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Ritengo utile -e in linea con quanto da te segnalato- l'articolo di Vittorio Agnoletto che qui riporto e che stigmatizza, giustamente, il passo indietro dell'Unione Europea che pilatescamente dichiara che l'acqua DOVREBBE (!) ESSERE UN DIRITTO, mentre in precedenza riconosceva senza dubbi e condizioni il fatto che l'ACCESSO ALL'ACQUA E' UN DIRITTO.
Purtroppo troppi interessi economici di pochi contano più dei diritti di tutti gli esseri umani che nudi (senza nulla) nascono e nudi (senza portarsi nulla nell'aldilà) muoiono.
Cordiali saluti a tutte/i Antonella Fachin Consigliere di Zona 3 Capogruppo Uniti con Dario Fo per Milano -----------------------------------------------------
Esattamente tre anni fa, il 15 marzo 2006, il Parlamento europeo varava una risoluzione sul quarto Forum mondiale dell'acqua, che si sarebbe svolto di lì a poco a Città del Messico. L’articolo 1 di quel testo era il seguente: «(il Parlamento europeo, ndr) dichiara che l'acqua è un bene comune dell'umanità e come tale l'accesso all'acqua costituisce un diritto fondamentale della persona umana; chiede che siano esplicati tutti gli sforzi necessari a garantire l'accesso all'acqua alle popolazioni più povere entro il 2015».
Oggi, in concomitanza con il quinto Forum mondiale dell'acqua, che si svolgerà a Istanbul dal 16 al 22 marzo, il Parlamento europeo ha parzialmente cambiato idea, approvando la seguente risoluzione sulle risorse idriche: «dichiara che l'acqua è un bene comune dell'umanità e che dovrebbe costituire un diritto fondamentale e universale; chiede che siano compiuti tutti gli sforzi necessari per garantire l'accesso all'acqua alla popolazioni più povere entro il 2015; dichiara che l'acqua va proclamata un bene pubblico e posta sotto controllo pubblico, a prescindere dal fatto che sia gestita, interamente o parzialmente, dal settore privato; chiede che la presidenza rappresenti l'Unione europea al forum di Istanbul con un mandato per considerare l'accesso all'acqua potabile un diritto vitale, fondamentale dell'essere umano, e non solo un bene economico commerciale soggetto unicamente alle leggi di mercato…». L’arretramento della posizione dell’aula di Strasburgo è evidente. Insieme a Roberto Musacchio e a tutto il gruppo GUE – Sinistra unitaria europea abbiamo presentato sedici emendamenti, cercando di affermare la nostra linea su tutta una serie di principi sacrosanti, quali l'acqua come bene comune universale, l'accesso garantito a tutti gli esseri umani con politiche conseguenti, l’inserimento dell’acqua nei capitoli di lotta al cambiamento climatico, il coinvolgimento dell'Onu sui temi dell'acqua. Ma abbiamo perso sull’emendamento centrale, quello al paragrafo 28 di cui sopra, per cui chiedevamo sostanzialmente la cancellazione delle parole «non solo» che invece hanno riaperto all’idea dell’acqua come «bene economico commerciale soggetto alle leggi di mercato». Inevitabile la scelta di votare no alla risoluzione da parte di tutto il gruppo. Non potevamo far passare sotto silenzio la tremenda offensiva condotta negli ultimi mesi dalle grandi multinazionali e lobby di settore. Soprattutto in questi giorni, proprio mentre si svolge il forum di Istanbul, dove sono sicuro che il movimento internazionale dell’acqua saprà reagire con competenza e risolutezza a questa brutta pagina di cronaca europea. Articolo pubblicato su“Lavori in corso”, Numero 142 febbraio 2009, Idee e contributi per l’ALTERNATIVA, Periodico in rete a cura della Associazione Culturale Punto Rosso
In risposta al messaggio di Germana Pisa inserito il 28 Mar 2009 - 14:40