Stiamo via via chiarendoci le idee.
La cosa che vorrei osservare è che non c’è una contrapposizione tra natura “selvaggia” e natura regolata.
Diciamo subito che tutte le aree verdi della città non sono naturali, ma artificiali, perché realizzate dall’uomo e non sviluppatesi , appunto, naturalmente. Dobbiamo renderci conto che a Milano e in buona parte della pianura padana non esistono piú aree naturali: per trovarne dobbiamo andare nei parchi naturali o nei boschi di montagna.
Semplificando al massimo, nell’ambito del verde artificiale disegnato e realizzato dall’uomo storicamente ci sono due grandi stili ornamentali per fare un giardino o un parco:
1. il giardino all'italiana è caratterizzato dalla volontà dell'uomo di piegare fortemente la natura ai suoi voleri, dunque presenta siepi formali, geometriche, squadrate, regolarmente potate, simmetrie accentuate tra le varie parti del giardino;
2. il giardino all'inglese nelle sue varianti (romantico, parco naturalistico, ecc.) invece tenta di imitare la natura lasciando crescere le piante secondo la forma naturale, con una disposizione apparentemente casuale (piantando veramente a caso non si riesce a simulare neanche lontanamente la natura, anche perché la scelta delle essenze è fondamentale), libera, volutamente asimmetrica, creando scorci prospettici, laghetti...
In mezzo vi sono tante forme intermedie, come i giardini condominiali, dove siepi geometriche convivono con piante non disposte secondo la rigida linearità e simmetria del giardino all’italiana, ma con risultati non certo entusiasmanti.
Al di fuori di tutto ciò vi è il verde casuale, disordinato, non progettato, che certamente non è natura né imitazione di natura e che spesso non è nemmeno includibile in alcuna delle categorie di verde disegnato sopra esemplificate. In certi casi il verde casuale può anche rovinare un'area verde preesistente e ordinata.
Credo che quasi tutti, potendo confrontare visivamente risultati alternativi, preferiremmo un verde piú naturale (ma non per questo disordinato); è la moda e la pigrizia mentale che poi, soprattutto quando sono i citttadini-condomini a decidere e non piú un progettista qualificato, a tendere quasi sempre inesorabilmente all’abuso di siepi formali e filari.
Per il mio gusto quello che preferisco è il verde naturalistico o paesaggistico che si avvicina alla natura. Per questo non amo l’abuso che sempre piú spesso si fa, anche quando non necessario né paesaggisticamente sensato, di filari di alberi o disposizione degli stessi a formare figure geometriche rigide e regolari, sempre piú in voga: il filare ha senso per dotare una via fiancheggiata da edifici di alberatura che altrimenti non avrebbe possibilità di verde, oppure se di lunga prospettiva e con essenze adatte richiama un preesistente paesaggio agricolo; non ha senso se va a sottolineare un confine di un’area verde o un vialetto in mezzo a esso, meglio gruppi irregolari e morbide macchie di arbusti, ma devono essere in ogni caso studiati.
Gli orti che ha visto al parco delle Cave sono orti regolari e controllati da Italia Nostra, dove il cittadino che fa richiesta può ottenerne l’assegnazione in base a una graduatoria che tiene conto di vari fattori di bisogno sociale, cosí come per quelli gestiti dal Comune; niente a che vedere con le distese di appezzamenti abusivi che degradano la periferia.
Saluti.
Andrea Giorcelli
Consigliere della zona 7 (gruppo Verdi)