Perché Pisapia non incontra l'Associazione Parco Sud per spiegare lo stralcio di Vignate?
“Milano è la città dello sviluppo economico e dell'innovazione: deve essere anche l'avanguardia di un modello europeo di sviluppo urbano sostenibile, capace di armonizzare le esigenze della crescita con quelle dell'ambiente. Per il futuro di Milano ritengo strategico il ruolo del Parco Sud come “modello” europeo di parco agricolo periurbano”.
“Sono molte le città europee che hanno già vinto questa sfida: il Parco Sud è l'occasione, per Milano e per la sua area urbana di riferimento, di fare altrettanto. Occorre partire dal Parco Sud per dare un segnale nuovo, un segnale che rimetta in gioco Milano nella sfida ambientale”.
“Il Parco Sud è un complesso paesaggistico, storico e agricolo unico al mondo. 47.000 ettari di verde e di storia che insieme difenderemo dalla speculazione, dalla cementificazione, da un modello vecchio di sviluppo economico basato sul consumo indiscriminato di quanto abbiamo di più prezioso”.
In attesa di capire se queste dichiarazioni di Pisapia sono solo belle parole, ampliamo anche a voi il testo della lettera inviata al Sindaco.
Oggetto: Milano e il Parco Agricolo Sud Milano
Gentile Signor Sindaco,
sin dalle prime sue dichiarazioni, abbiamo con piacere constatato una grande attenzione al tema del Parco Agricolo Sud Milano, linea che ha trovato riscontro in importanti atti, primo tra tutti la revisione del Pgt cittadino. Una sensibilità ritrovata anche in atti di portata più limitata, dalla valorizzazione delle aree verdi delle periferie (Barona e Parco del Ticinello) all’attenzione alle realtà agricole in territorio comunale, che confermano una discontinuità rispetto al passato.
Siamo pertanto rimasti costernati - è il minimo che si possa dire - dal voto che il rappresentante del Comune di Milano ha espresso il 15 giugno scorso all’Assemblea dei Sindaci del Parco, relativo allo stralcio di 100mila mq di aree agricole nel comune di Vignate.
Il voto favorevole del Comune di Milano è stato doppiamente incomprensibile. Si ritiene forse che la tutela del Parco Sud si limiti alle aree nei propri confini amministrativi? E come si concilia questo voto favorevole con l’astensione che lo stesso rappresentante aveva espresso in gennaio su uno stralcio di minori dimensioni a Rosate, astensione motivata dall’eccezionalità del caso, già allora considerato irripetibile?
Per non far perdere tempo a nessuno, anticipiamo il giudizio su un documento presentato nell’assemblea da Sindaci del Pd, che abbiamo trovato quanto meno contraddittorio: si dice che Vignate è una seconda eccezione irripetibile (dopo Rosate) e che si vota a favore dello stralcio, ma che tutti i successivi casi saranno trattati nell’ambito di una variante generale del Piano Territoriale di Coordinamento del Parco, avviata dall’Amministrazione provinciale. Come ci si può sentire tranquilli rispetto al centinaio di richieste di modifica dei confini, quando si sono create già due eccezioni (tre considerando il Cerba) di alienazione di aree agricole dal Parco, senza alcuna compensazione territoriale? Sono queste le ragioni che hanno indotto un numero consistente di comuni, tutti amministrati da giunte di centro sinistra o liste civiche, a votare contro lo stralcio, ad astenersi o a non partecipare alla votazione.
Tornando alla posizione di Milano, vogliamo esprimerle una perplessità ancora maggiore sul ruolo della città nel Parco Sud. Un ruolo opaco, confuso o quantomeno sfilacciato. Chi si occupa di questa vitale area nella sua Amministrazione? Vi sono: l’Assessore all’Urbanistica Lucia De Cesaris, l’Assessore alla Valorizzazione del sistema agricolo milanese Stefano Boeri, il Consigliere Rosario Pantaleo, rappresentante nel Direttivo e Vice Presidente del Parco Sud, e il Consigliere Natale Comotti, delegato per rappresentare il Comune nelle Assemblee del Parco.
Non entriamo naturalmente nel merito delle modalità gestionali, ma l’impressione che si percepisce dall’esterno è che manchi una centralità, percezione ahimè corroborata dal caso del voto di Vignate.
Sono queste le motivazioni che ci inducono a chiederle un incontro -eventualmente allargato alle figure della sua Amministrazione che, a vario titolo, operano e prendono decisioni sul Parco- per approfondire e scambiare opinioni sul ruolo che Milano può e deve avere rispetto all’operatività e alla valorizzazione della sua Cintura Verde.
Un ruolo, ci teniamo a sottolineare, fondamentale per la città, per tutta l’area metropolitana e, più in generale, per impostare e guidare uno sviluppo innovativo del territorio, capace di generare benessere e lavoro in maniera molto più efficace della scontata e perdente logica di sviluppo basata sulla distruzione di territorio.
Attendiamo fiduciosi un suo riscontro e, nel contempo, prenderemo contatto con la sua segreteria per fissare un appuntamento.
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