
Come noto, poco prima della Conferenza nazionale della Bici l’assessore Edoardo Croci ha presentato al pubblico il Piano della Mobilità Ciclistica (già oggetto di due precedenti rinvii a settembre).
Si è così aperta una fase importante e delicata di consultazione civica dei cd. “portatori di interesse” (ossia, tutti i cittadini, singoli o associati), che ha sia lo scopo di promuovere la conoscenza e la condivisione del documento, sia di accogliere emendamenti e proposte migliorative.
Questa fase è necessariamente limitata nel tempo. Dopodiché il Piano della Mobilità Ciclistica, completati gli ulteriori passaggi formali in seno all’Amministrazione comunale, diventerà definitivo iniziando così ad essere nel pieno vigore operativo.
Per favorire il più possibile la partecipazione e la condivisione dei cittadini riteniamo di fare cosa utile segnalando quanto segue.
Dove si può consultare
Tavole e sintesi del piano sono accessibili in rete dal seguente link
Fino a quando effettuare segnalazioni
Non è attualmente nota la scadenza per l’inoltro delle osservazioni.
Come partecipare
Chi desidera inviare proposte, pareri, suggerimenti o altro avente ad oggetto specificamente il Piano della Mobilità Ciclistica può farlo scrivendo a: stefano.riazzola@comune.milano.it, mettendo in oggetto: OSSERVAZIONI PIANO MOBILITA’ CICLISTICA.
Naturalmente, chi lo desidera, puo' inviare proposte, pareri, suggerimenti o altro, oltre che all'indirizzo e-mail suddetto, anche in questa discussione.
Un saluto
Fiab CICLOBBY onlus

CONTRO LO SMOG NON SERVONO LE PAROLE
Gianpietro Vigorelli firma la creatività “muta” per Genitori Antismog
“Bla, bla, bla...mentre i politici continuano a discutere sulle misure antismog, i nostri figli continuano a tossire”.
Milano Novembre 2007 – L’Associazione no profit GENITORI ANTISMOG ha inviato agli amministratori del Comune e della Provincia di Milano e a quelli della Regione Lombardia un CD audio di denuncia delle gravi conseguenze che la mancata attuazione di interventi contro lo smog hanno sulla salute dei milanesi. Con particolare attenzione a quella dei bambini.
Protagonista unica di questa singolare campagna di comunicazione, ideata dal direttore creativo Gianpietro Vigorelli, è la tosse dei bambini, una tosse che nel suo naturale “crescendo” punta a fare riflettere sulle drammatiche conseguenze dell’esposizione continuata al particolato*, un pericolo solo apparentemente “invisibile”. Un messaggio sintetico, ridotto all’essenziale e di forte impatto in grado di racchiudere in sé le estreme conseguenze del problema ma anche, implicitamente, il fallimento delle precedenti scelte politiche sull’inquinamento.
E proprio dall’immobilismo del “palazzo”, dove ogni amministrazione sembra avere la propria personale ricetta contro lo smog, nasce la campagna pubblicitaria integrata dell’agenzia D’Adda, Lorenzini, Vigorelli, BBDO composta da uno spot TV in formato 30”, un radio-comunicato di 30”, il restyling del sito internet (www.genitoriantismog.it) e una serie di banner, tutti realizzati dal direttore creativo Gianpietro Vigorelli.
Un messaggio dall’efficacia immediata che non potrà lasciare indifferenti gli ascoltatori, per questo il messaggio radiofonico da 30” è stato inviato sia ai politici lombardi che alle principali radio italiane, affinché il maggior numero di persone e di decisori possa essere invogliato ad agire concretamente per favorire le politiche anti-inquinamento.
La casa di produzione che ha realizzato i messaggi è The Family, il regista dello spot e Federico Brugia.
… alcuni dati
Donne e bambini i più colpiti
L’esposizione all’aria inquinata è un fattore di rischio che le persone non possono controllare a livello individuale e che, dunque, richiede l’intervento delle autorità pubbliche. Dagli ultimi dati pubblicati dall’associazione (vedi allegato 1), risulta che l’esposizione cronica al particolato* (PM 2.5 e PM 10) contribuisce al rischio di sviluppare malattie cardiovascolari, respiratorie e ai polmoni con particolare pericolosità per bambini e donne.
