Qui di seguito riporto il comunicato del Comitato Italiano per il Contratto Mondiale sull'Acqua in merito alla delibera del Co.Vi.R.I. (Comitato per la Vigilanza sulle Risorse Idriche) che BOCCIA la legge regionale della Lombardia sui servizi idrici sostanzialmente perchè incentiva le vendite dell’acqua e non prevede un limite massimo di crescita delle tariffe.
Insomma una brutta legge a favore degli operatori privati e a danno della collettività.
Cordiali saluti a tutte/i
Antonella Fachin
Consigliere di Zona 3
Capogruppo Uniti con Dario Fo per Milano
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COMUNICATO STAMPA
Il Comitato di Vigilanza sulle Risorse Idriche ricorre a Napolitano contro il Piano d’Ambito dell’ATO di Pavia
Il Co.Vi.R.I. boccia la legge acqua della Lombardia!
Dichiara il Contratto Mondiale sull’Acqua: “Moratoria sulle gare. In Lombardia il sistema più sicuro è l’affidamento pubblico “in house” dei servizi idrici”
Milano, 10 giugno 2009 –
“La legge sui servizi idrici della Regione Lombardia incentiva le vendite dell’acqua e non prevede un limite massimo di crescita delle tariffe!”. Ad affermarlo è il
Comitatodi Vigilanza sulle Risorse Idriche (Co.Vi.R.I. - www.coviri.it), l’organismo istituzionale preposto alla
vigilanza sulla gestione dell’acqua in Italia.
Il Co.Vi.R.I. ha bocciato il Piano d’Ambito approvato dall’ATO di Pavia, poiché
“incentiva a incrementarele vendite dell’acqua in violazione del principio di un uso sostenibile della risorsa e di una politica di risparmio”
e
“non prevede un limite massimo di crescita annuale delle tariffe”. È una vera e propria stroncatura quella
del Comitato di Vigilanza, che nella stessa delibera ha determinato di presentare un ricorsostraordinario al Capo dello Stato per l’annullamento del Piano d’Ambito pavese
. Sarà quindi
Napolitano a decidere delle sorti dell’acqua in provincia di Pavia e, per esteso, in tutta la Lombardia.
Infatti i motivi della bocciatura del Piano di Pavia riguardano le
storture contenute nella legislazionedella Lombardia sui servizi idrici.
La bocciatura del Co.Vi.R.I. giunge a distanza di soli 2 mesi dalla precedente sentenza dell’Antitrust, la
quale aveva criticato la medesima legislazione lombarda, ritenendola distorsiva del mercato e della
concorrenza. L’Antitrust scriveva che
“il modello lombardo sembra preludere alla duplicazione di posizioni di monopolio”, poiché disegna “una organizzazione del servizio idrico che
prevede la separazionetra l’attività di gestione della rete e quella di erogazione del servizio”.
Alla luce della duplice contestazione dell’Antitrust e del Co.Vi.R.I., e dei ricorsi di costituzionalità
avanzati dai Governi Prodi (2006) e Berlusconi (marzo 2009),
il Comitato italiano per un Contratto Mondiale sull’Acqua chiede al Consiglio Regionale della Lombardia una moratoria sulle gare per iservizi idrici
, attraverso la
sospensione della legge regionale per la parte relativa alla suddivisione
tra gestione ed erogazione e la messa sul mercato di quest’ultima.
Il Comitato Italiano rinnova l’appello a tutti i Sindaci dei Comuni della Lombardia, ed in particolare a
quelli che hanno sostenuto il referendum, affinché
si interrompano i percorsi, avviati in molti ATO tra
cui quello della provincia di Milano, per la separazione di gestione ed erogazione e si sospendanole eventuali gare
, in quanto tali provvedimenti rischiano di essere impugnati per illegittimità.
Secondo il Comitato italiano, in presenza di queste scenario, in Lombardia il sistema più sicuro (e
legittimo) è l’
affidamento diretto di tutto il servizio idrico (gestione ed erogazione)
a societàtotalmente pubbliche. Il tutto come consentito dalla nuova legge regionale n. 1/2009, votata
all’unanimità dal Consiglio Regionale a seguito dell’azione referendaria intrapresa da ben 144 comuni
lombardi e nel rispetto di quanto previsto dall’art. 23bis della vigente Legge 133, che consente la
gestione “in house”. In base a tale normativa,
gli ATO hanno la facoltà di affidare direttamente l’intero servizio idrico a società cosiddette “in house”, cioè di proprietà esclusivamente pubblica,
senza ricorrere ad alcuna gara, passaggio, quest’ultimo, che aprirebbe ai privati.
Il Contratto Acqua, insieme ai comitati lombardi impegnati a difesa dell'acqua pubblica, rinnovano
pertanto l’appello a tutti i Sindaci, compresi i nuovi eletti, a farsi carico della gestione diretta e
totalmente pubblica di un servizio di interesse generale, sottraendolo alla speculazione del mercato.
Comitato Italiano per il Contratto Mondiale sull’Acqua
Per informazioni contattare
R. Lembo - E. Molinari – R. Fumagalli