
Vivere a Milano comporta più rischi di multe e sanzioni (codice della strada) rispetto a chi vive a Vidigulfo o a Vertemate con Minoprio. Sono d'accordo che le infrazioni vadano sanzionate e riscosse, ma oggi le sanzioni sono diventate una percentuale del reddito che incide troppo sulla grande massa dei cittadini sempre più in difficoltà (Finanziaria 2007 e riflesso sull’inasprimento prevedibile delle tasse locali docet).
Certo chi viaggia in SUV magari considera la multa per divieto di sosta sui marciapiedi equivalente alla tariffa di un "comodo" parcheggio, e dato il reddito (non sempre dichiarato e censito dalle statistiche ufficiali del Tesoro) se ne strafrega dei Vigili Urbani o degli Ausiliari del Traffico, altri invece con una semplice multa si vedono erodere pensione o stipendio già dimezzato dall'era dell'EURO e dall'inflazione non più censita in termini reali. La multa o la sanzione quindi cominciano ad essere una vera preoccupazione sociale per la maggioranza dei cittadini, che le istituzioni farebbero bene a prendere maggiormente in considerazione.
La mia posizione personale è quella di un moderato giustizialismo, cioè sono contro gli accanimenti di un giustizialismo sfrenato e ingiustificato che si porta dietro più danni che benefici e sono contro il lassismo istituzionale altrettanto negativo e diseducativo. Moderazione quindi e ponderazione e aggiornamento attento dello stato della socialità per tarare la sanzione in modo che abbia un giusto effetto e non sia una punizione sproporzionata, considerando che in Milano in 12 mesi all'anno rimanere assolutamente indenni anche da casuali e non pericolose infrazioni non è cosa facile, Milano è un "Camel Trophy" anche se non ce ne accorgano del tutto.
Certo il consiglio è quello di alzare convenientemente la soglia di attenzione, di abituarsi a comportamenti virtuosi, di far spazio a maggiore cultura civica e civile, ma pretendere dalle istituzioni che la multa o la sanzione siano più ponderate e non un metodo subdolo e perverso di riscossione tributi per le esangui casse comunali. La mia paura è che passata in Parlamento una Finanziaria 2007 rigorosa e penalizzante per Regione, Provincia e Comuni, si dia sfogo a sadismi tributari a 360° gradi, dove a pagare è il più indifeso, come l’impiegato di Melegnano, la Pensionata di Rho, l’operaio della Bovisa o lo studente di Rogoredo, che non hanno studi legali e commercialisti (specialisti in paradisi fiscali) a proteggerli dalle facili mazzate delle istituzioni in termini di fiscalità indiretta, palese o mascherata. Pagano solo i più deboli, solo quelli che possono soccombere agli accanimenti giustizialismi tributari del nostro Vice-Ministro Visco.
Faccio quindi appello a moderazione e ponderazione agli effetti sociali di multe e sanzioni, pagate sempre e solo dalle fasce più deboli della società.


Ma che cosa significa dare concretezza al principio di sussidiarietà?
Sicuramente si tratta di valorizzare quelle risorse e quelle competenze presenti sul territorio per esercitare la cosiddetta sovranità popolare, in base al quale la titolarità dell'azione per il perseguimento dell'interesse generale spetta in primo luogo ai cittadini - e alle loro organizzazioni - nonché alle amministrazioni pubbliche a loro più vicine (come i comuni).
Per questo motivo è più giusto parlare di sussidiarietà "orizzontale", ovvero creare i presupposti per un rapporto funzionale tra istituzioni e cittadini (e naturalmente loro organizzazioni).
Dunque quando i cittadini - anche associati - svolgono funzioni di interesse generale, le istituzioni devono favorire attivamente l'intervenendo dei cittadini stessi.
I cittadini stessi possono quindi dare vita a strutture e servizi sociali per la comunità: l'istituzione (locale) non solo non deve ostacolare queste iniziative, ma le deve favorire, soprattutto evitando i tipici ostacoli burocratici come sovrapposizioni e strutture analoghe.
Iniziative come la nostra, che si sostanziano attraverso veri e propri atti istituzionali, sono così un contributo per riequilibrare il rapporto tra cittadini associati e poteri pubblici, verso un riconoscimento maggiore delle forme autorganizzate dei cittadini e una occasione per favorire il decentramento dei poteri e funzioni da Palazzo Marino ai Consigli di zona.
