


PROBLEMA MEZZI PUBLICI DELLA DI ZONA BAGGIO (7) A MILANO!
I mezzi della zona Baggio (7) non sono molti e spesso non arrivano puntuali.
Ma quando arrivano in che condizioni sono,,,,,,,,,,
Deduco che sono sporchi, affollati e d’estate si suda per mancanza di aria condizionata e mi riferisco soprattutto alla linea 67
Abbiamo pochi collegamenti, non c’è un autobus che da Baggio percorre la Via Novara, quindi bisogna fare il percorso al contrario e ci si impiega un’ora.
La mattina presto la Via Forze Armate e imbottigliata nel traffico dalle automobili e l’autobus per fare dei pezzi ci mette mezz’ora.
Bisogna risolvere questi problemi, essere meglio organizzati per avere un trasporto migliore,
Carla Di Dio
Ciao Sergio Dario Merzario


La rappresentanza era formata dal consigliere comunale Marco Cormio, dai consiglieri di zona Ivano Grioni e Rosario Pantaleo, dal sig. Ostelio Poletto (anche in rappresentanza del comitato di quartiere di Figino).
Non era presente il Consigliere Comunale Aldo ugliano in quanto impegnato in altra incombenza istituzionale.
All'ordine del giorno vi era la sottolineatura di alcune problematiche legate al tema della sicurezza nei quartieri di Quinto Romano, Figino e Muggiano.
Si è parlato anche di Baggio le cui problematiche, però, sono molto particolari e delicate in quanto trattasi di criminalità che possiamo definire come "non manifesta".
Il Prefetto si è dimostrato molto attento alle indicazioni presentate dalla delegazione, ha dimostrato di essere a conoscenza della situazione che abbiamo riassunto come segue:
Su Quinto Romano esistono due tipologie di problemi: la prima dovuta allo spaccio di droga, che si manifesta in particolare verso sera nell’area di Via Caldera 85, nelle adiacenze del campo di calcio della società sportiva “Vercellese”.
Questo luogo è scelto in quanto, percorrendo un vialetto che porta verso il Parco delle cave nell’area della cava Ongari-Ceruti, chiusa per oridanza del Sindaco e in predicato di interventi da parte dell’Amministrazione.
Altrasituazione “in sofferenza” è quella relativa alla prostituzione, in particolare da ragazze dell’Est.
Recentemente in consiglio di zona 7 abbiamo deliberato per la costituzione di un tavolo di lavoro, per monitorare le situazioni di Quinto e Figino e per sollecitare la messa in opera sul territorio di postazioni mobili delle forza di polizia.
Sono da tempo richiesti, e pendenti, interventi di natura viabilistica (creazione di rotonde, controllori di velocità, collegamento bus 64 con Baggio).
Altra segnalazione sulla necessità di incrementare l’illuminazione negli spazi in cui oggi è rilevata come insufficiente (Via Caldera, 85 e Piazza Giosia Monti).
Per quanto riguarda Figino abbiamo esposto il problema della linea automobilistica 72 (che esiste anche a Quinto Romano ma qui è più marcato) che trasporta i tossicodipendenti nella piazza della Chiesa.
Questi poi si incamminano verso via Ponte del Giuscano inoltrandosi nei campi dove ci sono gli spacciatori (i quali sono “coperti” da opportune vie di fuga).
Un particolare problema viene creato ai residenti e coltivatori della cascina Seveso (non vorrei sbagliare il nome) che spesso si trovano nel cortile comune personaggi poco raccomandabili (viados e tossicodipendenti, anche questi con consumo di eroina).
Il problema della 72 nasce anche dal fatto che questo è l’unico mezzo pubblico che porta a Figino ed è utilizzato, ovviamente, dai ragazzi che vanno (non c’è problema)/tornano da scuola (c’è il problema), in particolare nelle ore del tardo pomeriggio.
Sulla via Silla, a senso unico, vi è poi abbondanza di prostituzione (visti i prezzi popolari di 20 euro ci si può immaginare il via vai) in particolare viados che hanno il loro apice verso Via Novara.
