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Mi riferisco ad altre problematiche. La mancanza di relazioni di prossimità e l'impossibilità di modificare lo stato delle relazioni dentro al quartiere, oggi confinato in un cul de sac che abbiamo convenuto essere il pregio-difetto del quartiere dalle precise caratteristiche urbanistiche, congela ogni sviluppo del quartiere, mentre per altri è la garanzia dell'inviolabilità dello stesso. Un po' poco a mio avviso. Aprirsi all'aerea vasta attraverso una serie morbida di nuovi collegamenti (non solo piste ciclabili) consentirebbe a questo territorio chiuso di aprirsi a nuove relazioni sociali ed economiche, interquartiere, quello di cui la vita in città ha più bisogno. Sono finiti (non per tutti ma per una sempre più vasta porzione di popolazione) gli anni in cui nel weekend la parola d'ordine era scappare da Milano ( mare, monti, laghi, campagna), e le estati lontano per un mese, la logica del quartiere dormitorio non basta più. Oggi la città comincia ad essere più vissuta e quartieri come questa periferia sud della Zona 6 hanno bisogno di molto altro che oggi non c'è ed in queste condizioni non ci sarà neppure tra altri 20 anni. Stanno cambiando le abitudini, i bosogni, la domanda di vivibilità e socialità sono aumentate in un periodo in cui la socialità storica sembra slegarsi e fare meno presa sul pubblico. Servono nuove idee per i nuovi bisogni, quello che un "cul de sac" non potrà mai dare. Godersi il verde, con tutti i suoi pregi e qualche difetto di troppo (il terrapieno non completato per isolare l'autostrada all'altezza di via De Finetti, i pannelli insonorizzanti da porre al centro delle due corsie della A7-Via del Mare per smorzare il brusio morboso del quartiere che ospita questa pesante servitù) è sicuramente una buona cosa, speriamo non resti l'unica. Aspettavamo anche una fascia di rispetto boschiva (alberi, arbusti, cespucli autoctoni con anche sempreverdi) tra le ultime case dove finisce la città ed iniziano le risaie malsane (che già due secoli fà i consiglieri comunali della vecchia municipalità della Barona nei dei Corpi Santi e della stessa Milano denunciavano con pesanti arringhe di cui esistono i verbali), e nonostante l'orientamento bipartizan in consiglio comunale a Milano, non s'è fatto assolutamente nulla. Il futuro è già oggi, forse non lo stiamo ancora percependo, che aspettiamo a reinventare questa porzione di città?
Enrico Vigo
In risposta al messaggio di Gianfranco Bottarelli inserito il 31 Mar 2011 - 22:38