.: Discussione: Quali regole per un Partito veramente democratico
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Se saprà pedalare e parlare soprattutto, aggiungo Gianni.
Vedi credo che la fase della Terza Repubblica ormai sia pronta: ossia la fase in cui la stessa cittadinanza si autorganizza e si propone con forme di partecipazione e di coinvolgimento senza precedenti. Penso che la "forma partito" sia ormai da superare se si intende per "forma partito" quella classica, canonica, quella del centralismo democratico, che diventava spesso centralismo superando la fase della democrazia e del confronto democratico. L'Italia ha bisogno di ripensare le forme della politica: non è una stereotipata enunciazione di principio, ma è una basilare visione di un futuro che possa non apportare questa nostra società sull'orlo di una crisi di nervi, destando cinici e qualunquistici sentimenti. Io credo che questo sia un impegno di noi tutte e di noi tutti: a prescindere dalle scelte che ognuna e ognuno possa fare. Io guardo con attenzione ai processi aggregativi della sinistra del centrosinistra. Ma il male oscuro della post modernità dell'antipolitica e dell'individualismo è un morbo sociale e culturale che interessa universalmente chi si domanda con determinazione, conscio del futuro sociale dell'umanità, quale funzione ha, oggi, e potrà avere domani la politica, come servizio per la città, la comunità, la società. L'uomo è un animale sociale e politico: fare dell'antipolitica una facile spiegazione delle cause del malessere è assolutamente improponibile, sia come atteggiamento, sia come comportamento, nuocendo la stabilità della collettività. Proseguiamo a riflettere: quali forme di organizzazione possibile potrebbe definire quella necessaria rivoluzione culturale di cui la politica ha estremamente bisogno e necessità? A noi l'onere della risposta. Alessandro Rizzo |
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