IL CENTRO-SINISTRA IN ZONA 3 NEGA LA SUA SOLIDARIETÀ AL PAPA DOPO I VIOLENTI ATTACCHI DI MATRICE ISLAMICA SUBITI PER IL SUO DISCORSO ALL’UNIVERSITÀ DI RATISBONA DEL 12/9/2006
Riteniamo doveroso informare i cittadini che nella seduta del Consiglio di Zona 3 di giovedì 28/9/2006, l’opposizione di Centro-Sinistra ha fatto mancare il numero legale proprio durante l’ultimo punto all’ordine del giorno che verteva sulla discussione della mozione di solidarietà a favore del Papa, che segue, presentata e sostenuta dalla maggioranza di Centro-Destra a seguito dei violenti attacchi subiti dal Pontefice per il suo discorso sui rapporti tra fede e ragione tenuto in Germania all’Università di Ratisbona in data 12/9/2006 e dei gravi atti ai danni dei fedeli cristiani.
In particolare, dei 14 Consiglieri dell’opposizione di Centro-Sinistra, presenti in aula, 9 sono usciti dalla stessa appena prima della discussione del punto e 5 sono rimasti (Monti, Farina e Scarinzi dell’Ulivo, Fachin della Lista Dario Fo e Tedesco della Lista Ferrante) per esprimere di non condividere la mozione con motivazioni del tutto inconsistenti sia da un punto di vista formale che da un punto di vista di contenuto e per uscire subito dopo dall’aula - eccettuato il Consigliere Scarinzi - senza neppure ascoltare i Consiglieri della maggioranza, che si accingevano a prendere la parola.
Siamo vivamente stupiti, rammaricati e delusi che su un argomento di tale portata - che tiene banco da oltre 15 giorni su tutti i giornali e mass-media in Italia, in Europa e nel mondo intero – quando esponenti del Centro-Sinistra e del Governo, come il Ministro dell’Interno Giuliano Amato, hanno espresso pubblicamente piena solidarieta’ al Pontefice (vedi l’articolo a pag. 17 del Corriere della Sera del 29/09/06, di cui citiamo l’incipit: “Dobbiamo dire chiaro e tondo agli islamici: non è ammissibile che, se il Papa dice qualcosa che non condividete, ci siano minacce fisiche nei confronti dei cristiani”), il Centro-Sinistra di Zona 3 non solo non abbia fatto pubblicamente altrettanto ma abbia rifiutato di dialogare, dimostrando una totale carenza di identità e di spessore culturale, oltre che un preconcetto atteggiamento di ostilità e che abbia tenuto un comportamento strumentale a far cadere il numero legale durante la discussione della mozione in solidarietà del Papa in modo tale da impedirne, per regolamento, la sua ripresentazione alla prossima seduta di Consiglio, con conseguente impossibilità di deliberare in merito.
TESTO MOZIONE:
PRESO ATTO
Delle polemiche emerse - a livello internazionale - dalla pubblicazione del discorso pronunciato dal Santo Padre lo scorso martedì 12 settembre nell’Aula Magna dell’Università di Regensburg;
RILEVATO
Che il pronunciamento letterale di Benedetto XVI – lungi dalle interpretazioni capziose che ne sono conseguite - aveva ad oggetto la relazione tra Fede e ragione, con considerazioni di carattere filosofico e teologico argomentate muovendo da riferimenti e da scritti storici di natura filosofica e religiosa;
EVIDENZIATO
come appaia assolutamente incontestabile il diritto del Capo della Chiesa Cattolica, anche in ragione della soggettiva condizione di cattedratico di Filosofia e Teologia, di argomentare le ragioni della sua Confessione;
RICONOSCIUTO
Pur non esprimendo giudizi di merito che condizionerebbero la laicità dell’Istituzione rappresentata:
- Che la lezione di Joseph Ratzinger opera una ricostruzione delle origini e delle motivazioni del particolare radicamento che il Cristianesimo ha assunto in Europa e – quindi – nell’area oggi comunemente individuata come “Occidente”, fattispecie questa che – secondo le parole del Pontefice – “è un dato di importanza decisiva non solo dal punto di vista della storia delle religioni, ma anche da quello della storia universale”;
- Che lo sviluppo della lezione porta il Papa ad affrontare il delicato tema del rapporto tra fede ed empirismo, rivolgendo una esplicita critica alla cultura occidentale che sembra anteporre la disciplina tecnica alla religiosità, relegando quest’ultima ad eventuale “istanza etica soggettiva” da subordinare alle esperienze scientificamente dimostrabili;
- Che il Santo Padre ha indicato il “superamento della limitazione autodecretata dalla ragione a ciò che è verificabile nell’esperimento” come atteggiamento necessario a realizzare “un vero dialogo delle culture e delle religioni di cui abbiamo un così urgente bisogno;”
- Che in nessun momento il discorso del Pontefice ha espresso giudizi di merito nei confronti di altre confessioni, compreso l’Islam;
CONSIDERATO
- che le reazioni che si sono succedute in questi giorni sono apparse del tutto strumentali e fuorvianti rispetto al vero contenuto del discorso di Benedetto XVI;
- che, tra le tante reazioni scomposte, anche l’organizzazione terroristica Al Qaida non ha perso l’occasione, a seguito del pronunciamento del Papa, per annunciare futuri attacchi all’Occidente ed ai Cristiani;
- che tale minaccia, in realtà, scredita ulteriormente l’Islam;
RILEVATO
Come il silenzio a questi attacchi sin qui solo verbali potrebbe costituire, agli occhi dei fanatici, un ulteriore segno di debolezza della comunità occidentale e – in quanto centro della cristianità – dell’Italia in particolare
ESPRIME
la propria totale ed incondizionata solidarietà al Santo Padre, nei confronti del quale non può essere tollerato alcun tentativo di limitazione della libertà di pensiero e di espressione;
RIBADISCE
- Che l’inalienabile diritto alla libertà di espressione religiosa ed all’esercizio del proprio culto è riconosciuto dall’ordinamento italiano e di tutte le democrazie occidentali, al pari della garanzia di laicità delle istituzioni, pure in mancanza del principio di reciprocità in molti Paesi di confessione islamica;
- Che tuttavia tale impostazione culturale non può mai costituire nei confronti di alcuno il diritto di incrinare od attaccare, spesso arrivando a forme di intolleranza fisica e ad azioni a carattere terroristico, il modello di convivenza civile consolidato nelle società di formazione democratica;
INVITA
Il Parlamento, il Governo nazionale, la Regione Lombardia, la Provincia di Milano, il Comune di Milano e il Consiglio di Zona 3, a farsi promotori presso tutte le istituzioni internazionali perché nessuna inerzia e silenzio apparenti possano più indurre alcuno a ritenere, erroneamente, che il sistema di valori, di libertà e democrazia sui quali è fondata la società occidentale possa essere impunemente censurato, bersagliato ed attaccato.
Milano, li 28 settembre 2006
Gianluca Boari
www.gianlucaboari.it