Anche qui il mercato è suddiviso: prostituzione/droga.
Anche in questo ambito sono stati posti in essere interventi istituzionali chiedendo la presenza della Polizia Locale e di Stato ed è stato sviluppato (con promessa di realizzazione) un progetto viabilistico e di sistemazione delle carreggiate in Via F.lli Morelli, tutt’ora prive di marciapiedi ed in altri ambiti del quartiere.
Per quanto concerne Muggiano, l’area è soggetta, da anni, alle conseguenze della presenza dei nomadi.
Non tanto (o non solo) di quelli che vivono nel campo comunale di Via Martirano, bensì di coloro che hanno acquisito aree nella zona adiacente la cascina Guascona e/o che hanno costruito case su terreno non edificabile o, comunque, senza averne titolo.
La presenza di queste persone, da anni, ha creato problemi di convivenza a causa della prepotenza che taluni manifestano nei confronti dei residenti e degli occasionali visitatori dei luoghi in cui essi vivono.
Da non dimenticare, inoltre, l’utilizzo di molte aree agricole come deposito di auto rubate (e depredate).
Per concludere: abbiamo ribadito che questi quartieri non sono il bronx in quanto non esiste, o quasi, delinquenza endogena perchè il problema arriva da fuori (tossicodipendenti, spacciatori, prostitute e clienti) ed in quanto esiste anche un buon tessuto sociale.
La Polizia di Stato, i Carabinieri, la Polizia Locale fanno gli interventi di competenza (routine ed a seguito di indagini mirate), ma è necessaria una presenza costante che scoraggi l’utilizzo del territorio da parte delle bande ivi presenti.
Il Prefetto ci ha fatto comunque presente che:
- l'attuale quadro legislativo che non ritiene la prostituzione un reato mette le forze di polizia in una pozsizione di debolezza rispetto alla possibilità di reprimere questa modalità di "espressione". Infatti il reato punibile è lo sfruttamento della prostituzione pertanto gli autori del reato sono praticamente imprendibili mentre le prostitute le si può solo "disturbare" nel proprio lavoro e nulla più.
- altro probleme è la legge Turco inerente la quantità minima di droga che si può detenere. Questa legge, infatti, redne difficile l'arresto di eventuali piccoli spacciatori perchè questi riescono sempre a dimostrare che la quantità di droga posseduta è per uso personale.
- a breve partirà un grosso progetto che renderà possibile istituire intorno alla città una sorta di cintura costituita da portali di telecamere che, grazie ad un apposito software, registreranno le auto rubate in ingresso nella città.
- è in corso anche una verifica degli organici di pubblica sicurezza per una migliore dislocazione sul territorio. Il Prefetto ha ricordato che nel 1982 Milano aveva sul proprio territorio circa 3.000 stranieri. Oggi questo numero è di 380.000 unità con i problemi che ne conseguono.
- è stato siglato un patto per la sicurezza che vedrà operanti il prefetto, il Comune,la Polizia Locale,le forze di pubblica sicurezza, che dovrà monitorare la situazione della sicurezza in città al fine di intervenire e se possibile prevenire le situazioni di disagio e di pericolo per la cittadinanza.
L'incontro, iniziato alle ore 12.00 si è concluso alle 12,45 lasciando a chi scrive la sensazione di avere avuto un incontro proficuo.
Rosario Pantaleo,
capogruppo dell'Ulivo in Zona 7




IN PERIFERIA LO SPORT "BATTE" IL DEGRADO. COLLI E TERZI: "RIVITALIZZEREMO I QUARTIERI PER CONTRASTARE IL DISAGIO GIOVANILE"
Nove incontri, uno per Zona, con genitori, allenatori e agli addetti ai lavori, per promuovere la cultura dello sport fra i giovani e restituire un ruolo primario all'attività motoria. Queste sono le premesse da cui parte il progetto, "Genitori e figli nello sport. Crescere insieme", presentato dagli assessori Ombretta Colli (Aree Cittadine e Consigli di Zona) e Giovanni Terzi (Sport e Tempo libero), insieme al presidente di Psicosport, la psicologa e docente universitaria Marisa Muzio, e al ct della Nazionale di basket, Sandro Gamba.
