È molto vero che il Comune, per rigidità, persevera nella sostituzione reiterata delle stesse specie negli stessi luoghi in cui evidentemente hanno molte difficoltà. Il contratto di manutenzione ordinaria prevede questo, perciò se nessuno interviene per operare una modifica di una scelta agronomica originaria non proprio ponderata si può anche andare avanti all'infinito. Spesso e volentieri poi la scelta ricade su specie inadatte a posizioni troppo soleggiate o a terreni secchi e poveri (come farnie, carpini, ecc.) oppure proprio inadatte al clima di Milano (come p.es. i Liriodendron).
Andrea Giorcelli Consigliere della zona 7 (capogruppo Verdi)
In risposta al messaggio di Gianfranco Bottarelli inserito il 24 Ago 2009 - 22:42