Secondo un dato pubblicato di recente dalla rivista Inglese Lancet, infatti, i bambini tra i 10 e i 18 anni che vivono in aree urbane inquinate, e a meno di un chilometro di distanza da una grande arteria di traffico, sviluppano una ridotta funzionalità polmonare, mentre per la più prestigiosa rivista medica statunitense, il New England Journal of Medicine, per le donne dopo la menopausa, ad ogni aumento di 10 µg per metro cubo di PM 2.5 è associato un aumento del 24% nel rischio di un primo episodio cardiovascolare (ictus, infarto) e un aumento del 76% nel rischio di morte per malattia cardiovascolare.
L’aspettativa di vita in “Padania” e l’inutilità del ticket antismog
E l’elevata concentrazione del particolato nell’aria ha indotto l’OMS, l’ Organizzazione Mondiale della Sanità, ad aggiornare verso il basso gli obiettivi di riduzione dell’inquinamento nell’aria richiedendo che le concentrazioni di inquinanti dovuti a traffico, industria e combustibili fossili siano diminuite a circa un terzo dei livelli attuali, specialmente in aree ad elevato inquinamento come la Pianura Padana: qui, infatti, mentre in tutta la Comunità Europea l’esposizione al PM 2.5 prodotto da attività umane riduce l’aspettativa di vita di 8,6 mesi, questo valore è di 4 volte superiore, pari circa a 36 mesi. Da qui l’indignazione dei Genitori Antismog che (vedi allegato 2) in vista della prossima entrata in vigore dell’ECOPASS, hanno stilato gli 8 motivi che ribadiscono l’inutilità del provvedimento che prevede un ticket d’ingresso per accedere e circolare che nelle strade del centro di Milano.
* Il Particolato è l’inquinante su cui è concentrata la massima attenzione perché non esiste soglia minima al di sotto della quale non si osservano danni alla salute. Si tratta di una miscela di particelle sospese nell’aria comprendenti solfati, nitrati, ammoniaca cloruro di sodio, carbonio, polveri minerali, acqua, metalli pesanti e idrocarburi policromatici.
Genitori Antismog è un’associazione senza fini di lucro, costituitasi nel 2007, dopo 6 anni di battaglie contro lo smog portate avanti come gruppo informale “Mamme Antismog di Milano. Genitori Antismog – sulla scorta della precedente esperienza – è impegnato per ridurre lo smog con “azioni concrete”, sensibilizzare la comunità, monitorare e spronare chi amministra le nostre città a prendere provvedimenti sul tema, mantenendo totale indipendenza da qualsiasi bandiera politica.
I membri dell’associazione – più di 900 - sono prima di tutto genitori, ma anche membri attivi della comunità: professionisti, insegnanti, ricercatori, che hanno scelto di mobilitarsi a favore della propria città e di tutti gli abitanti, mettendo in campo le proprie competenze, assumendone di nuove e collaborando con istituzioni, scuole, associazionismo, aziende, media e altri attori.



Non so se avete letto l'ultima notizia, ma credo sia veramente incredibile: mi sembrava leggere "Il processo" di Kafka, dove il paradosso diventa prassi ortodossa, quotidiana, senza nessun tipo di carattere stupefacente, accettato, accolto, considerato come normale.
L'altro ieri un bambino attraversa con la bicicletta Via montevideo sulle strisce, ripeto strisce, pedonali, insieme alla sua mamma, anche lei in bicicletta, a passo d'uomo, senza alcun eccesso di velocità (quale velocità pericolosa possa procurare la bicicletta è questione ancora irrisolvibile). Il bambino si arrecava a scuola, con tranquillità e dovuta attenzione alle regole del codice stradale, sotto l'occhio attento e vigile della propria mamma. All'improvviso una motocicletta, uscita da uno stabile vicino, impatta fortunatamente non ad alta velocità, con la bicicletta guidata dal bambino. Nessun grave danno come conseguenza: il bambino viene portato all'Ospedale per accertamenti: niente di irreparabile per la salute del piccolo, solo alcune sbucciature e ferite di bassa rilevanza. Si poteva, però, pensare che il fatto acquisisse dimensioni peggiori: da un incidente la tragedia.