"Con questi corsi intendiamo rivitalizzare le periferie e creare momenti d’incontro e aggregazione, spazi culturali e per lo svago – ha spiegato l’assessore Ombretta Colli. - La percezione della sicurezza è strettamente legata al livello di vivibilità dei quartieri e alla loro capacità di rappresentare l’identità dei luoghi e delle comunità che li vivono".
Il Comune mette a disposizione dei giovani milanesi spazi in cui possono praticare sport in maniera corretta e con insegnanti professionisti. Sono 141 impianti: l’Arena Civica gestita dal Comune, gli impianti affidati a Milanosport (33) e quelli affidati a terzi (107).
"Proponiamo a tutti i soggetti che lavorano o vivono a contatto con lo sport uno strumento per capire e prevenire fenomeni di disagio nei ragazzi e nel mondo sportivo cittadino. I fatti di Catania, la violenza negli stadi, i casi di bullismo nelle scuole– ha detto l’assessore Terzi - sono tutti episodi da analizzare e prevenire. Milano offre molto a livello sportivo: le società sportive registrate dal Coni sono circa duemila, mentre le 9 zone della città hanno a disposizione strutture che garantiscono un’offerta altamente qualificata. Sport come presidio sociale e sport per tutti: ecco i nostri obiettivi".


Milano, 5 marzo 2006
Ovest milanese, Quarto Cagnino, Parco delle Cave, prati, boschi, fiori
morte
E' un giorno incantevole, il sole riscalda la terra e i campi del Parco delle Cave.
Questo inverno il vento gelido e l'umidità dei laghi del Parco sono stati magnanimi.
Una primavera anticipata ride nei campi fioriti (quasi non crederesti, ma già quella magnolia antica, coperta di muschio sui rami grigi, sta lavorando febbrilmente: le sue gemme sono gonfie, quei fiori enormi e fatui già si aprono inaspettati al sole, sui rami ancora spogli, ruvidi; qualche petalo è già scivolato sulle radici)
Neppure diresti che quei pini neri che svettano austeri più di venti metri sopra la tua testa possano mai intenerirsi alla primavera.
Eppure già si vedono gemme minute fra gli aghi che hanno passato l'inverno - questo e molti altri. Aspetteranno ancora qualche tempo per diventare candele verdi. Si lasciano per ora coprire da centinaia di passeri e merli, oltremodo occupati.
Questo è il saluto che il bosco offre ai passanti, senza chiedere altro.
Da dietro un recinto, lungo una strada battuta dai secoli. Qui non c'è asfalto, ancora per poco. Pochi metri e inizia la città, casermoni color cenere, vite di tinta non molto più vivace.
Il Bosco del Marcionino, un vasto brandello di natura che combatte e quitamente risorge dopo le incursioni umane da tempo immemorabile: molte centinaia di alberi sopravvissuti e avvicendatisi per generazioni e secoli alla città, possenti pioppi, robinie fessurate e severe, nuovi germogli sotto un vecchio albero seccato, radure inattese, edera tenace che rende ombroso il cuore del Bosco anche nel mezzo dell'inverno, quando i rami si aprono ai raggi di sole senza opporre foglie alla luce.