La proposta di Deliberazione Consiliare per la partecipazione dei cittadini alle scelte di trasformazione urbana è una opportunità per contribuire a governare con i cittadini i conflitti urbani che dall'urbanistica al traffico sono presenti in una grande città come Milano.
Cons. Carlo Montalbetti
Gruppo Lista Ferrante
Consiglio Comunale Milano


La questione nel breve periodo rimane pertanto tutta politica, una partita da giocare con Roma per non continuare ad ingerire rospi indigesti uno dopo l’altro. V
Veniamo fuori da una era Alberini fatta di sudditanze e subalternità, dove l’immagine di Milano si è afflosciata e provincializzata, la città non ha avuto rappresentanza al giusto livello in sede nazionale.
La sinistra in area milanese-lombarda viaggia in genere con gli stessi identici difetti, silenziosa e rinunciataria sfoggia solo la grande capacità malefica di essere passiva e obbedire alle direttive nazionali, come un asino mansueto.
In attesa di sperimentare l’effetto Moratti sulla scena politica milanese e nazionale, non possiamo che mostrare vivo disappunto verso la cricca romana Veltroni-Rutelli (che prescinde dalla loro collocazione nel centrosinistra) che stanno facendo di tutto per tenere indenne Roma da questa finanziaria strutturalmente sbagliata.
Una finanziaria 2007 difesa a spada tratta, anche sopra le righe con qualche irriverenza sociale di troppo, dal solo D’Alema e dal sempre più isolato Prodi oramai oggetto di puro scherno da parte di un centrodestra da operetta, incapace di un rapporto dialettico costruttivo come “opposizione” nella vita politica e democratica nazionale.
Una situazione difficile di sub-governance politica, dove i “colonnelli”, gli uomini politici di seconda fascia come Veltroni & C. la fanno da padrone sempre e comunque facendo passare ogni loro desiderio ogni loro azione mirata agli interessi locali, in questo contesto Roma avrà quel che aspetta, Milano no.
Ma l’Italia ha due capitali, diversamente dalle principali democrazie europee, Roma e Milano e le leggi della natura e della morale ci impediscono di clonare Veltroni in laboratorio e di nominare il suo clone Governatore plenipotenziario di Milano per far avere a Milano quel che le spetta.
Serve allora una azione politica Bipartizan convergente, e il centrodestra, con lo stesso ex-premier Berlusconi in testa, deve fare ammenda per aver dimenticato negli scorsi 5 anni Milano e Lombardia, con un Presidente Formigoni imperturbabile notaio dei fallimenti, per ricollocare Milano nel suo ruolo naturale di capitale complementare di Roma, anzi Milano doppia capitale, morale ed economica.
In questo contesto va ristudiato il piano di risanamento Alitalia senza ingerenze ventrali da borgata romana o ubriacature da “vino dei castelli” in stile prima repubblica, dove le leggi dell’economia e del mercato devono avere quel ruolo centrale oggi maldestramente e colpevolmente scippato.
Allo stesso modo SEA deve trovare, con l’aiuto dei suoi referenti istituzionali (azionisti), il coraggio di accelerare gli investimenti per l’adeguamento dell’aerostazione di Malpensa Terminal 1 ed il completamento rapido dei lavori in corso (pista, piazzzali, finges, satellti, magazzini etc.), con un monitoraggio ossessivo dei cantieri, uno ad uno senza soste, ed un programma di lavoro determinato, e generoso di obiettivi lungimiranti e audaci.
La guerra insana a Malpensa deve cessare, bisogna ritornare al decreto Burlando e spazare via l'infausto decreto Bersani e ripensare alla assurda ostilità allo sviluppo di Malpensa.
Non possiamo assistere passivamente al massacro programmato di tre entità storiche italiane per vili ragioni di botega, quelle di Milano, Malpensa e Alitalia, nella tempesta per incoerenza, stupidità, privilegio di interessi regionali rispetto a quelli nazionali, ed infine incapacità della Lombardia di produrre politici affezionati alle proprie radici e a difendere attivamente gli interessi della propria città e regione.
Quelli che invece preferiscono fare le comparse sempre e comunque si astengano alla prossima tornata elettorale dal ripresentarsi al giudizio degli elettori, avranno per questo comunque un riconoscimento dalla collettività milanese.


