.: Discussione: Come si vive la sicurezza a Milano
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No, non siamo tutti VIP a Milano. Qui sotto un articolo di avvenire. Inoltre, la scorsa notte, in un altro campo, sono bruciate sei baracche: una mamma temeva che i topi mordessero la figlia di pochi giorni e quindi ha lasciato una candela accesa di notte, ma purtroppo si è addormentata e la sua baracca e quelle dei vicini sono bruciate. Per fortuna, non ci sono stati nè morti nè feriti, ma sei famiglie hanno perso tutto Cordiali saluti a tutte/i Antonella Fachin Consigliere di Zona 3 Capogruppo Uniti con Dario Fo per Milano Facebook: Antonella Fachin ------------------------------------- da Avvenire Milano, p.1 , 30 gennaio 2010 Nuovo sgombero di rom rumeni Abbattute 65 baracche in zona Lorenteggio. Critica la Comunità di Sant’Egidio: queste operazioni non risolvono i problemi di DANIELA FASSINI Sessantacinque baracche abbattute, nella mattinata di ieri tra via Giambellino e via Molinetto di Lorenteggio: si tratta dell’ultimo sgombero di accampamenti abusivi di rom romeni messi in atto dal comune di Milano con l’aiuto del- le forze dell’ordine. L’ultimo in ordine temporale, ma se ne contano oltre 270 negli ultimi due anni e mezzo. Chi tiene la conta, sono i volontari della comunità di Sant’Egidio, da diverso tempo impegnata sul fronte delle alternative allo sgombero degli insediamenti abusivi con il progetto 'Abitare solidale', uno dei tanti messi in atto dalla comunità e che prevede, un percorso di accompagnamento all’autonomia abitativa ed economica delle persone. E proprio tra gli sgomberati di ieri, oltre cento rom di origine rumena, la comunità aveva messo in atto contatti con le scuole della zona per attuare il trasferimento dei bambini, già provenienti da precedenti sgomberi in altre zone della città. «Per i minori, residenti in quel campo, erano già stati avviati contatti con le scuole della zona per attuare il trasferimento dei bambini dalle scuole di provenienza dove frequentavano regolarmente (zona Rubattino e Chiaravalle) alla zona Lorenteggio ma il susseguirsi così rapido degli sgomberi impedisce perfino la possibilità di concludere le pratiche di iscrizione scolastica» informa Elisa, volontaria della comunità. Quelle stesse persone erano infatti reduci da numerosi altri sgomberi precedenti e, in particolare, provenivano da quelli effettuati in via Rubattino e in via Sant’Arialdo, in zona Chiaravalle. «Gli sgomberi costano molto - aggiunge Elisa - quello di Bacula, un anno fa, era costato 30mila euro ». Un diverso utilizzo del denaro pubblico, per investire nell’inserimento dei rom che dimostrano volontà di integrarsi: è questa l’alternativa concreta alla politica degli sgomberi, secondo la comunità. Il progetto 'Abitare Solidale' ha permesso ad oggi l’inserimento già di alcune famiglie come è il caso, ad esempio di quella di Leo, 15 anni: «Leo fino a pochi mesi fa mendicava nella zona di Loreto. Lo abbiamo conosciuto nel campo di Rubattino eppoi seguito a Segrate, dopo lo sgombero. Non ha mai fatto assenze a scuola, anche nei giorni degli sgomberi e oggi, grazie al progetto di Sant’Egidio, i suoi genitori hanno un alloggio a canone calmierato in piazzale Cuoco e lui è impegnato con successo in un percorso professionale di 150 ore per diventare meccanico» Comunicato Stampa: Un immigrato è un essere umano: persone, non criminali. Si lavori per l’integrazioneLa Comunità di Sant’Egidio esprime la sua preoccupazione per le recenti affermazioni di uomini di governo su immigrazione e sicurezza. L’irragionevole equiparazione tra immigrazione e criminalità non solo non corrisponde alla verità, ma conduce alla criminalizzazione degli immigrati, non rispetta i diritti delle persone e deforma la realtà.I dati Istat degli ultimi anni mostrano che gli immigrati stabilitisi nel nostro Paese e che si trovano in una situazione di regolarità non violano le leggi per reati penali più dei cittadini italiani. Se le carceri italiane sono sovraffollate e con un numero elevato di immigrati è a causa del reato di immigrazione clandestina che riguarda l’87% delle denunce relative agli immigrati. Inoltre la gran parte dei detenuti stranieri sono in attesa di giudizio (quindi non considerabili colpevoli secondo l’art. 27 della Costituzione Italiana). Accomunare immigrazione e criminalità è dunque ingiusto oltre che infondato e occulta, sotto la coltre della polemica mediatica, la questione fondamentale dell’integrazione. Soltanto una vera politica di integrazione e una semplificazione legislativa per regolarizzare la presenza di tanti lavoratori stranieri è la risposta necessaria in questo tempo storico di grandi spostamenti di popolazioni. La Comunità invita a riflettere sulle recenti parole del Papa: “Un immigrato è un essere umano, differente per provenienza, cultura, e tradizioni, ma è una persona da rispettare e con diritti e doveri, in particolare, nell’ambito del lavoro, dove è più facile la tentazione dello sfruttamento, ma anche nell’ambito delle condizioni concrete di vita. Invito, a guardare il volto dell’altro e a scoprire che egli ha un’anima, una storia e una vita: è una persona e Dio lo ama come ama me” (Angelus 10 gennaio 2010). -- Stefano Pasta stefanopasta@gmail.com 3387336925 |
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