Palazzo Marino: diritti volumetrici sui terreni in garanzia alle banche
Acquisto delle aree per l'Expo Comune, dubbi sulla società
A Fondazione Fiera e Regione due terzi delle quote. Entro il 18 aprile la firma dell'accordo con i privati
MILANO - Prima, bisogna stabilire se ci sono banche disposte a coprire l'operazione. Poi, si dovrà discutere di governance. Nelle quattro pagine di documento riservatissimo datato 10 aprile, si chiama Arexpo la spa che dovrà acquistare le aree di Expo e garantire alla maggioranza di soci pubblici la titolarità dei terreni che ospiteranno l'evento del 2015. Il testo è stato presentato dal presidente Roberto Formigoni, assieme ai suoi più stretti collaboratori, domenica sera a casa Moratti al sindaco e ai dirigenti del Comune: prima, c'era stato un incontro con i soci pubblici (Fondazione Fiera e gruppo Cabassi) per valutare le loro posizioni rispetto a questa ipotesi. E, a fare da mediatore fra le parti, è intervenuto l'altra sera il presidente di Promos, Bruno Ermolli.
Il disegno è praticamente quello che era stato illustrato al Pirellone nel maggio dello scorso anno: Regione, Comune e Provincia costituiscono una società sul modello delle Stu, le società di trasformazione urbana, che resta a maggioranza di capitale pubblico. Nella spa entra anche la Fondazione Fiera che nel frattempo avrà acquistato i terreni dai Cabassi. Secondo l'ipotesi sul tavolo, la Fondazione avrebbe il 40 per cento delle quote, mentre il 27 per cento ciascuno andrebbero a Comune e Regione, il 3 alla Provincia, l'1,5 al Comune di Rho e il resto ad altri soggetti. E questo è uno dei punti su cui il Comune vuole vedere chiaro: dal momento che la Fondazione è controllata dalla Regione, il timore è che la Stu possa venire di fatto guidata da un ente soprattutto. E poi c'è la questione della governance: il testo, oltre all'amministratore delegato con pieni poteri, prevede per tutti gli enti uguale diritto di voto, anche se i pacchetti azionari sono diversi. Ancora prima, però, va risolto il tema dei finanziatori. Per l'ingresso nella newCo i soci metterebbero una quota simbolica di 10 milioni di euro: il resto, chiede il Comune, deve essere tutto bancabile. Palazzo Marino porrebbe a garanzia i diritti volumetrici delle aree stesse e oggi alcuni funzionari della Regione saranno a Roma per verificare che la Cassa Depositi e Prestiti o la Bei possano entrare nell'operazione.
I prossimi passaggi? A Palazzo Marino c'è in programma per martedì mattina un incontro con i rappresentanti della Provincia. Entro il 18 aprile si dovrebbe arrivare alla firma di due atti unilaterali con i soggetti privati che danno la propria disponibilità a cedere i terreni secondo le modalità concordate: testi che verranno consegnati all'esecutivo del Bureau International des Expositions.
La Fiera ha rinviato a venerdì la decisione che era attesa dall'assemblea di oggi ricordando che si vuole «tutelare il proprio patrimonio come da finalità statutarie e nel contempo agire nell'interesse dell'Esposizione Universale, del territorio e dell'intero Paese». Il presidente Roberto Formigoni ha valutato positivamente questa scelta e ha rincuorato: «Confermo che le nostre amministrazioni stanno lavorando in piena unità di intenti e con grande armonia e confermo che il 19 aprile ci presenteremo al Bie con tutte le carte in ordine».
Elisabetta Soglio 12 aprile 2011
In risposta al messaggio di Oliverio Gentile inserito il 4 Apr 2011 - 11:59