetto del Politecnico: 600 mila mq tra Garibaldi-Repubblica e la Bovisa MILANO - Scalo Farini, la più grande delle 7 aree dismesse dalle Ferrovie dello Stato, è da vent’anni un buco nero di seicentomila metri quadrati nella pancia della città. E resta a bocca aperta chi per la prima volta varca l’ingresso dello Scalo, da via Valtellina accanto alla Dogana. Lo sguardo si perde e la linea dell’orizzonte è segnata dalle costruzioni della Bovisa. Che da qui sembrano così vicine. Cemento, binari morti, robinie ed erbacce cresciute senz’ordine, container dimenticati. Sul lato Ovest gli uffici delle Poste, a Sud la Dogana, e nel sottosuolo - raccontano i bene informati - un parcheggio incompiuto e per questo da sempre chiuso da migliaia di posti (2000). Nel marzo di due anni fa, l’accordo tra Mauro Moretti (ad di Fs) e il sindaco Letizia Moratti. Entro l’estate, l’assessore al Territorio Carlo Masseroli porterà in giunta la variante urbanistica, primo passo per la trasformazione da area dismessa a tassello della metropoli dell’Expo. Con verde (la metà dell’area), case, negozi e piste ciclabili tra Porta Nuova e Parco Palizzi. Riqualificazione imponente per la quale è stata coinvolta la facoltà di architettura del Politecnico-Bovisa. Da ieri lo Scalo non è più un segreto per i residenti di via Valtellina. Ed entro fine mese, aprirà le porte alla città, con l’installazione di un pallone aerostatico come osservatorio. «Perché i milanesi possano capire qual è la partita in gioco e condividere questa trasformazione», aggiunge Masseroli. Non sarà un nuovo quartiere, una monade chiusa, precisa il preside di architettura, Angelo Torricelli. «Ma la cerniera tra Porta Nuova/ Garibaldi-Repubblica e la Bovisa/Gasometri». I fondi che FS ricaverà dalla valorizzazione dell’area saranno reinvestiti nella mobilità della metropoli: serviranno al completamento della linea S9, la Circle Line, che già corre in direzione Sud-Est, da San Cristoforo a Garibaldi passando per Bicocca, e che riutilizza vecchi percorsi ferroviari con funzione metropolitana. Preoccupati gli abitanti che vivono da sempre nella fatiscente palazzina, all’ingresso dello Scalo. «Nel giugno del 2006 ci arriva la proposta di acquisto dalle Ferrovie - spiegavano ieri ai tecnici del Comune -. Poi, all’improvviso, la marcia indietro e lo sfratto. E noi dove andremo?. «I miei figli mi avevano anticipato 50mila Euro, quando mi è stato proposto di comprare quei due locali». Sono una ventina di famiglie, tutti ex ferrovieri. «Non rimarrete senza una casa», tranquillizza Masseroli, raccogliendo gli incartamenti che quelli porgono come a una Madonna. «Diamo valore alle aree Fs, 1 milione e 200 mila metri quadri in tutto, a San Cristoforo un parco lineare attaccato ai Navigli - conclude l’assessore - , a Porta Genova la continuazione della città dei creativi di via Tortona e via Savona». Scalo Farini, invece, diventerà «un asse strategico, cerniera tra Garibaldi e Bovisa. Con parte dei binari ancora in uso ma interrati». Paola D'Amico 07 aprile 2009
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