Santa Giulia, controanalisi dei cittadini nell’acquedotto
Le cooperative edili e i cittadini hanno organizzato la prova del rubinetto con una società privata
MLANO - È il giorno delle controanalisi, a Santa Giulia. Le cooperative edili e i cittadini hanno organizzato la prova del rubinetto e oggi ospiteranno i tecnici di una società privata, indipendente da MM, il laboratorio Conal di via Binda, per analizzare la qualità dell’acqua: l’appuntamento è in tre appartamenti costruiti nel quartiere della bonifica zoppa, contestata, finita sotto inchiesta. «I controlli di MM sulla falda sono rigorosi e siamo convinti che non ci siano contaminazioni» dice Natale Comotti, consigliere del Pd e responsabile del Consorzio residenze Santa Giulia.
E tuttavia, aggiunge, «per tranquillizzare i cittadini e annullare qualsiasi dubbio sorto in questi giorni, abbiamo commissionato a uno studio terzo, qualificato, una serie di esami batteriologi e verifiche su eventuali residui ferrosi o materiali chimici». La Conal è accreditata, certificata, e i suoi tecnici già svolgono il ruolo di periti per la Procura: oggi preleveranno l’acqua da tre alloggi costruiti sulle macerie della Redaelli e tra una decina di giorni consegneranno i risultati agli abitanti nel quartiere.
È la periferia sorta sull’area delle fabbriche pesanti, Santa Giulia: ultimo confine Sud-Est, una vecchia storia di chimica e siderurgia. Un milione e 200 mila metri quadrati oltre Rogoredo, abbandonati nel 1985 dalla Montedison e dalla Redaelli, sono stati comprati nel 1998 dal gruppo Risanamento e dal 2003 riconvertiti in un progetto urbanistico da 1,6 miliardi. Secondo l’indagine della Procura, le case sarebbero state costruite su terreni malati e non efficacemente bonificati: nelle acque della «falda sospesa» (tra i 4 e gli 8 metri di profondità) e nella «prima falda» (da 10 a 35 metri) il giudice Fabrizio D’Arcangelo ha rilevato «concentrazioni notevolmente superiori ai limiti di legge» (oltre 20 volte nella prima falda, 100 volte nella falda sospesa) di sostanze cancerogene per l’uomo e pericolose per l’ambiente. Comune, Arpa ed MM smentiscono rischi per la salute. I cittadini vogliono la controprova.