Il paradosso, oltre a un ulteriore fatto che avviene a danni e a spese dell'incolumità dei ciclisti, un ennesimo sinistro causato da motociclisti o da automobilisti a pregiudizio dei ciclisti e dei pedoni, da aggiungersi all'elenco già cospicuo di incidenti stradali, è quello che è accaduto dopo l'incidente. All'ospedale, durante gli accertamenti e i controlli, la mamma del piccolo viene avvicinata da un vigile, arrecatosi nella struttura ospedaliera, fornito di verbale per multare non il motociclista che avrebbe dovuto fermarsi all'inizio delle strisce pedonali lasciando precedenza al bambino in bicicletta, ma il bambino stesso perchè non avrebbe dovuto attraversare le strisce in bicicletta sulla sella ma a piedi accompagnando la bicicletta. Il paradosso che sembra quasi teatrale si esplica nella sua portata drammatica e assurda. E' vero il codice della strada prevede il divieto dell'attraversamento dei ciclisti in sella al mezzo a due ruote e impone di attraversare le stesse a piedi accompagnando la bicicletta. Ma chi era a conoscenza di questa norma, che oserei definire ridicola e burocraticamente impensabile? Io personalmente non ne conoscevo l'esistenza e direi che non riesco a comprenderne, ora, che utilità abbia: in un contesto urbanistico del territorio dove la viabilità ciclistica è fortemente ostacolata, in quanto vi è un'assenza di un percorso continuativo delle piste ciclabili, progetto da realizzare da tempo, ma ancora non presente e disponibile nei piani di intervento triennale, a parte le esternazioni dell'assessore alla mobilità Croci che già a febbraio pronosticava una triplicazione delle piste ciclabili. La FIAB, giustamente, ha provveduto a esprimere in un comunicato stampa la proposta che possa risolvere questa assurda situazione, ossia permettere al ciclista l'attraversamento delle strisce pedonali in sella se il percorso avviene a passo d'uomo e non ad alta velocità (vorrei sapere quale pericolo poteva comportare l'attraversamento di un bambino in sella della propria bicicletta, se la velocità del mezzo a due ruote del piccolo sicuramente sarà avvenuta a bassa velocità), dato che "rebus sic stantibus", in assenza di una completa rete di piste ciclabili coerenti e continuative nel loro percorso e nella loro portata cittadina, quindi non interrotte da strade, oppure non intermittenti, non è possibile petendere che l'attraversamento di una strada, seppure su strisce pedonali, non possa essere consentito se non si è in presenza di un'interruzione stradale e momentanea tra due piste ciclabili comunicanti da un condotto appositamente realizzato per l'attraversamento ciclistico.
Una cosa rimane assolutamente insostenibile e intollerabile a Milano: le vittime maggiori e in continuo aumento degli incidenti stradali sono i ciclisti. Forse è opportuno provvedere ad arginare questo fenomeno a dir poco inaccettabile.
Quale è il progetto e la risposta dell'amministrazione per una mobilità sostenibile?
Alessandro Rizzo
Capogruppo Lista Uniti con Dario Fo per Milano
Consiglio di Zona 4 Milano




E' allarme chiaro quello lanciato da alcuni studiosi del Politecnico di Milano, tra cui Maria Cristina Treu, che parla di superamento della soglia minima di urbanizzazione del suolo. Un tempo sorgevano campagne e parchi, soprattutto cascinali, dove ancora era presente uno stile di coltivazione rurale e agricolo tradizionale, nei perimetri della città, nei comuni limitrofi, nelle adiacenze alle periferie, dove un'edificazione popolare e convenzionale spinta determinava un contrasto tra cemento e verde, tale da invitare i residenti della grande mela lombarda a emigrare in provincia per cercare un po' di quella sostenibilità umana sempre più messa a rischio nell'urbe.
Oggi anche chi abita fuori e ha optato per questa scelta non ha più respiro e vede la sua casa contornata di cantieri sempre maggiori e sempre più imrevisti e imprevidibili nella loro crescita, nella loro costituzione: manca, spesso, informazione tra gli uffici amministrativi che si occupano di piani di intervento urbano o di edilizia privata o di modifiche delle volumetrie, e la cittadinanza, spesso non coinvolta nelle scelte di partecipazione alla programmazione del territorio. Il problema precipuo rimane, spesso, l'impossibilità a definire canali di partecipazione civica e civile, comunale, municipale, dove le persone possano dare un proprio contributo costruttivo sul governo amministrativo del territorio: a Milano, per esempio, molti progetti di edilizia privata non sono più suscettibili di visione, verifica, esame e approvazione da parte delle realtà istituzionali consiliari locali, dai consigli circoscrizionali, spesso aventi potere solamente consultivo in ottica puramente "facoltativa", allo stesso consiglio comunale, dove neppure le commissioni sono interpellate nella fase istruttoria e, spesso, il tutto viene solamente portato all'atttenzione degli organi amministrativi e dei settori preposti.
