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Venerdì, 27 Febbraio, 2009 - 13:34

MEMORIA SFREGIATA

MEMORIA SFREGIATA
Imbrattata la lapide che ricorda Eugenio Curiel alla vigilia del sessantaquattresimo anniversario dell’assassinio
da ChiamaMilano del 27.2.2009

“Capo ideale e glorioso esempio a tutta la gioventù italiana di eroismo, di amore per la Patria e per la Libertà”.
Sono le parole incise sulla lapide in piazza Conciliazione che ricorda Eugenio Curiel, riprese  dall’encomio che gli assegnò la medaglia d’oro al valor militare.
Eugenio Curiel fu ucciso dai repubblichini il 24 febbraio del 1945 in piazza Conciliazione. Quei repubblichini, o “ragazzi di Salò” come vorrebbe una zuccherosa vulgata revisionista,  che un progetto di legge che dovrebbe essere discusso dal Parlamento vorrebbe equiparare ai Partigiani nel riconoscimento di combattenti per l’Italia.
Eugenio Curiel aveva 32 anni, quando fu fucilato su indicazione di un delatore. Era giunto a Milano da Ventotene –dove era al confino dal 1940– nell’estate del 1943 per unirsi alla lotta di liberazione. Dirigeva l’Unità clandestina e guidava il Fronte della gioventù, la formazione unitaria dei giovani partigiani costituita dai rappresentanti dei giovani comunisti, socialisti, democratici cristiani, liberali e del Partito d'Azione.
Alla vigilia del sessantaquattresimo anniversario della morte la lapide che ricorda Eugenio Curiel è stata imbrattata con vernice rossa e alla sua base sono stati lasciati trenta bossoli di proiettile.
É l’ennesimo e indubbiamente più grave caso registrato a Milano negli ultimi anni. Dal 2007 si è verificato un crescendo di atti vandalici, dal chiaro significato politico, contro le lapidi che ricordano i Partigiani vittime delle esecuzioni dei repubblichini e dei nazisti: gli sfregi alle lapidi in Porta Romana e alla rotonda di Rozzano, la lapide in piazza Miani frantumata due volte, nel giugno del 2007 e nel gennaio 2008.
Tre giorni fa lo sfregio alla lapide in memoria di Eugenio Curiel. Un episodio che segna un preoccupante salto di qualità, poichè messo in atto proprio nell’anniversario dell’assassinio e condito da 30 bossoli di proiettile.
Impossibile derubricarlo, come vorrebbero gli “equiparatori” di memoria, a semplice atto vandalico.

B.P.

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