.: Discussione: E' possibile una terza via per l'Isola?
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Da milano.corriere.it:
dalla parte del cittadino Isola, cantiere aperto verso il futuro Grattacieli, metrò e cittadini antidegrado Pirellone bis, verde e musei. E da gennaio via alla seconda tratta della linea 5 MILANO - «Io riciclo. Io riutilizzo. Insieme ri-arrediamo». L’ultimo progetto per l’Isola è firmato da una squadra di mini-architetti, sono Rachel, Armando e i compagni delle sezioni B e C, seconda elementare «Confalonieri»: hanno chiesto al sindaco i vasi di fiori attorno alla scuola, se ne occuperebbero loro e li difenderebbero coi cartelli «si prega di non toccare», ché in via Dal Verme s’aggirano «pericolosi ladri di primule». Davvero. Lo sanno anche i bambini: qui si disegna il futuro di quel pezzo di città che fu di don Bussa e dei partigiani eroi, si sta rivoluzionando il quartiere che ha visto la mala nei bar e adesso osserva crescere i grattacieli nei cantieri Expo. Le torri di Porta Nuova (Isola, Garibaldi, Varesine e Repubblica). La Regione che alza il Pirellone bis. Lo scavo del metrò 5. Oggi i lavori provocano rumore, polvere e proteste. Tra cinque anni, chissà: questa zona avrà il terzo parco pubblico cittadino (90 mila metri quadri), un’unica isola ciclopedonale tra piazza XXV Aprile, via Confalonieri e l’hotel Principe di Savoia, oltre a 7 fermate tra metrò e passante, i treni e la Tav, i tram e i bus. Dicono in Comune: «Sarà il quartiere italiano con più infrastrutture di trasporto pubblico». Intanto, è il laboratorio della Milano che cambia. Tra ruspe e proteste. Con i valori delle case triplicati in dieci anni e destinati a crescere. Nell’attivismo dei comitati contro e nel super impegno delle associazioni per. La Fondazione don Eugenio Bussa e la Fondazione Catella hanno ottenuto dal Comune il trasloco del monumento ai Caduti per la libertà dell’Isola, dall’incrocio trafficato di Gioia al podio di piazzale Segrino: il cantiere è aperto, arriveranno luci e aiuole. «Bisognerebbe dare decoro anche a piazza Minniti», aggiungono da Botteghe Isola: il problema è il mercato, Palazzo Marino e ambulanti non si mettono d’accordo. I sette artigiani «sfrattati» dalla vecchia Stecca (marzo 2007) si ritroveranno invece nell’Incubatore d’arte in via De Castillia: la Stecchetta sarà pronta nell’estate 2010, le polemiche sulla demolizione del rudere sono archiviate. «Il cambiamento è nell’aria», è lo slogan di un’associazione di quartiere. Lo hanno disegnato venti archistar e tra quest’anno e il prossimo sono programmati investimenti per 1,2 miliardi: le torri Varesine, le case a prezzo convenzionato all’Isola e i grattacieli in Garibaldi saranno conclusi nel (2011); seguiranno l’inaugurazione di centro espositivo, museo della Moda, Casa della Memoria e Bosco Verticale (2012) e infine il parco pubblico che ricoprirà l’area (2013). Parliamo di circa 400 appartamenti (prezzi da 3 mila a oltre 7 mila euro al metro), negozi, uffici e 80 mila metri quadri di posteggi. La cima Coppi è a 219 metri d’altezza, punta della torre di Cesar Pelli (antenna inclusa). La Hines, società capofila dell’affare Porta Nuova, l’ha definito un progetto «romantico »: perché è stato «condiviso» coi cittadini e «ricuce» una vecchia frattura urbanistica. La nuova linea del metrò 5 garantirà un afflusso ecologista: i lavori del secondo lotto, Garibaldi- San Siro, partiranno all’inizio del 2010; la prima tratta, da Zara a Bignami, sarà «in esercizio » nel primo semestre 2011. Il Pirellone bis cresce «secondo programma»: l’edificio sarà consegnato a dicembre, per gli allestimenti interni, e nel luglio 2010 inizierà il trasloco dei dipendenti sparsi in 31 uffici decentrati. L’unico nodo, per la Regione, è la palazzina verde su cinque piani realizzata nel 1939 in via Bellani 3: un tempo si affacciava sul Bosco in Gioia, oggi è accerchiata dai vetri a specchio del grattacielo. Infrastrutture Lombarde ha spedito un’ultima proposta d’acquisto dell’immobile ancora il 4 novembre scorso, vuole comprare ai «prezzi di mercato» del 2008, con il «consenso unanime» delle sedici famiglie residenti. E poi demolire. Loro, gl’inquilini, hanno rifiutato: «Noi vorremmo andar via contenti, non con una ciotola di riso...». Tradotto: chi ci ripaga il disturbo per i cantieri e i costi imposti dal trasloco, chissà dove, dopo una vita di sacrifici? «Siamo noi, i prigionieri. Senza un’offerta adeguata, restiamo qui. E vediamo come va». Intanto, questi milanesi vedono solo i canali Rai: l’antenna sul tetto non prende, il segnale è «oscurato» dal Pirellone bis. Tutto cambia, ma la tv è tornata agli anni Settanta. Armando Stella 12 novembre 2009(ultima modifica: 13 novembre 2009) Notizie correlate: - Tutti i video del Camper - Di' la tua sul Forum - Box di piazza XXV Aprile, scavi senza fine: lo Smeraldo in crisi - Dalle case di ringhiera alla Manhattan di cemento di E. Bertolino |
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