Un fontanile vecchio di quasi mille anni, maltrattato ma ancora vivo: il Marcionino sorge dal centro del Bosco che ne porta il nome, e scorre (sempre più di rado) lungo un'antica via, che fra poco sarà devastata dalle ruspe come tutto il resto, in un orgia di cemento che si abbatterà a poche decine di metri dai laghi del Parco delle Cave. (La possiamo chiamare "orgia di cemento" e non "programma integrato di intervento"? Possiamo ancora esprimere una libera opinione? Possiamo ancora raccontare le nostre emozioni? Ci faranno tacere? In fondo Milano "ha fame di case": i dati Istat del censimento 1991 e 2001 indicano oltre 4 milioni di appartamenti sfitti in Italia, 190 appartamenti sfitti ogni mille nel nord Italia, e la popolazione di Milano con un trend di diminuzione inarrestabile da decenni. Dunque è necessario costruire sopra il Bosco del Marcionino)
Quell'antichissimo sentiero che i rami degli alberi oggi ancora proteggono con una galleria vegetale, sarebbe "valorizzato"... indovinate? Asfaltato. Sembra impossibile ascoltando il respiro quieto della bruma quando si passeggia sotto questa cattedrale naturale. Il sole filtra dall'intreccio dei rami più alti, la volta verde gioca con la luce, e fa svaporare come fantasmi questi pensieri. Tanti secoli di storia: sopravviverà anche a questa barbarie, non certo la prima. Gli inverni, come vengono, sono sempre passati, innumerevoli, più di quelli che noi possiamo sperare di vedere.
Eppure, quel sentiero è il prossimo passo, il prossimo "oggetto delle amorevoli attenzioni".
Ridente ai bordi, scuro dentro, come i boschi veri: non un giardinetto disegnato dai soliti architetti del verde coi cespi allineati su una facile griglia, coi loro tutori di plastica e disneyane edulcorazioni della natura. Rovi infestati di spine proteggono le distese di viole, che sono già fiorite da settimane. Quegli stessi arbusti che si copriranno di fiori bianchi fra un mese, e di frutti in estate. Quelle distese di prati incoronate dalle radici e dai tronchi di acacia, prati veri, ricchi di essenze spontanee, insolite come il fiordaliso, l'equiseto, l'anemone bianco, il symphitum.
Hanno distrutto tutto.
Hanno raso al suolo centiania e centinaia di alberi, venerdì.
Hanno spazzato via il Bosco del Marcionino: resta solo un desolato cimitero di ceppi segati, cumuli di legna ancora viva, fatta a pezzi, ammonticchiati in tumuli funebri.
Resta una squallida via Pompeo Marchesi, numero civico 58.
Il cartello descrive genericamente "Scavi ed opere specialistiche".
Decine di cittadini stanno chiedendo conto di questo scempio, compiuto a poche decine di metri dalle aree umide più pregiate del Parco delle Cave.
Andremo fino in fondo. Verificheremo i permessi, chiederemo se "distruzione di un bosco" appartiene all'elenco delle... "opere specialistiche". Ma forse è così davvero. Basta intendersi sul genere di specialisti con cui si ha a che fare. I professionisti a cui lasciamo in mano il "recupero" urbanistico della città, e del Paese.
Aiutateci a fare chiarezza, se potete.
Quanto a capire perché, quei germogli, quei boccioli di fiore abortiti sui rami grigi delle magnolie che ancora oggi stavano fiorendo, dalle cortecce coperte di muschio. Fiorivano - inutilmente - anche se ormai fatti a pezzi in bell'ordine. Non c'è un perché, solo ottusa banalità.
(Un'informativa dettagliata la si può leggere sul sito www.emergenzaparcodellecave.org)




Parco delle Cave o poligono di tiro?


http://www.corriere.it/vivimilano/caso_del_giorno/articoli/2007/02_Febbraio/15/caso.shtml
Il rispetto da ritrovare nella città giungla
Ci lamentiamo giustamente, ma oltre a pretendere controlli e punizioni dovremmo anche riflettere sui nostri comportamenti
Caro Schiavi, una piccola via parallela a corso Vercelli, via Angelo Mauri, è diventata una giungla dove ognuno può fare ciò che vuole: parcheggi in doppia fila e davanti ai passi carrai con inevitabili, fastidiose, insistenti, clacsonate di chi vuole, giustamente, passare. Il parcheggiare, per noi residenti, è diventato impossibile perché i posti vengono occupati dai vari commessi dei negozi eccetera eccetera. Unica possibilità verso le 19,30, ma bisogna essere puntuali, perché altrimenti, sono presi da coloro che vanno al cinema o all'happy hour. I marciapiedi sono diventati dei percorsi ad ostacoli, impraticabili per i molti «regali» che lasciano gli amici cani e non puliti dai padroni pigri e maleducati. E allora chiedo: perché i vigili non multano le macchine in doppia fila? Molte volte, il più delle volte, li vedo passare e fare finta di nulla! Perché non si controllano i padroni dei cani se hanno con loro i sacchetti, palette, eccetera eccetera e che puliscano? Perché non ci sono né righe blu, né righe gialle per i residenti ? Spero di avere una risposta dalla amministrazione comunale, arriverà?