Non esiste programmazione urbana, giustamente denuncia Legambiente Lombardia: ed è per questo che il 7 novembre la stessa associazione organizzerà una giornata per raccogliere firme per implementare uno studio di proposta legislativa regionale, alla stregua di quella nazionale, dove il Ministero ha in primis dettato le linee guida e di principio, in cui si possano vincolare anche gli stessi oneri di urbanizzazione, spesso destinati dai singoli comuni a opere di servizio civile e sociale, ma implicanti ancora l'istituzione di nuovi fabbricati che cementificano ulteriormente la città. L'idea è quella di corrispondere a una quantità precisa di edifici una quantità ugualmente precisa e ponderata di area verde, di modo da adottare uno sviluppo equilibrato dell'urbanizzazione, sempre più adottante schemi di genere anarchico e fortemente selvaggio, senza vincoli, senza linee di indirizzo, senza una logica utile a rendere sostenibile il sistema urbano complessivo.
Dicevamo che la Provincia ha superato i livelli minimi di urbanizzazione delle proprie aree: avverrà, se prosegue questa impostazione edificatrice del costruttivismo e sviluppismo fine a se stesso, che tra qualche anno accadrà ciò che già sta per accadere in alcuni contesti urbani, Sesto San Giovanni per esempio, dove il 100% del territorio edificabile è stato sottoposto a piani di urbanizzazione e di cementificazione, privando il territorio del giusto equilibrio tra aree verdi e aree edilizie.
Ha ragione l'assessore ai parchi e ai giardini della Provincia, Pietro Mezzi, il quale sostiene che in un'epoca di rivoluzione dei sistemi urbani attuali, dato il venire meno del tessuro industriale, dato il passaggio di una società economica fondata sull'industrializzazione e la produzione materiale a una società economica basata e fondata sul terzo settore, dei servizi e della comunicazione, dove aumentano le cosidette aree dismesse, ex capannoni industriali dalle alte volumetrie, occorre dare equlilibrio tra il progressivo avanzamento dell'edificazione e il progressivo e naturalmente necessario aumento delle aree verdi, quelle naturali, che possono garantire la tutela di uin benessere e di uno sviluppo umano e sociale compatibile e sostenibile. La percentuale dell'area urbanizzata schizzerà dal 34 al 42,7 per cento, secondo le stime, seguendo questo modello di sviluppo: il 45% è la soglia massima delle aree complessive e oggi presenti e libere per poter rientrare ancora nella classazione di sviluppo edilizio sostenibile, contenibile, ambientalmente assorbibile nel suo impatto. Il Parco Agricolo Sud, come tutta l'area su/sud-ovest, rimangono gli spazi che possono ancora garantire un controbilanciamento dell'avanzamento delle aree urbanizzate: ma è chiaro che se oggi possiamo dire che solo il 19% delle aree disponibili sono state edificate, in un futuro prossimo appetiti di varia dimensione di differenti case edificatrici potrebbero avventarsi su quesa "isola felice" di natura, agricoltura e ruralità ancora tradizionale, in cui spesso troviamo ancora funzionanti e produttive cascine di rilevanza storica e sociale ormai adicata sul territorio lombardo.
Ocorre invertire la rotta: anche in vista del nuovo regolamento edilizio sottoposto a revisione da parte dell'amministrazione comunale, dove non si recepisce il principio del controllo programmatico politico del territorio per una pianificazione logica e sistemica, fortemente equilibrata dello sviluppo urbano con le esigenze di benessere e di condivisione degli spazi vitali della cittadinanza, del diritto all'ambiente e a goderne la sua portata. Penso che il recepimento di una legge che possa rispondere alla proposta, lanciata dal Ministero dell'Ambiente, e condivisa dagli assessorati regionali preoposti, del giusto equilibrio tra aree urbanizzate e aree liberamente sviluppate come zone verdi e naturali, sia l'unica normazione di cornice e generale all'interno della quale, poi, con coerenza e conseguenza amministrativa, determinare articolati del regolamento che possano rendere vincolante questo principio e questa logica, linea di indirizzo, all'interno delle strutture municipali, Milano in primis, rendendo i medesimi principi vincolanti nel sistema urbano singolo.