Documento presentato in Commissione Trasporti e mobilità il 21 settembre e inviata all'assessore competente
La telenovela delle biciclette…
Tanti anni fa (si trattava del 2000) il Comune di Milano ricevette dall’allora ministro all’Ambiente Edo
Ronchi un finanziamento speciale finalizzato a promuovere azioni di mobilità sostenibile, in particolare attraverso l’uso della bicicletta.
E’ in questo quadro che nel lontano ottobre 2004 (esattamente due fa) l'AMA (Agenzia Mobilità Ambiente )
contatta l’Ufficio del Mobility Manager dell’Ateneo di Milano-Bicocca per comunicare che il Comune di
Milano la disponibilità a “donare” alla Bicocca (insieme ad altre Università) una flotta di biciclette: 70 biciclette
nuove di zecca e per l’uso gratuito - seppure in comodato - entro il campus universitario da parte di docenti,
tecnici e amministrativi!
Alla risposta positiva – ed entusiasta – da parte dell’Ateneo fa seguito, però, un lungo periodo di silenzio,
fino alla primavera del 2005 quando, in modo del tutto informale, veniamo a sapere che l’amministrazione
sta procedendo a predisporre il bando per l'assegnazione dell' appalto.
Arriviamo così alla fine del 2005 quando, dato il prolungarsi del silenzio, cerchiamo di conoscere lo stato
dell’arte, anche per poter decidere se procedere da parte nostra all’acquisto di rastrelliere, alla
predisposizione di uno spazio coperto adatto per il parcheggio, etc.
In via informale, riusciamo a sapere dall’AMA che la gara si è chiusa e che da lì a poco le bici sarebbero
state prodotte e consegnate. Inoltre, in quella stessa comunicazione informale, ci viene precisato che la
quota di biciclette assegnate a Bicocca sarebbe aumentata (forse 90) avendo un altro Ente rinunciato
alla donazione. Sembra davvero di essere in dirittura d'arrivo tant'è che - essendo ormai primavera -
proponiamo di far arrivare le biciclette a settembre (2005), in occasione della settimana della mobilità.
….Di nuovo silenzio
Arriviamo così alla primavera 2006.
Dopo le elezioni comunali, verso la metà di Giugno, apprendiamo dai giornali che una prima flotta di biciclette è
stata consegnata al Politecnico.
Come mai non anche a Bicocca?
Ci riattacchiamo al telefono e finalmente a luglio ci viene comunicato che le biciclette sono pronte per la consegna.
A questo punto concordiamo che la consegna avvenga in occasione della settimana della mobilità e, nel
frattempo, cominciamo in gran fretta a predisporre tutto per l'accoglienza delle stesse.
Al rientro dalle ferie ( fine Agosto ) chiamiamo l’Agenzia Mobilità Ambiente semplicemente per conoscere il
giorno esatto della consegna e …sorpresa: ai primi del mese di Settembre ci viene comunicato che le biciclette
sono pronte per la consegna, ma – accidenti - al contratto manca la firma del dirigente di settore in
quanto dimissionario.
Conclusione: nulla può succedere fino all’avvicendamento con il nuovo dirigente.
Peccato!
Questa mattina abbiamo consegnato il premio “Drin Drin” - come l’Ateneo Bicocca, insieme a
Comieco e Assolombarda, fa ormai da tre anni - ad enti pubblici che in città si distinguono per la promozione
della bicicletta: ci sarebbe davvero piaciuto poter dire che il Comune di Milano è tra questi.
Milano, 21 settembre 2006
P.S. Oggi è il 6 ottobre e…manca sempre la firma del dirigente competente!


Ciao mi presento: sono Luca Cossutti e ho scoperto le infrastrutture milanesi del 1800-1925. Desideravo chidere al Comune di Milano se fosse possibile ripristinarle.
Per quanto rigaurda il secondo passante bisogna ricalcare la cintura storica e collegare la GHISOLFA/PORTA GENOVA SUPERFICIE con ROMOLO e PORTA GENOVA.
Quanto alla TAV visto l'incrocio di due corridoi ed una linea veloce ed una regionale suggerisco il quadrupplicamento del passante e il ripristino del Bivio Acquabella, Bivio Magna e Bivio LIVIA per collegare Porta Garibaldi superficie con Milano Ortica, Milano Rogoredo e Repubblica con Mirabello (Bivio Magna).
LA NUOVA STAZIONE TAV va costruita in quartiere Garibaldi Repubblica nella città della moda.