Arturo Calcaterra
Caro Calcaterra, fa bene a lamentarsi della scarsità dei controlli, a rimarcare il disagio quotidiano di chi deve chiamare i vigili per avere libero un passaggio, a protestare per il lassismo che porta a tollerare odiose invasioni di campo. Da dieci e più anni rimarchiamo anche noi l'irresistibile ascesa della sciatteria nei comportamenti che una volta erano chiamati urbani: inutilmente. Ci perdoni se con questo pretesto allarghiamo il discorso: sui bus, in metropolitana, in coda nel traffico, sui marciapiedi, in bicicletta o allo stadio aumentano i segnali di inciviltà. Ci lamentiamo giustamente, ma oltre a pretendere controlli e punizioni dovremmo anche cominciare a riflettere su certi nostri comportamenti: per cambiarli in meglio. È d'uso voltarsi indietro e guardare al passato, quando Milano era più Milano di adesso: allora sì che era civile. Ma se andava meglio da una parte, forse era peggio da un'altra. Per un giusto equilibrio, senza scomodare orgoglio e senso d'appartenenza, basterebbe ripristinare un po' di rispetto per le cose, per la città, per gli altri e per noi stessi. Il rispetto delle regole, che infrangiamo troppo spesso e magari non vogliamo sentircelo dire. Un esempio, un gesto banale. Dovessi dire quel che penso ogni volta che un amico trattiene il mozzicone tra il pollice e il dito medio e poi lo catapulta in strada come faceva Humphrey Bogart (ma era un film) finirei per litigare. Perché l'amico reagirebbe così: «Ma dai, che-ti-frega...» Ecco, un certo menefreghismo, una congenita allergia alle regole, spinge alla deriva quel poco senso civico da lei invocato. La scuola, si dice: bisogna cominciare dalla scuola. È vero che lì, nelle scuole pubbliche specialmente, si manifesta una furia devastatrice senza senso. Ma Fulvio Scaparro, pedagogista, ci avverte che la coscienza che il cittadino ha dei propri doveri e quindi anche delle proprie responsabilità «non si alimenta tanto attraverso esortazioni o lezioni nelle aule scolastiche, quanto attraverso l'esempio quotidiano offerto dagli adulti ai giovani e, soprattutto, dall'impegno di chi governa la città». Sono gli adulti che devono reimparare il rispetto e certe buone maniere, e trasmetterle ai più giovani. Con la scuola, con i controlli e con le multe, ma soprattutto con esempi positivi. È un lavoraccio, caro Calcaterra, ma bisogna farlo. Diceva Sant'Ambrogio: «Voi pensate: i tempi sono cattivi, i tempi sono pesanti, i tempi sono difficili. Vivete bene e muterete i tempi!». Parole sante: facciamole diventare un manifesto del senso civico.
Giangiacomo Schiavi


Quelli che il calcio...il resto niente.
Sabato 10 febbraio abbiamo visto all'opera la vera efficienza meneghina ed in 24 ore una serie di tornelli sono stati posti agli ingressi dello stadio Meazza. Rapidità, efficienza, efficacia, operosità per la sicurezza. Peccato che il decreto Pisanu abbia ormai la barba lunga tanto è vecchio ed inapplicato a Milano. Peccato che la medesima rapidità di intervento non la si conosca nè percepisca per altre realtà cittadine (ascensori da collaudare e quant'altro magari in attesa da anni...).
Ma suvvia, vogliamo fare paragoni con il calcio? Ma quello è un altro mondo...
Rosario Pantaleo
Capogruppo de "L'Ulivo" - zona 7
