.: Discussione: Colonne di San Lorenzo
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Da milano.corriere.it:
DALLA PARTE DEL CITTADINO Colonne, nuovi locali e movida non stop «Arrivano le cancellate antidegrado» Barriere per difendere San Lorenzo. I residenti: quartiere vivo ma dopo la mezzanotte qui c’è l’inferno MILANO - C’è di tutto nelle notti della movida. Dall’happy hour all’alba, rigorosamente in strada, bottiglia in mano, casino, giusto per tirar tardi. Ci sono i residenti, nelle sere delle Colonne di San Lorenzo e del Ticinese. Notti insonni e mattine a schivare vetri rotti, vomito, spazzatura. Gli unici a mancare in questo misto di storia (il colonnato di San Lorenzo) e futuro (i negozi e i locali), dicono i residenti, sono i controlli. Quelli delle ordinanze nate e subito dimenticate. Quelli degli uomini dell’Annonaria, specie in estinzione, e quelli dei vigili che ci sono (con le telecamere) ma non intervengono. Se a dirlo, poi, non è il comitato anti-movida ma il presidente dell’associazione dei commercianti e titolare di un locale che affaccia sul colonnato, Fabio Acampora, allora qualcosa di vero deve pur esserci: «Vigili, polizia, carabinieri non possono starsene lì come belle statuine e intervenire solo se c’è la rissa. Il presidio c’è e ha un costo, che sia messo a profitto». Quanto al quartiere, crocevia dello shopping di tendenza, i problemi sono diversi. Nelle sere del fine settimana i vigili portano le transenne, isolano le sedici colonne di marmo con i capitelli corinzi e il sagrato. Barriere che preservano quel che il tempo e l’incuria lentamente sgretola. Altre barriere (costosissime cancellate e vetrate telescopiche) sono soluzioni annunciate e subito archiviate. Si opterà, dice l’assessore ai Giovani e tempo libero, Alan Rizzi, per un’altra fila di «parigine » a cingere le colonne e «una cancellata fissa» per impedire l’accesso al sagrato, invaso da ubriachi e senzatetto. E magari per evitare il tiro a segno con bottiglie al naso della statua di Marco Aurelio. È un quadrilatero carico di storia e di contraddizioni, quello delle Colonne. Da una parte il muro cieco di un palazzo di 5 piani contenitore di pubblicità «d’artista» dedicato, neanche a farlo apposta, a una vodka; dall’altra un’area abbandonata, dietro a un muro pericolante coperto da erbacce e graffiti. Dieci anni fa il Comitato delle Colonne riuscì a bloccare la costruzione di un palazzone tutto vetri e acciaio. Ora si dice se ne farà un edificio di case basse con parcheggio e ludoteca di quartiere. Ma ci vorranno tre anni, almeno. Niente di grave, ma una malattia cronica, una bronchite che affanna il respiro di una delle zone preferite dai turisti. Il parco delle Basiliche, un tempo come piazza Vetra in mano ai pusher, oggi è un giardino difeso da un comitato di residenti. Altri residenti, invece, lo attraversano con suv, moto e furgoni, per sfuggire ai sensi unici. L’argomento più critico è quello della movida. Gli abitanti di via Vetere, cuore dello sballo alternativo, sono soldati in prima linea. Al Ticinese otto vetrine su dieci sono bar, pub, punti ristoro. E i nuovi locali aprono ogni giorno. Ieri, ultima nata, la «Bottiglieria» in via Arena. Qui si concentrano 276 tra bar e locali, il 6 per cento di tutta la città. Poco resta del quartiere degli artigiani: qualche pellaio, il nome di una strada, la «via dei fabbri». Di popolare, ci sono quattro case di numero, incastonate nella vecchia porta medioevale. Qui cinquant’anni fa c’erano i banditi della ligèra , la mala del Ticinese. Le altre abitazioni, nonostante l’avversata movida e le notti in bianco, costano più di 5 mila euro al metro quadrato, e si può arrivare fino al doppio. Mariagrazia Moffina, che del comitato è voce autorevole, manda un messaggio: «Bisogna smettere di considerare le Colonne di San Lorenzo come luogo a se stante. È la testa di un percorso fino alla Darsena. Ci vogliono buoni architetti». Poi c’è la voce di don Augusto, parroco di San Lorenzo, che ne pulisce di graffiti dalle pareti. D’estate le porte della basilica sono rimaste aperte fino a tarda notte. Un successo, due-trecento ragazzi in chiesa: «La situazione è molto migliorata. Ma restano tante cose da fare». Poi c’è la questione del tram, il numero 3. Chi dice che danneggia sonno e monumenti, chi invece parla di barzellette. La deviazione del tracciato per lavori qualche anno fa fu catastrofica: «Corse allungate di 50 minuti e la zona a sud della città abbandonata», dice un’anziana. È venuta fin qui dal Gratosoglio, giusto per ricordarlo. Paola D’Amico Cesare Giuzzi 20 ottobre 2009 Notizie correlate: - Via Vetere: «Noi, in trincea contro il popolo della notte» Stella - Le bellezze oscurate dalla voglia di happy hour di Paola Calvetti - Porta Ticinese, notti d'alcol e di note (di Rcd) - Tutti i video del Camper |
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