LUCA COSSUTTI


Dall'inizio dei lavori del nuovo Consiglio ho preso diligentemente nota di tutto (ho scritto più di 100 pagine), ma si tratta di materiale molto ripetitivo ma anche complesso da riorganizzare in modo semplice; allora ho deciso di fare qualche nota quà e là.
Ogni consigliere dell’Ulivo è inserito in 6 commissioni, questo per poter mantenere un equilibrio sul piano della rappresentanza con la maggioranza ma anche con gli altri partiti dell’opposizione.
La riforma Bassanini ha giustamente dato più potere al sindaco e, in subordine, alla giunta svuotando, però nella dinamica del confronto democratico e della dialettica politica, il ruolo del consiglio, tanto che gli stessi consiglieri di maggioranza si sono fatti sentire con il loro sindaco rivendicando un maggiore coinvolgimento nelle decisioni (è avvenuto sulla vicenda del ticket, ma anche in riferimento all’assunzione da parte della Moratti di molti dirigenti esterni in sostituzione dei “vecchi” spinti al pensionamento o accantonati in ruoli marginali, così come anche a proposito di Metroweb).
Per ora assistiamo al metodo del preannuncio (alla Formigoni), ma mancano le premesse dell’atto istituzionale, nel senso che manca completamente un lavoro tecnico-istruttorio sui provvedimenti da prendere legato soprattutto alle risorse finanziarie disponibili. Questo ad esempio quanto avvenuto sul tema della violenza alle donne: viene presentato un pacchetto di interventi che è solo dichiarazione (almeno fino ad ora).
Siamo arrivati alle delibere sull’urbanistica, molto particolareggiate e quindi anche molto tecniche….e sono le 18.52


Lunedì 11 settembre c’è stata l’audizione in Commissione Bilancio del Comune dell’Avv. Scarselli, Presidente di Metroweb.
Metroweb è una società fondata nel 1999 allo scopo di cablare la città di Milano; è al 100% di proprietà di AEM S.P.A.
Attualmente Milano, grazie a questo lavoro di cablaggio durato anni, è una delle città più all’avanguardia nel mondo dal punto di vista delle connessioni veloci.
Metroweb fattura circa 45 milioni di euro, il suo cliente principale è Fastweb.
Avendo terminato gli investimenti per scavare ed installare la rete, i profitti della società oggi stanno lievitando. Se nel primo semestre 2005 l’utile corrente prima delle tasse era di 4,2 milioni di euro, la semestrale del 2006 arriva a 7 milioni di euro.
Dal punto di vista finanziario il problema principale risulta l’indebitamento della società verso AEM, che nel 2005 era di 210 milioni di euro, scendo al 30 giugno 2006 a 194. Questo ha fatto dichiarare all’Avv. Scarselli, su mia precisa domanda, che, cessando gli investimenti e con i contratti già in essere, entro massimo 7 anni la società rientrerà dai debiti ed inizierà a guadagnare.
AEM acquistò da E-biscom nel 2003 il 30% di Metroweb a 35 milioni di euro, quindi la società, con un indebitamento allora notevolmente superiore, veniva valutata tra i 105 e i 110 milioni di euro. Oggi AEM, dopo un bando, vuole vendere al fondo inglese Stirling il 60% della società a 32 milioni di euro, con il debito che sta scendendo rapidamente come detto precedentemente.
Alcune conclusioni quindi:
1. La rete in fibra ottica oggi è utilizzata con punte del 30% nel centro città e minimi del 10% in quartieri periferici. Significa che ha ampi margini di sviluppo, sia nei servizi pubblici (a cominciare da telemedicina, teleassistenza, controllo del traffico, illuminazione pubblica, connessioni wi-fi), sia come business privato (web tv, integrazione con la telefonia)
2. Il prezzo di vendita è assolutamente basso per una società con queste potenzialità di sviluppo e questi conti, significa svendere un patrimonio pubblico, per di più, a quanto riportato dai giornali, dietro questo fondo inglese sembrerebbero esserci ex consulenti di e-biscom per la quotazione di Metroweb.
3. Se, come riportato dalla stampa, Provincia e Comune di Milano collaborassero per bloccare questa operazione, mantenendo la rete sotto controllo pubblico farebbero un affare in termini economici e di servizi al cittadino che potrebbero garantire attraverso questa preziosa rete, senza contare ai sacrifici che hanno subito i milanesi in anni di scavi che non sembravano certo finalizzati a privatizzare pressoché immediatamente la rete.
