.: Discussione: Zona Stazione Centrale invivibile!
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Da milano.corriere.it:
Torna il camper del «Corriere» Un tagliando alla città partendo dal basso Sicurezza e vivibilità in Centrale: anche il prefetto Lombardi alla prima tappa in piazza Duca d’Aosta E’ una città sporca, ha detto il premier. Sembra l'Africa, ha aggiunto. E c'è un traffico pazzesco: più di un'ora da Arcore a Milano. Anche Berlusconi, quando scende in strada, dà ragione al cittadino. Poi la politica interviene, le cose si confondono, l'ideologia strumentalizza. E viene un dubbio: avrà esagerato? Per chi fa il mestiere di cronista c'è una sola risposta da dare: andare sul posto e raccontare. Milano è una città difficile: i problemi si aggrovigliano e a volte si complicano. Quanti blitz serviranno per riportare la legalità nelle case Aler? C'è il rischio dell'assuefazione al peggio: dalla doppia fila alle auto sui marciapiedi tira una brutta aria di rassegnazione. Dove sono i vigili, i beneamati ghisa? Torniamo a parlare di vivibilità, di immigrazione, di scuole, di verde e di ordinaria manutenzione da un punto di osservazione speciale: un camper che gira e raccoglie la voce della gente. In una stagione segnata dai rancori e dalle fughe in avanti è opportuno tornare coi piedi per terra: è giusto interrogarsi sul futuro, ma bisogna risolvere i problemi de presente, creare le precondizioni per vivere meglio in città. Il Corriere l'ha già fatto: e qualche risultato c'è stato. Per i cittadini, che hanno avuto la possibilità di far sentire a loro voce, accorciando la lunga distanza che c'è fra loro e le istituzioni; per chi deve informare, che ha verificato come l'insicurezza non è soltanto un fenomeno percepito: in tante zone di Milano è un'emergenza reale. In alcune palazzine di periferia la droga ha devastato i canoni della civile convivenza: ci sono anziani che convivono con gli incubi dei furti, delle rapine, delle aggressioni. Due anni fa, legalità era la parola più frequente, assieme al rispetto delle regole, al civismo dei comportamenti. È ancora così? Chiedono più controlli, più vigili di quartiere, più uomini in divisa, i cittadini, per avere una presenza amica e creare una dissuasione ai violenti e malintenzionati? Milano è anche altro, è vero. E la città che offre lavoro, cultura, opportunità. È la metropoli che si prepara all'Expo per sorprendere il mondo con i nuovi talenti e una ritrovata sobrietà. È la città alla quale si chiede di avere un ruolo per aiutare il Paese a ritrovare lo spirito giusto capace di innescare la ripresa: qualità, legalità, riconoscimento del merito, riscoperta di antichi valori, tra cui l'accoglienza e la solidarietà. Ma è anche la città che taglia i fondi al difensore civico, perché i rompiscatole non sono graditi a chi governa, e non riesce ad avere un garante dei diritti dell'infanzia o un centro chiuso alle auto. Prima di scrivere il Manifesto di Milano è importante fare il tagliando alla città partendo dal basso, entrando nel cuore di alcuni problemi aperti, che anche il presidente Berlusconi sente il dovere di denunciare. Partiremo dalla sicurezza, per vedere se è migliorare qualcosa, in una zona simbolica: la stazione Centrale. Qui un recente restauro ha cercato di eliminare antichi problemi per migliorare il servizio al cittadino. Saremo lì, lunedì, per assolvere a un compito: essere utili. Dalla parte del cittadino. Giangiacomo Schiavi 04 ottobre 2009(ultima modifica: 05 ottobre 2009) |
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