Sostengo appieno la proposta e la giornata di mobilitazione del 7 novembre indetta da Legambiente perchè urge arginare uno sviluppismo selvaggio che apporterà invivibilità e forte disagio sociale, economico, territoriale e culturale della città prossima e futura. Città futura diceva Gramsci come luogo di convivenza pacifica e di solidarismo, in un'ottica di perfetto equilibrio di rapporto con l'ambiente e con la natura.
Un caro saluto
Alessandro Rizzo
Capogruppo Lista Uniti con Dario Fo per Milano
Consiglio di Zona 4 Milano


Non so se sono l'unico ad essersi accorto della incredibile proliferazione di quegli orrendi paletti d'acciaio, simili ad enormi supposte, che da qualche anno in qua sono fioriti un po' dovunque a Milano: io ne ho contati 23 per "coprire" un angolo di una strada, ma vi sono incroci o vie dove ce ne sono a centinaia, orrendi nella loro fredda, opaca lucidità.
Sono cavi all'interno, per cui, appena un'auto ci sbatte anche leggermente contro, si contorgono, diventano dei piccoli orribili mostriciattoli, fermi, perennemente lì a dire "sono qui, un intelligentone mi è venuto addosso, dopo che un altro pari grado aveva dato ordine di piantarmi qui..."
Mi sono chiesto: chi li pianta ? chi ha partorito un'idea così balzana ? e soprattutto: cui prodest, a chi giova ???.
Già, perchè penso che ognuno di quei "cosi" non costi pochino, e a migliaia, come sono stati piantati, devono essere costati una barca dei nostri quattrini: dove li ha presi il Comune ? dalle nostre multe e comunque dalle nostre tasche ? come ha coperto questa inutile spesa ?
Qualcuno vuole rispondermi ?
Grazie


Traggo spunto dal post di Oliverio sulle intenzioni dell'amministrazione di contribuire alla migliore qualità della vita dei milanesi con un nutrito programma di interventi e di opere.
Vorrei tuttavia porre alla fine del mio post una domanda al signor Sindaco.
Ieri dopo una bella pedalata nel parco delle cave ho voluto prendere visione dei giardinetti appena inaugurati dal vice sindaco De Corato, per intenederci quelli di via Brunelleschi.
Visto che mi trovavo in zona Giambellino, sono passato davanti al civico 117-119 ed ho percorso i giardini vicini. Sull'ingresso la scritta Giardino pubblico del Comune di Milano, assessorato al verde e gli orari di ingresso. Poi a fianco la scritta "Il verde e gli impianti sono curati dai condomini di Via Giambellino 117-119". Devo dire che i giardini erano ben tenuti e molto frequentati.
Poi sono andato in via Brunelleschi dove ad un verde ancora giovane facevano riscontro le stesse scritte e lo stesso "arredo". Mi sono detto allora ecco questi giardini sono stati concessi ai residenti con diritto di superfice del Comune, esattamente come per i box pertinenziali, insomma aree pubbliche curate con i soldi dei residenti. Insomma mi sembra che l'affare lo abbia fatto il Comune!
Non vorrei che anche le altre numerose iniziative, come le piste ciclabili, si avvalessero dello stesso .....metodo. La domanda al Sindaco è: può dirci, intervento per intervento, come sarà finanziato l'ambizioso programma, sia per la realizzazione che per la manutenzione?
Distinti saluti
Giuseppe De Marte


Dal sito Web del Comune di Milano:
Salute e Ambiente
Più qualità alla vita dei milanesi
Il Sindaco di Milano Letizia Moratti ha presentato la campagna di comunicazione del Comune
“Più qualità alla tua vita”. Un messaggio di partecipazione rivolto a tutti i milanesi ma anche la dichiarazione di un impegno a lungo termine per salvaguardare la salute dei cittadini, difendere l’ambiente e migliorare la qualità della vita di chi vive e lavora in Città.
