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I nuovi comunicatori: destra o sinistra ? Meglio innovatori o conservatori.
I nuovi comunicatori: destra o sinistra? Meglio innovatori o conservatori. Milano Capitale…capitale economica, della comunicazione, della moda. Capitale…ieri…forse: la Milano da bere, che fino alla metà degli anni ‘80 era l’icona della locomotiva economica del Paese. La Milano della fiera, della Moda, della capacità di progettare metropolitane e case popolari, del confronto politico come laboratorio di avanguardia, dei liberali e dei riformisti, di Montanelli, della Borghesia capace di vedere l’orizzonte più che restare chiusa nelle quattro mura.
Ma oggi ? Oggi nel solo settore su cui ci troviamo a confrontarci, sono del tutto assenti spazi organici di incontro e confronto. A non comunicare tra loro sono proprio i comunicatori. Troppo spesso occupati a dividere più che a unire, a colpire l’avversario più che a progettare lo sviluppo. I media dedicano poco spazio alla comunicazione, valorizzando invece gli improbabili stili di vita e gli impercettibili (anzi, assenti) valori morali proposti dai reality show . Il settore pubblico è preda dell’ambiguità tra comunicazione e propaganda. Le associazioni di categoria restano chiuse in loro stesse senza sviluppare cultura del confronto. Pubblico e privato non sviluppano strategie comuni. Mancano tavoli trasversali e interprofessionali e si afferma solo a livello di enunciato la volontà di “fare sistema”. Oggi a Milano i temi da copertina sono la mancanza di sicurezza, le periferie degradate, le multe, gli immigrati più o meno clandestini, gli anziani che non sanno come fare per farsi assistere, il lavoro che è sempre precario, le nuove povertà, gli affitti che salgono alle stelle. Dov’è il disegno? La visione? Gli strumenti? Qualcuno ha visto un tavolo su cui Amministrazione Pubblica, Associazioni produttive e sociali, Università, Impresa, Sistema dei servizi si confrontino sul futuro? E la famosa Società Civile, quella che all’inizio degli anni ’90 immaginò che si stesse passando dalla prima alla seconda repubblica, si è accorta che invece siamo finiti nel Medio Evo?
Ecco. Questa è la Milano del terzo millennio. Ed è una Milano pronta a tirare una riga orizzontale e non verticale tra schieramenti.
Destra/ sinistra? Meglio innovatori/conservatori.
Se ci fosse uno spazio di confronto e di progettazione con queste caratteristiche sarei pronto a lavorare per farlo crescere. Credo che sia una aspettativa di molti.
I nuovi comunicatori: destra o sinistra ? Meglio innovatori o conservatori.
I nuovi comunicatori: destra o sinistra? Meglio innovatori o conservatori.
Milano Capitale…capitale economica, della comunicazione, della moda. Capitale…ieri…forse: la Milano da bere, che fino alla metà degli anni ‘80 era l’icona della locomotiva economica del Paese.
La Milano della fiera, della Moda, della capacità di progettare metropolitane e case popolari, del confronto politico come laboratorio di avanguardia, dei liberali e dei riformisti, di Montanelli, della Borghesia capace di vedere l’orizzonte più che restare chiusa nelle quattro mura.
Ma oggi ? Oggi nel solo settore su cui ci troviamo a confrontarci, sono del tutto assenti spazi organici di incontro e confronto. A non comunicare tra loro sono proprio i comunicatori. Troppo spesso occupati a dividere più che a unire, a colpire l’avversario più che a progettare lo sviluppo.
I media dedicano poco spazio alla comunicazione, valorizzando invece gli improbabili stili di vita e gli impercettibili (anzi, assenti) valori morali proposti dai reality show .
Il settore pubblico è preda dell’ambiguità tra comunicazione e propaganda.
Le associazioni di categoria restano chiuse in loro stesse senza sviluppare cultura del confronto. Pubblico e privato non sviluppano strategie comuni. Mancano tavoli trasversali e interprofessionali e si afferma solo a livello di enunciato la volontà di “fare sistema”.
Oggi a Milano i temi da copertina sono la mancanza di sicurezza, le periferie degradate, le multe, gli immigrati più o meno clandestini, gli anziani che non sanno come fare per farsi assistere, il lavoro che è sempre precario, le nuove povertà, gli affitti che salgono alle stelle.
Dov’è il disegno? La visione? Gli strumenti? Qualcuno ha visto un tavolo su cui Amministrazione Pubblica, Associazioni produttive e sociali, Università, Impresa, Sistema dei servizi si confrontino sul futuro? E la famosa Società Civile, quella che all’inizio degli anni ’90 immaginò che si stesse passando dalla prima alla seconda repubblica, si è accorta che invece siamo finiti nel Medio Evo?
Ecco. Questa è la Milano del terzo millennio. Ed è una Milano pronta a tirare una riga orizzontale e non verticale tra schieramenti.
Destra/ sinistra? Meglio innovatori/conservatori.
Se ci fosse uno spazio di confronto e di progettazione con queste caratteristiche sarei pronto a lavorare per farlo crescere. Credo che sia una aspettativa di molti.
Un amico comunicatore