È questo il messaggio scelto dal Comune di Milano per la campagna di comunicazione e sensibilizzazione che illustrerà ai cittadini, tema per tema, gli interventi e gli obiettivi contenuti nel piano per la salute e per l’ambiente, condiviso da tutte le istituzioni del territorio e dal Governo nazionale, un piano per realizzare una Milano sostenibile che sia modello di best practice per tutto il Paese. Protagonisti della campagna saranno bambini di diverse etnie, simbolo del futuro di Milano, che racconteranno, con un tono emotivamente coinvolgente, ma anche rassicurante e familiare, i progetti a cui il Comune sta già lavorando. Queste immagini saranno sempre accompagnate da un’immagine istituzionale in cui il Comune informa i milanesi sull’investimento del progetto per la salute e l’ambiente.
La campagna partirà ufficialmente domani con pagine intere pubblicate sui tutti i quotidiani milanesi e con l’invio a 690.000 famiglie della lettera scritta dal Sindaco Letizia Moratti ai suoi concittadini per informarli del grande progetto per la salute e l’ambiente, a cui il Comune ha destinato un investimento di 2.420 milioni di euro per rendere la loro città più pulita e più bella da vivere.
Quattro i temi presentati dal Sindaco nella lettera e nelle immagini della campagna: il miglioramento del trasporto pubblico (“Due nuove linee della metro”), l’importanza del verde (“500.000 alberi in più”), l’utilizzo dell’energia pulita per riscaldare le case (“400.000 milanesi in più avranno l’energia pulita”) e le piste ciclabili (“50 Km di piste ciclabili in più”).
Prossimi soggetti della campagna, a partire da fine ottobre saranno: il miglioramento del trasporto pubblico, i controlli sugli impianti di riscaldamento domestico, il piano dei parcheggi e la mobilità sostenibile.
Ogni immagine richiama a un intervento del Comune previsto dal piano per la Salute e l’Ambiente:
1. Le due nuove linee della metropolitana: sono già cominciati i lavori della linea 5 (Bignami-Garibaldi), 12 chilometri e 19 fermate; nel 2008 avvieremo la realizzazione della linea 4 (Lorenteggio-Linate), 15 chilometri e 21 stazioni; stiamo prolungando le attuali 3 linee di ulteriori 8,5 chilometri, con 16 fermate in più;
2. Il verde: i 500.000 nuovi alberi che pianteremo in città; la realizzazione di 9 milioni di metri quadrati di nuovo verde pubblico; gli 8 Raggi Verdi che collegheranno il centro con le periferie, formando un anello lungo 72 chilometri di parchi e giardini;
3. Il teleriscaldamento, con cui portiamo il calore pulito nelle case di 43.000 famiglie; presto raggiungeremo altri 400.000 persone. In tutto oltre 500.0000 milanesi. Con l’energia pulita a metano riscaldiamo già il 60 per cento delle famiglie ogni anno.
4. la realizzazione di 50 chilometri di nuove piste ciclabili che si aggiungono ai 67 chilometri esistenti e in fase di riqualificazione;
Dal 2 ottobre, con le prime pubblicazioni sulla stampa, inizierà la diffusione delle immagini e dei messaggi attraverso tutti i principali mezzi e canali di comunicazione: quotidiani, free press, radio, televisione, affissione esterna e internet. Il portale del Comune di Milano, pubblicherà uno speciale dedicato ai contenuti della campagna.
La campagna si avvarrà anche di uno spot televisivo, in onda dalla metà di ottobre sulle principali emittenti locali, che racconterà una nuova Milano vista dalla prospettiva dei più piccoli che rimanda ad un futuro positivo, ma che allo stesso tempo deve stimolare a continuare l’opera del Comune di tutela della salute di tutti, genitori, figli e anziani.
(01/10/2007)


Mi domando perche' alcuni parchi a Milano siano ben tenuti, sicuri e puliti mentre altri siano al limite della decenza. Io nel mio piccolo parto dalla zona 5: parco Ravizza. Vi dono questo mini reportage fotografico fatto un sabato mattina mentre passeggiavo con mio figlio al parco....Mi dicono che gli altri parchi sono ben tenuti perche' nelle vicinanze vi risiedono politici. Sono inorridita al pensiero ma comincio a crederci.....guardate qui......
